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L'Informatore Agrario
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43
 16 - 22 Nov.

  2007
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Il vino italiano alla ricerca di una posizione comune

Gli stati generali del settore a Roma.
Le rappresentanze della filiera hanno espresso al ministro De Castro le rispettive posizioni sui principali temi in discussione per la riforma dell’ocm. La sintesi dovrà essere trovata al Tavolo agroalimentare del 22 novembre.



Nella cornice di Villa Miani a Roma si è svolta, l’8 novembre scorso, la seconda giornata degli «Stati generali del vino» indetta dal ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, per discutere con tutti i protagonisti della filiera vitivinicola i punti critici della riforma dell’ocm di settore.
La giornata è stata strutturata in modo da dare la possibilità ai rappresentanti della filiera, agli operatori economici e agli esperti del settore, di esprimere al ministro le proprie preoccupazioni e posizioni in merito alla riforma.

Serve una strategia condivisa
Il ministro, introducendo i lavori, ha chiarito lo stato dell’arte del negoziato e ha fatto appello a tutti i presenti per convogliare gli sforzi verso un fronte comune. Il fine è quello di stabilire una strategia italiana condivisa in vista degli ultimi incontri fissati per fine novembre al Consiglio agricolo dell’Ue, tenendo presente lo scenario delle esigenze nazionali e il contesto comunitario.
L’intervento del direttore generale delle politiche agricole del Mipaaf, Mario Catania, ha fornito un quadro dello stato attuale del negoziato e ha illustrato nel dettaglio i punti critici della riforma.
Catania, dopo aver descritto gli obiettivi e le novità, si è soffermato, in particolare, sui capitoli principali in discussione. Ha precisato che sul tema delle estirpazioni si sta lavorando per ridurre la soglia proposta del 10% della superficie massima totale estirpabile e per innalzare la soglia del 2% per le esenzioni delle superfici per ragioni ambientali.
Sul fronte, molto discusso, della liberalizzazione degli impianti, gli sforzi sono orientati ad apportare delle modifiche per evitare un impatto negativo sul mercato e soprattutto sul sistema dei vini con indicazione geografica. Le misure di intervento previste nell’enveloppe risultano insufficienti a parere delle delegazioni di molti Stati membri ed è un punto questo, come ha sottolineato Catania, che incontra molta resistenza da parte della Commissione.
Catania ha poi affrontato il tema dell’arricchimento, per il quale poco è possibile ottenere, vista la posizione molto forte di 20 Paesi tra gli Stati membri che respingono il divieto di arricchire con il saccarosio. L’unica strada percorribile, secondo il direttore generale, è la ricerca di soluzioni che porterebbero in alternativa o a un ridimensionamento dell’arricchimento con saccarosio ai piccoli produttori, o alla compensazione del divieto con un aiuto a ettaro o, come ultima analisi, al mantenimento dello status quo con aiuto ai mosti nell’enveloppe. Altre criticità sono legate alla nuova classificazione dei vini a denominazione d’origine proposta dalla Commissione che non coprirebbe tutte le denominazioni italiane contenenti termini tradizionali, e alle due nuove categorie dop e igp che non verrebbero abbastanza differenziate. Infine, il nuovo sistema di etichettatura con vitigno e annata in etichetta porterebbe a una non corretta informazione per il consumatore, alla perdita di mercato per alcuni vini e di specificità stessa dell’etichetta del vino. Per queste ultime problematiche Catania ha prospettato delle soluzioni derogatorie per l’Italia.
La giornata di ascolto è poi proseguita con l’intervento di Riccardo Deserti, capo segreteria tecnica del Mipaaf, il quale ha presentato il quadro delle politiche nazionali che, in collaborazione con le Regioni e con la filiera stessa, si muovono in due direzioni: verso la competitività e lo sviluppo internazionale, e verso la trasparenza e i controlli.
Deserti ha, inoltre, sottolineato la posizione dell’Italia nei mercati mondiali, le strategie di consolidamento e le priorità da affrontare per incrementare il settore vino, ponendo in primo piano la qualità e la semplificazione del sistema. Infine, il relatore ha ricordato l’importanza di consolidare il modello nazionale, che prevede la coesistenza di specializzazioni in più fasce di mercato (altissima, media, bassa) legata all’impianto della legge 164, e della sua proposta di revisione, quale strumento strategico che ha già portato ad alcuni importanti traguardi.
Nella seconda sessione della giornata, come anticipato, si sono alternati gli interventi dei rappresentanti della filiera viticola che hanno esposto i loro punti critici condividendo nella maggior parte dei casi la posizione assunta da Giuseppe Castiglione, relatore al Parlamento europeo sull’ocm vino.
Molti hanno manifestato preoccupazione in merito al progetto di riforma presentato dalla Commissione.

Le posizioni degli operatori
Il «no» allo zuccheraggio è stato sostenuto da tutti i partecipanti, così come molti hanno espresso contrarietà all’inserimento in etichetta dell’utilizzo del saccarosio.
Anche Paolo Bruni, nel suo intervento in rappresentanza delle centrali cooperative agricole e agroalimentari, ha sostenuto che l’inserimento in etichetta aprirebbe numerose possibilità di future richieste da Paesi del Nord Europa che vorrebbero equiparare l’etichetta dei vini a quella degli altri alimenti.
Lucio Mastroberardino dell’Unione italiana vini ha, inoltre, sottolineato l’esigenza di riformare il settore superando posizioni di retroguardia e interessi corporativi.
La necessità di salvaguardare le prestazioni viniche e di allargare le misure finanziabili dall’enveloppe è stata sostenuta dal presidente della Federazione nazionale vino di Confagricoltura Piergiovanni Pistoni; sullo stesso argomento, però, il referente della Coldiretti Giorgio Piazza, ha espresso preoccupazione affinché non rientrino nell’enveloppe le misure di distillazione escluse con la proposta.
Condivisa da tutti la necessità di dover «sburocratizzare» il sistema e semplificare gli adempimenti per chi lavora nel settore, come ha ricordato nel suo intervento Giuseppe Martelli direttore di Assoenologi, che si dichiara anche favorevole a porre in etichetta dei vini da tavola l’annata e il vitigno.
«No» a queste disposizioni sull’etichettatura, invece, da parte del presidente della Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro che si è mostrato anche contrario alla nuova classificazione dei vini proposta dalla Commissione, contrario alla liberalizzazione degli impianti e al sistema binario proposto per le pratiche enologiche.
Piero Mastroberardino di Federvini ha affrontato anche tematiche nazionali e si è mostrato preoccupato per le deroghe ipotizzate per l’Italia all’indicazione del vitigno e dell’annata in etichetta.
Favorevole, invece, alla liberalizzazione degli impianti, pur con vincoli per le aree di coltivazione dei vini di qualità, è stato il presidente della Cia, Giuseppe Politi, che ha condiviso con la maggior parte degli intervenuti il divieto di zuccheraggio e la contrarietà all’indicazione di vitigno e annata in etichetta.
Gianluigi Biestro di Unavini ha sottolineato l’importanza di riconoscere un ruolo centrale alle op nella gestione del sistema produttivo nazionale.
Il rappresentante di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, alla luce degli esiti del «Rapporto sul settore: vitivinicolo 2007» realizzato dalla stessa Unione, ha fornito un quadro descrittivo della struttura del settore.
Molto rappresentati, infine, anche i sindacati dei lavoratori Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil i cui relatori hanno messo in luce anche le ricadute occupazionali che la nuova riforma avrà nel settore: l’abbandono di coltivazioni e l’estirpazione potrebbero portare alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Il ministro De Castro è stato invitato a tenere in considerazione questo tema nell’ambito delle trattative con la Commissione europea.
A conclusione dei lavori De Castro ha ringraziato i presenti per i contributi portati e le indicazioni ricevute e ha dato appuntamento ai rappresentanti della filiera al prossimo 22 novembre, giorno in cui si traccerà nel dettaglio la posizione italiana nel Tavolo agroalimentare.
 

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