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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
3
 19-25 Gen.

  2007
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Editoriale

L'ortofrutta e il gioco duro della nuova ocm
Vittorio Alessandro Gallerani

Attraverso il disaccoppiamento verrà sollecitata in tempi brevi una maggiore competitività sul mercato. La filiera può vincere la sfida attuando valide strategie aziendali volte a valorizzare i marchi ben conosciuti di cui dispone

Anche sull’ortofrutta spira il vento del disaccoppiamento. L’obiettivo del Consiglio dell’Unione Europea è di pervenire gradualmente nel medio periodo a una organizzazione comune di mercato (ocm) unica dei mercati agricoli.
Uno dei primi effetti sarà appunto che, presumibilmente a partire dal 2008, anche in ortofrutticoltura i produttori percepiranno un contributo in base alle colture praticate nel periodo di riferimento 2001-2007, restando sostanzialmente liberi di cambiare gli orientamenti colturali.
Obiettivo del nuovo regime dell’ortofrutta è quello di ricercare una maggiore competitività sul mercato e rafforzare la tutela dell’ambiente.
L’Unione Europea fissa un limite all’assistenza finanziaria pari al 4,1% del valore della produzione commercializzata da ciascuna organizzazione dei produttori. Il miglioramento della competitività del settore ortofrutticolo sul mercato interno ed estero, che è uno specifico obiettivo della politica agricola europea, suggerisce di evitare la distribuzione a pioggia dei sussidi, che non premia l’efficienza e che inevitabilmente finisce per ridurre gli aiuti finanziari per ciascuna azienda a entità talmente modeste da risultare del tutto inefficaci per promuovere un processo di rinnovamento e di razionalizzazione del settore.
Data la flessibilità lasciata ai Paesi membri di fissare i criteri di applicazione della ocm, in particolare nella scelta del periodo di riferimento, per l’Italia una decisione coerente con l’obiettivo dell’efficienza sarebbe quella di restringere i contributi agli agricoltori che hanno prodotto negli anni più recenti e quindi di concentrare l’aiuto finanziario alle aziende più vitali.
Nel complesso il regolamento è soggetto a giudizi molto diversi, sovente contrapposti, in relazione ai diversi punti di vista e interessi rappresentati.
Gli agricoltori e con essi le organizzazioni professionali vedono di buon occhio il trasferimento diretto a loro favore dei contributi che nell’attuale normativa sono corrisposti alle industrie di trasformazione.
Nel settore della trasformazione i problemi più gravi si presentano per i comparti strategici del pomodoro e delle pere. È pertanto comprensibile il malumore delle industrie che, o saranno in grado di garantire un prezzo remunerativo ai produttori agricoli, oppure si troveranno di fronte a una caduta verticale delle produzioni. Le medesime preoccupazioni sono condivise dal settore cooperativo, fortemente presente nella trasformazione, e dalle organizzazioni dei produttori, abituate a meccanismi di finanziamento basati sulle quantità commercializzate piuttosto che sull’efficienza. È inevitabile che per garantire ai produttori ortofrutticoli un prezzo che consenta di coprire i costi di produzione bisogna riuscire a recuperare sul mercato l’importo ora garantito dal finanziamento comunitario.
In questa nuova situazione può risultare strategico disporre di marchi conosciuti che conferiscono capacità contrattuale sul mercato, specie nei confronti della grande distribuzione, anello forte di tutto il sistema distributivo. A questo proposito la trasformazione cooperativa ha svolto una politica lungimirante di acquisizione di brand di prestigio, che oggi per essere valorizzata richiede, tuttavia, elevate capacità manageriali in grado di delineare e sostenere valide strategie aziendali. Scarse possibilità di sopravvivenza hanno le imprese che si sono limitate a sfruttare i contributi finanziari producendo senza marchio e quindi rinunciando a ritagliarsi una specifica posizione di mercato.
La visione a cui si ispira la revisione dell’attuale regime per il comparto ortofrutticolo prevede l’obiettivo di incrementare i consumi nella Comunità.
Le caratteristiche nutrizionali di frutta e ortaggi corrispondono perfettamente a una visione moderna dell’alimentazione, molto sensibile ai valori salutistici ed estetici, ma certamente sollecita un grande sforzo di marketing innovativo per renderli coerenti con stili di vita in cui facilità del consumo e pasti fuori casa assumono rilevanza sempre maggiore.
La modifica del regime per il comparto ortofrutticolo richiede a industrie di trasformazione, organizzazioni dei produttori, cooperative agricole e produttori ortofrutticoli di lavorare sodo e coerentemente per conferire alla filiera livelli di eccellenza sotto l’aspetto tecnico, economico e commerciale. Si tratta di affrontare una sfida in cui il gioco si fa sempre più duro e, come si dice, quando il gioco si fa duro i duri, se ci sono, incominciano a giocare.

 

Sommario rivista Vittorio Alessandro Gallerani


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