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L'Informatore Agrario
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41
 2 - 8 Nov.

  2007
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Attualità, L'Informatore Agrario UNIONE EUROPEA

Via libera all'ammasso privato per le carni suine

La commissione interviene per sostenere il mercato.
Il nuovo regolamento soddisfa in parte le richieste degli allevatori, stretti fra prezzi in calo e costi di produzione sempre maggiori. L’Agea ha già messo a punto le disposizioni attuative.



Dal 29 ottobre è attiva una misura che l’Unione Europea ha inteso mettere a disposizione degli operatori della filiera della carne suina per cercare di alleviare la crisi di mercato che è in atto da alcuni mesi a questa parte e che interessa tutti i Paesi membri. Il regime di sostegno consiste nella possibilità di effettuare l’ammasso privato della carne suina, in modo da diminuire momentaneamente l’offerta sul mercato e favorire una fase di ripresa delle quotazioni.
Da qualche tempo gli allevatori di suini non se la passano bene e sono stretti da due forze che spingono entrambe nella direzione della compressione dei margini di guadagno. Da un lato si registrano prezzi di mercato piuttosto bassi, per effetto della situazione di eccesso di offerta dovuto all’aumento della produzione europea (+2% secondo le indicazioni fornite dalla Commissione) e alle difficoltà a portare la merce sul mercato internazionale, per la forza dell’euro rispetto alle altre valute e per l’azzeramento delle restituzioni alle esportazioni.
Dall’altro, gli allevatori stanno facendo i conti con l’aumento dei costi di produzione, conseguenti alla lievitazione dei prezzi dei cereali e dei semi oleosi. Sempre secondo la Commissione Ue, la bolletta per l’acquisto degli alimenti è aumentata del 35% tra settembre 2006 e lo stresso mese dell’anno successivo. Teniamo presente che nell’allevamento di suini la razione è la voce di gran lunga più importante, potendo superare anche la soglia del 50% dei costi complessivi.
Il risultato delle forze di mercato in atto è la perdita garantita per gli operatori del settore, che stanno attraversando la più acuta crisi che si ricordi, a memoria di allevatore, in diversi Paesi europei. Secondo i dati resi noti dal sindacato agricolo francese Fnsea, il costo di produzione di 1 kg di carne suina è pari oggi a 1,57 euro, mentre il prezzo di riferimento nazionale si attesta attorno a 1,16 euro, il che non rappresenta il record storico negativo, giacché nel 2003 si sono registrati livelli ancora inferiori.
L’Unione Europea è già intervenuta per dare una risposta all’emergenza dei suinicoltori, portando a zero il set aside per l’anno 2008, ma i risultati di questo provvedimento si potranno apprezzare solo a partire dalla prossima tarda primavera, con l’incremento dell’offerta dei cereali e la conseguente auspicata riduzione del prezzo.

L’appello dei produttori
Per questo i rappresentanti degli allevatori, e in particolare il Copa, che riunisce le diverse organizzazioni agricole presenti negli Stati membri, hanno sollecitato la Commissione a intervenire, proponendo l’attivazione di due misure: l’ammasso privato della carne di suino e la reintroduzione delle restituzioni alle esportazioni. L’appello è stato accolto e come prima mossa l’Esecutivo comunitario ha deciso di avviare, dal 29 ottobre, il regime di aiuto per lo stoccaggio privato, grazie al quale gli operatori possono immagazzinare temporaneamente la carne, a proprie spese e sostenendo i relativi rischi.

Come funziona il meccanismo dell’ammasso
Il periodo di ammasso si estende da un minimo di 3 a un massimo di 5 mesi. La Commissione può decidere di prorogare o ridurre il periodo di immagazzinamento, qualora le condizioni di mercato lo richiedessero. L’Unione Europea corrisponde all’operatore un’indennità finanziaria destinata a coprire i costi di stoccaggio. La carne potrà essere immessa sul mercato alla fine del periodo di ammasso.
Per attivare lo stoccaggio privato è stato necessario emanare un regolamento comunitario e una circolare a livello nazionale predisposta dagli organismi pagatori. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 27 ottobre scorso è stato pubblicato il regolamento 1267/2007 che stabilisce le condizioni di funzionamento del regime di aiuto. Le disposizioni applicative nazionali sono state emanate da Agea con la circolare APAU.2007.1535 del 24 ottobre.
Possono essere oggetto di ammasso privato: mezzene, prosciutti, spalle, pancette e altri tagli anatomici del suino. I quantitativi minimi oggetto di stoccaggio sono 10 t per i prodotti disossati e 15 t per gli altri prodotti.
L’importo dell’aiuto da corrispondere varia in funzione del prodotto ammassato e del periodo di stoccaggio. Per le mezzene ammassate privatamente per 3 mesi l’aiuto è di 278 euro/t e diventa di 315 e 352 euro, rispettivamente, per uno stoccaggio di 4 e 5 mesi. L’operatore che aderisce al regime di aiuto deve versare una cauzione pari al 20% degli importi degli aiuti che la Comunità dovrà corrispondere.
Gli operatori interessati devono presentare la domanda all’organismo pagatore competente a livello territoriale, il quale deve comunicare al richiedente l’accettazione dell’istanza, entro il quinto giorno lavorativo successivo alla presentazione della domanda.



I controlli

Le operazioni di ammasso sono soggette a precise procedure di controllo da parte degli organismi incaricati. In particolare, sono previsti tre tipi di accertamento: un controllo iniziale, uno intermedio da eseguirsi durante il periodo di immagazzinamento e uno finale nel corso dell’ultima settimana del periodo di ammasso contrattuale.
Concluso il periodo di stoccaggio, il richiedente deve presentare la domanda di pagamento e nei 3 mesi successivi l’organismo pagatore effettua la liquidazione. È prevista la possibilità di concedere un anticipo dell’aiuto, il cui ammontare non può eccedere l’importo corrispondente al periodo di ammasso di 3 mesi.
 

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