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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
29
 14-20 Lug.

  2006
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Attualità UNIONE EUROPEA

La Commissione europea studia l'ocm unica per l'agricoltura

Un percorso che si annuncia impegnativo e complesso

Unificare 20 organizzazioni comuni di mercato è l’ambizioso progetto della Commissione per semplificare tutto il quadro legislativo. L’importante è che la semplificazione non si traduca in appiattimento

Di una ocm unica per tutti i settori agricoli si parlava già da tempo, ma non era ancora chiaro se si trattasse solo di una semplice esercitazione metodologica, conseguente alla recente riforma della pac, oppure dell’avvio concreto di un nuovo sistema di regole a forte impatto sugli attuali regimi di aiuto.
Il 30 giugno scorso, in una riunione a Bruxelles, la Commissione ha comunque fatto un ulteriore passo avanti su questo percorso. È stato, infatti, confermato un calendario preciso che prevede la presentazione di un «Piano ocm unica» da parte della Commissione e la sua adozione in Consiglio entro il prossimo mese di dicembre.
È stato altresì riconfermato il «cuore» del problema, ovvero l’ambizioso progetto di realizzare un accorpamento di 20 ocm in un testo unico con un articolazione omogenea di tutte le norme oggi in vigore, attraverso un nuovo indice più comprensibile anche per i non addetti ai lavori.
Allo stesso tempo è stata rilanciata l’esigenza di una maggiore trasparenza del quadro legislativo della pac per renderne più facile l’accesso agli agricoltori, agli operatori economici e alle istituzioni. Quindi, in altre parole, regole e informazioni più comprensibili ai cittadini europei. Il tutto dovrebbe comportare anche, cosa non marginale, la riduzione dei costi complessivi della pac.
È inutile negare, tuttavia, che tale percorso sarà abbastanza impegnativo se si vorrà effettivamente realizzare questo approccio orizzontale in tutte le ocm elencate nel documento comunitario. Vi sono ocm, come quelle ortofrutticola o vitivinicola, che dovrebbero mantenere alcune specificità normative riguardo alle particolari problematicità dei settori di competenza. Ma su queste ocm in via di riforma è prematuro avanzare ipotesi. Per ora, ovviamente, la sperimentazione verrà avviata solo per le ocm già riformate.
Ma, in sostanza, quali saranno gli strumenti e le misure che verranno per primi armonizzati e uniformati al fine di ridurre drasticamente il numero di regole che governano la pac?
In primo luogo la sperimentazione riguarderà soprattutto alcune procedure come quelle dei Comitati o quelle relative alle comunicazioni fatte dagli Stati membri alla Commissione, nonché le regole sugli aiuti di Stato. Successivamente l’armonizzazione riguarderà le procedure amministrative e i meccanismi di gestione degli interventi di mercato, la cui semplificazione tecnica potrà comportare anche una maggiore qualificazione dei costi. Tra gli interventi di mercato saranno probabilmente incluse le procedure dei ritiri, degli immagazzinamenti privati, le quote di importazione, i rimborsi alle esportazioni, le misure di salvaguardia e altro ancora.
Da un punto di vista legislativo, l’ossatura di questo impianto comune sarà costituita esclusivamente da quattro regolamenti del Consiglio:
- il regolamento sull’ocm unica, rispetto alle regole di mercato;
- il regolamento n. 1782/03 sui pagamenti diretti;
- il regolamento n. 1698/05 sullo sviluppo rurale;
- il regolamento n. 1290/05 sul finanziamento della pac.
A questo punto le organizzazioni agricole europee cominciano ad avere qualche perplessità, dato che la volontà di semplificare, di per sé positiva, se dovesse prendere troppo la mano dei funzionari comunitari, potrebbe tradursi in un appiattimento di alcune importanti competenze tecniche nell’ambito del sistema ed essere quindi penalizzante per gli operatori economici.
Un esempio a tale riguardo è proprio questa intenzione di snellire le procedure di «comitatologia», dato che potrebbe, tra le altre cose, significare anche un taglio drastico di alcuni Comitati, come, ad esempio, i Comitati di gestione delle singole ocm, con il conseguente calo del numero di esperti dei diversi settori, le cui analisi tecniche e di mercato sono state finora importanti per le valutazioni dei singoli comparti.
L’omologazione delle competenze spesso non rende un buon servizio all’approfondimento dei problemi.
Anche la cosiddetta trasparenza contabile è un principio che va maneggiato con cautela, perché talvolta le comunicazioni sui flussi di spesa o sui percettori degli aiuti, se non accompagnate da analisi e commenti tecnici che ne motivino la congruità rispetto a obiettivi più generali, possono aumentare le istanze critiche di alcune frange della pubblica opinione, preparando così il terreno a nuovi possibili tagli del budget complessivo relativo alla spesa comunitaria già dal 2008.

 

Sommario rivista Giuliana Roncolini


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