riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
L'informatore Agrario - settimanale
L'Informatore Agrario - logo
45
 30 Nov. - 6 Dic.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Varato il certificato verde «agricolo»

Nel collegato alla finanziaria.
Per gli impianti alimentati da biomassa proveniente dalla filiera corta il nuovo certificato «agricolo» prevede un coefficiente moltiplicativo pari a 1,8 e una tariffa omnicomprensiva di 300 euro/MWh.



Dopo un tribolato iter parlamentare lo scorso 28 novembre sono stati finalmente approvati i nuovi certificati verdi di tipo «agricolo», previsti nella conversione in legge con modificazioni del dlgs 159/2007, meglio conosciuto come «Collegato alla Finanziaria». Si tratta di una forma di incentivo previsto per la produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas che presenta caratteristiche innovative e molto interessanti sotto il profilo economico, in particolare per il settore agricolo, se lo saprà utilizzare con lungimiranza.
Questa forma di sostegno può essere riconosciuta a precise condizioni:
- che le biomasse e il biogas derivino da prodotti agricoli, da allevamento e forestali, inclusi i sottoprodotti come ad esempio i residui delle colture, ramaglie e potature derivanti dall’attività agricola e selvicolturale, liquami zootecnici e altro;
- che questi prodotti siano ottenuti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro così come disciplinati dagli articoli 9 e 10 del dlgs 102/2005, oppure da filiere corte, cioè quelle in cui i prodotti sono ricavati entro un raggio di 70 km dall’impianto che li utilizza per generare elettricità.
Per beneficiare dell’incentivo è necessario che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sia stata autorizzata successivamente al 31-12-2007. La legge prevede due categorie distinte di incentivo a seconda della potenza elettrica degli impianti: superiori o inferiori a 1 MW.
impianto biogas
Impianti di oltre 1 MW
Nel primo caso la forma del beneficio economico viene calcolata per ciascun impianto attraverso il riconoscimento di certificati verdi (uno per ogni MWh) in numero pari all’energia elettrica prodotta nell’anno precedente, moltiplicata per il coefficiente 1,8.
Per tradurre in pratica un meccanismo così poco chiaro poniamo il caso di un’azienda agricola che nel gennaio 2008 abbia realizzato un impianto a biogas con potenza elettrica di 1,5 MW, alimentato con liquami zootecnici e insilato di mais prodotti nella stessa azienda, quindi una filiera decisamente corta. Durante il 2008 l’impianto produce 10.500 MWh (1,5 MW u 7.000 ore di funzionamento). Nell’anno successivo avrà diritto a 18.900 certificati verdi (10.500 u 1,8). A questo punto è necessario dare un valore a ciascun certificato verde.
Ogni anno il Gse (Gestore servizi elettrici) pubblica il valore di riferimento del certificato, che per il 2007 è pari a 137,49 euro/MWh, prezzo che va a incidere nella trattativa della compravendita dei certificati stessi. Ipotizzando che nella contrattazione si riesca a ottenere un valore effettivo di vendita di 125 euro/MWh, il titolare dell’azienda agricola potrebbe incassare nel 2009, 2.362.500 euro da certificati verdi.
È utile mettere in evidenza che l’art. 30-bis della Finanziaria 2008, al comma 7, prevede che a partire dallo stesso anno, e fino al raggiungimento dell’obiettivo minimo della copertura del 25% del consumo interno di energia elettrica da fonti rinnovabili, il Gse, su richiesta del produttore, ritiri i certificati verdi in scadenza nell’anno, oltre a quelli necessari ad assolvere all’obbligo della quota minima, a un prezzo medio pari a quello riconosciuto nell’anno precedente dal Gestore del mercato elettrico.
Ciò significa che non si correrà alcun rischio di mancato collocamento dei certificati considerato, in pratica, l’obbligo di ritiro del Gse. Anche gli aspetti di negoziazione ne potranno trarre beneficio.

Impianti sotto 1 MW
Per gli impianti di potenza elettrica non superiore a 1 MW il produttore ha diritto, in alternativa ai certificati verdi e su specifica richiesta, a una tariffa fissa omnicomprensiva pari a 0,30 euro per ogni kWh. In pratica si tratta di un meccanismo simile al «conto energia» applicato attualmente all’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici.
Esemplificando, in un’azienda agricola con lo stesso impianto a biogas del caso precedente, ma della potenza elettrica di 500 kW, i risultati economici dell’incentivo sarebbero i seguenti: 3.500 MWh prodotti all’anno moltiplicati per 300 euro/MWh = 1.050.000 euro/anno.
Peraltro questa forma di conto energia «agricolo» avrebbe il vantaggio si essere più semplice, saltando gli oneri della collocazione dei certificati verdi sul mercato.

Durata
In entrambi i casi la legge prevede una durata dei certificati verdi per un periodo di 15 anni. Ogni 3 anni, con decreto dei Ministeri competenti, potrà essere aggiornato sia il coefficiente di moltiplicazione per gli impianti sopra al MW sia la tariffa omnicomprensiva.

Cumulabilità
Per i medesimi impianti, qualunque ne sia la potenza elettrica, è previsto che l’accesso agli incentivi fin qui descritti sia cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale o conto interessi con capitalizzazione anticipata, non eccedenti il 40% del costo dell’investimento.

Tracciabilità e rintracciabilità
Con apposito decreto dei Ministeri competenti saranno stabilite le modalità con le quali gli operatori della filiera di produzione e distribuzione di biomasse e biogas che hanno le caratteristiche fin qui descritte saranno tenuti a garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera, condizione necessaria per accedere agli incentivi.
 

Sommario rivista Marino Berton


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati