riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
42
 9 - 15 Nov.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Le strategie italiane per dare ossigeno al settore bieticolo

Al necessario accordo interprofessionale manca la firma di abi.
Gli aggiustamenti alla riforma dell’ocm zucchero permetterebbero al nostro Paese di avere qualche vantaggio, ma serve una unità di intenti che al momento latita.



Da diversi mesi L’Informatore Agrario sta cercando di raccontare la cosiddetta «riforma della riforma» del settore zucchero.
In tali occasioni si è posto l’accento sui complessi aspetti di una revisione di metà percorso, finalizzata a dare nuovo slancio alle chiusure di attività e a provocare ulteriori ridimensionamenti alla produzione europea nelle «zone deboli delle regioni forti» (ne esistono anche in Francia e Germania) come in quelle costituzionalmente più vulnerabili (come l’Italia).
Superata la genesi normativa con la pubblicazione dei regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale Ue, si è ora entrati nella fase due di questo capitolo, vale a dire l’ applicazione in Italia delle nuove norme, sulla base di intese interprofessionali concertate con il Ministero delle politiche agricole.
In coerenza con una unanime richiesta fatta a luglio dall’intero Tavolo interprofessionale bieticolo-saccarifero, le categorie produttrici hanno cercato fin dall’inizio di trarre i maggiori vantaggi dalla deroga alla norma generale, ottenuta con successo e con determinazione dal ministro Paolo De Castro e dai dirigenti del Mipaaf in fase negoziale a Bruxelles, deroga volta ad attenuare l’impatto delle misure incentivanti il ridimensionamento volontario delle produzioni.

Accordo interprofessionale necessario ma difficile
La deroga, lo ricordiamo, consente di concentrare in un solo zuccherificio da chiudere la perdita di quota zucchero altrimenti distribuibile su tutte le restanti fabbriche d’Italia attraverso un meccanismo che lascerebbe ai bieticoltori la facoltà di decidere individualmente se presentare domanda di aiuto per un corrispondente massimo del 10% della quota di fabbrica.
Tale indirizzo è stato perseguito attraverso apposito accordo interprofessionale – posto quale conditio sine qua non dall’Ue – il cui raggiungimento si è rivelato fin dall’inizio problematico.
Una prima intesa, già raggiunta agli inizi di ottobre, è infatti abortita per la defezione della terza sigla associativa, l’Abi.
La posta in gioco era tuttavia troppo alta per non richiedere una prova d’appello ed è stato così che un secondo tentativo, portato avanti con maggiore determinazione, è approdato al risultato, anche stavolta, peraltro, senza la firma di Abi.
Le altre componenti dell’interprofessione hanno però tirato avanti e hanno proceduto comunque al deposito dell’atto al Mipaaf che ora, di concerto con Agea, sta «cucinando» i decreti attuativi.

Cosa prevede l’accordo
Quali sono i punti essenziali dell’intesa? In realtà si tratta di due accordi, strettamente interconnessi.
Con il primo si chiede allo Stato di adottare la deroga alla norma generale e di concentrare sulla chiusura di Pontelagoscuro (già decisa dalla Sfir) la perdita di quota diversamente applicabile alle altre fabbriche italiane. In altri termini, limitare i danni alla perdita di sole 130.000 t di quota, senza il sovradosaggio di ulteriori 62.500 t da distribuire tra Pontelongo, Minerbio, San Quirico, Jesi e Termoli.
Vero è che la deroga impedirà ai singoli bieticoltori di queste ultime fabbriche di presentare domanda individuale di aiuto alla ristrutturazione 2008, fino a un massimo del 10% del contingente zucchero, sulla base di una aliquota che sulla carta vale 30 euro a tonnellata bietola; ma, attenzione, si sarebbe comunque trattato di una aspettativa illusoria di fronte alla facoltà data alle imprese di subentrare ai produttori, ridimensionando l’entità dell’aiuto a 3 euro/t.
In compenso, si è potuto eliminare un fattore di debolezza – la riduzione della dotazione in quota per ciascuna fabbrica – e disinnescare la miccia di potenziali chiusure nei bacini più vulnerabili del sistema produttivo nazionale (in particolare, Marche, con Jesi, e Sud, con Termoli).
L’accordo interprofessionale ha voluto impedire che ciò potesse accadere ed è chiaro l’orientamento di associazioni bieticole e società saccarifere verso la fedeltà alle premesse del dopo riforma comunitario per puntare al consolidamento di un dignitoso apparato produttivo nazionale con una produzione di 625.000 t di zucchero all’anno.
Il secondo accordo implica una verifica entro la fine del prossimo gennaio circa l’andamento delle semine 2008, viste come termometro per misurare la temperatura al settore e capire se, al di là della marcia trionfale dei cereali, le imprese agricole delle zone vocate concepiscano ancora in termini adeguati un futuro di fedeltà alla bietola.
La data serve a capire se, in caso di riscontro negativo, non sia il caso di pensare seriamente – e di comune accordo tra produttori e industriali – all’opportunità di un’inversione di rotta, con ipotesi di chiusura di fabbriche a rischio entro i termini comunitari utili (31-1-2008) per accedere agli aiuti addizionali bieticoli 2008, estensibili nella fattispecie anche al 2009 (altra deroga alla norma generale introdotta da Bruxelles su pressione spagnola, ma utilizzabile anche dall’Italia).
Se viceversa la risposta dei produttori per la contrattazione 2008 dovesse essere adeguata, non vi sarà alcun problema se non quello di una possibile defezione delle imprese con chiusura di fabbriche non giustificata da carenza di approvvigionamento, differite nei prossimi anni quando non sarà più possibile per i produttori godere degli aiuti addizionali.
Per scoraggiare tale evenienza, l’accordo prevede penali a carico delle industrie, da versare nelle tasche dei produttori.
Coronano i due accordi altri aspetti significativi per i produttori, come la garanzia di conferma in futuro dei diritti di consegna goduti dai produttori nel 2007. Le parti hanno inoltre assunto il comune impegno a ottenere la riapertura dei termini di presentazione della domanda di aiuto alla ristrutturazione per i produttori colpiti dalle chiusure nel biennio 2006-2007 che, pur avendone diritto, non hanno presentato la domanda entro le scadenze di legge; una riapertura che consentirebbe loro di accedere agli aiuti addizionali 2008 che l’Ue ha riconosciuto retroattivamente anche per il 2006 e il 2007.
Impegno comune di associazioni e imprese anche per giungere a un chiarimento sulla possibilità per i produttori già interessati alla ristrutturazione, di produrre ancora bietole in futuro con società diverse da quelle di origine.
Tutti aspetti interessanti che, superato il vaglio della compatibilità normativa, potranno essere realizzati secondo modalità che verranno precisate nei prossimi giorni con l’emanazione dei decreti e delle circolari attuative del Mipaaf e dell’Agea.
 

Sommario rivista A.Red.


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati