riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
3
 19-25 Gen.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita
 

Attualità UNIONE EUROPEA

Quanto rendono nel mondo le colture biotech

Due studi, uno della Commissione europea e l’altro di un’istituzione statunitense, hanno cercato di quantificare i vantaggi economici derivanti dall’utilizzo di varietà gm. I numeri sono positivi anche se non si tratta dell’unico parametro da considerare

L'inizio dell’anno è il momento ideale per fare delle analisi di scenario e di prospettiva sui diversi aspetti che a vario titolo coinvolgono il settore agricolo. Tra le tematiche più interessanti, e sicuramente tra le più dibattute, vi è quella delle agrobiotecnologie.
La linea de L’Informatore Agrario su questo tema è sempre stata chiara: osservare con attenzione lo sviluppo, dare voce alla ricerca, stimolare un dibattito il più possibile libero da pregiudizi ideologici.
E nessuna cosa meglio dei numeri riesce a essere, in qualche modo, imparziale.
Per qualsiasi commento, quindi, riteniamo fondamentale partire dai numeri, e in questa direzione particolarmente interessanti sono due rapporti pubblicati verso la fine dello scorso anno, uno della Commissione europea e uno del National center for food and agricultural policy (Ncfap) statunitense.
Nel primo si analizza l’impatto economico dell’utilizzo di colture gm nel mondo nei primi dieci anni di commercializzazione (1996-2005), mentre nel secondo ci si sofferma sull’impatto delle colture geneticamente modificate esclusivamente negli Stati Uniti.
Il dato che accomuna entrambi i rapporti è che l’utilizzo di colture geneticamente modificate, nonostante il perdurare della moratoria dell’Unione Europea, le continue proteste del mondo ambientalista e le preoccupazioni dell’opinione pubblica di molti Paesi continuano ad aumentare.
Secondo gli ultimi dati dell’Isaaa (International service for the acquisition of agri-biotech applications), la più importante società coinvolta nelle informazioni relative all’utilizzo delle agrobiotecnologie nel mondo, ci stiamo avvicinando ai 100 milioni di ettari (erano 2,8 nel 1996) coltivati ormai in 21 Paesi (vedi L’Informatore Agrario 2/2006, pag. 12).
Ci sono vantaggi economici?
Ma i due rapporti, oltre che a ricordare questi numeri, si addentrano, finalmente, sulle valutazioni economiche. In sostanza si è voluto dare risposta a due domande strategiche: l’utilizzo delle colture geneticamente modificate è economicamente conveniente per gli agricoltori che le utilizzano? Con questa tipologia di colture si riduce l’utilizzo di fitofarmaci?
Le risposte dei due rapporti non coincidono perfettamente anche se in ambedue emerge come la notevole crescita di utilizzo di colture gm nel mondo negli ultimi dieci anni sia stata dettata da numerose ragioni tra le quali, indubbiamente, l’elemento economico ha giocato e gioca un ruolo importante.
Nel rapporto della Commissione europea, infatti, che riunisce i risultati di ricerche svolte in numerosi Paesi che da dieci anni utilizzano colture gm, emerge come questo tipo di coltivazioni, mediamente, non ha portato a vantaggi economici significativi per gli agricoltori ma a un sostanziale miglioramento della gestione delle colture.
In particolare, è scritto nel rapporto dell’Ue, l’utilizzo di soia tollerante agli erbicidi (la coltura gm più utilizzata nel mondo) negli Usa non ha portato ad aumenti della produttività ma a una semplificazione della gestione colturale e alla relativa diminuzione delle ore lavoro da dedicare a essa. L’aumento, però, del costo della semente (tra i 24 e i 28 dollari a ettaro) ha praticamente azzerato quelli che potevano essere alcuni vantaggi dal punto di vista del risparmio dei costi di produzione. Sempre negli Usa, secondo alcune ricerche, l’utilizzo di soia bt ha comunque ridotto la variabilità derivante dagli andamenti stagionali.
Il rapporto della Commissione Ue evidenzia anche come i vantaggi derivanti dall’utilizzo delle colture gm siano superiori nelle aree geografiche dove maggiore è l’impatto di fitopatologie da parassiti (l’esempio più classico è quello della piralide). Ovvio che in aree dove non vi sono particolari problematiche dal punto di vista fitosanitario questo vantaggio si riduce.
Riguardo, invece, la domanda sulla riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci con l’adozione di colture gm, dal rapporto dell’Ue emerge come questa diminuzione è evidente in colture come il cotone bt , per il quale c’è stata una riduzione dell’utilizzo di insetticidi di ben il 25%. L’utilizzo di mais bt, invece, avrebbe portato a diminuzioni decisamente minori.
Per quanto concerne la soia tollerante agli erbicidi, il suo utilizzo ha portato alla sostituzione di numerosi erbicidi con un solo erbicida (il glifosate). L’utilizzo di questo erbicida, però, è ovviamente aumentato notevolmente. L’adozione di questa varietà di soia ha però portato a una riduzione del consumo di carburante per ettaro e a una diminuzione delle lavorazioni del terreno.
Complessivamente, comunque, secondo le ricerche prese in esame nel rapporto Ue, gli effetti economici dell’utilizzo di piante gm nel mondo in questi dieci anni sono stati positivi in termini di miglioramento del benessere nelle regioni dove esse sono state utilizzate. Il valore di questi miglioramenti varia a seconda dei Paesi e, nella maggioranza dei casi, si tratta di effetti benefici in larga misura a vantaggio degli agricoltori.
È evidente, inoltre, visto l’attuale scarso utilizzo nei Paesi dell’Ue, che è molto difficile fare valutazioni di questo genere per l’Europa, a parte la Spagna dove, secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero dell’agricoltura iberico, nel 2006 si è arrivati a quasi 54.000 ha
coltivati a mais bt (il 14,8% della superficie totale coltivata a mais).
La situazione negli Stati Uniti
Molti più dati, ovviamente, sono a disposizione negli Usa.
Nel rapporto del Ncfap emerge più forte la convenienza delle colture gm. Secondo i ricercatori del Centro statunitense, infatti, l’utilizzo di coltivazioni geneticamente modificate (che nel 2005 ha raggiunto i 50 milioni di ettari), ha portato, nel 2005, a un incremento delle rese pari a circa 3,78 milioni di tonnellate (vedi tabella), con un beneficio economico complessivo per gli agricoltori che ha raggiunto i 2 miliardi di dollari e una riduzione di 31.593 t di agrofarmaci utilizzati in campo.

Secondo il rapporto Ncfap, il maggior beneficio economico è stato tuttavia meno evidente perché in parte controbilanciato dall’incremento dei costi di produzione e da una flessione dei prezzi del cotone e del mais del mercato.
Sempre secondo il rapporto dell’Ncfap, le colture gm stanno avendo effetti positivi anche sulla crescita di mais da destinare alla trasformazione in biocarburanti.
Durante il primo decennio di coltivazione di piante gm gli agricoltori americani hanno aumentato la produzione di masi di circa 17,6 milioni di tonnellate. Questo miglioramento della produzione equivale, secondo i ricercatori dell’Ncfap, a circa 7 milioni di ettolitri di etanolo.

 

Sommario rivista Fabio Piccoli


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati