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L'Informatore Agrario
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L'informatore Agrario - settimanale
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45
 30 Nov. - 6 Dic.

  2007
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Speciale, L'Informatore Agrario Pero L'Informatore Agrario

Scelte per il trapianto

Impianto del vigneto L'Informatore Agrario



- Ancora in flessione il Vigneto Italia
- Un sistema innovativo per l’impianto delle viti
- Barbatelle: messa a dimora con radice corta o lunga?

 

Continua inesorabile la flessione del Vigneto Italia che, secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2006 e resi noti nel maggio scorso, si attesterebbe su 713.819 ha, di cui 679.009 in produzione. La struttura della vitivinicoltura italiana, secondo un’elaborazione Miva su dati Istat, è debole: solamente 8.000 aziende, che interessano circa il 25% della superficie vitata, sono efficienti, ben inserite nel mercato e in grado di migliorare la propria produzione lorda vendibile innovando. Altre 151.000, sul 50% della superficie, arrancano, mentre 630.000 circa sul restante 25% della superficie, sono senza futuro, a meno che non siano inserite in un bacino produttivo forte.
Se queste sono le condizioni operative è evidente il ruolo chiave che giocano le scelte di gestione del vigneto, a partire dall’impianto.
Nel caso di trapianto a macchina, il sistema più innovativo esistente è costituito dalla tecnologia DGPS abbinata con sincronizzatore a motore elettrico. Questo sistema applicato alla trapiantatrice, oltre a risultati soddisfacenti in termini di precisione di impianto (distanza relativa tra le piante e tra le file) – paragonabili a quelli ottenibili da sistemi con sincronizzatore a filo – richiede un addetto in meno. La maggiore capacità di lavoro e la minore quantità di manodopera necessaria si traducono in costi unitari inferiori di trapianto (euro/pianta) e probabilmente trovano riscontro nei prezzi praticati dai contoterzisti.
Laddove non sia possibile trapiantare a macchina e si debba ricorrere all’impianto manuale, secondo le evidenze scaturite da un triennio di prove, è bene orientarsi sulla messa a dimora in buca con radice lunga. Questo sistema – rispetto a quello che prevede il raccorciamento dell’apparato radicale a 1-2 cm – pur più costoso consente una ripresa iniziale delle viti decisamente migliore e aumenta la probabilità di avere piante uniformi, pronte a entrare in produzione.

 

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