UNIONE EUROPEA
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Via libera all'ammasso privato per le carni suine |
La commissione interviene per sostenere il mercato.
Il nuovo regolamento soddisfa in parte le richieste degli allevatori,
stretti fra prezzi in calo e costi di produzione sempre maggiori. L’Agea ha
già messo a punto le disposizioni attuative.
Dal 29 ottobre è attiva una misura che l’Unione Europea ha inteso mettere a
disposizione degli operatori della filiera della carne suina per cercare di
alleviare la crisi di mercato che è in atto da alcuni mesi a questa parte e
che interessa tutti i Paesi membri. Il regime di sostegno consiste nella
possibilità di effettuare l’ammasso privato della carne suina, in modo da
diminuire momentaneamente l’offerta sul mercato e favorire una fase di
ripresa delle quotazioni.
Da
qualche tempo gli allevatori di suini non se la passano bene e sono stretti
da due forze che spingono entrambe nella direzione della compressione dei
margini di guadagno. Da un lato si registrano prezzi di mercato piuttosto
bassi, per effetto della situazione di eccesso di offerta dovuto all’aumento
della produzione europea (+2% secondo le indicazioni fornite dalla
Commissione) e alle difficoltà a portare la merce sul mercato
internazionale, per la forza dell’euro rispetto alle altre valute e per
l’azzeramento delle restituzioni alle esportazioni.
Dall’altro, gli allevatori stanno facendo i conti con l’aumento dei costi di
produzione, conseguenti alla lievitazione dei prezzi dei cereali e dei semi
oleosi. Sempre secondo la Commissione Ue, la bolletta per l’acquisto degli
alimenti è aumentata del 35% tra settembre 2006 e lo stresso mese dell’anno
successivo. Teniamo presente che nell’allevamento di suini la razione è la
voce di gran lunga più importante, potendo superare anche la soglia del 50%
dei costi complessivi.
Il risultato delle forze di mercato in atto è la perdita garantita per gli
operatori del settore, che stanno attraversando la più acuta crisi che si
ricordi, a memoria di allevatore, in diversi Paesi europei. Secondo i dati
resi noti dal sindacato agricolo francese Fnsea, il costo di produzione di 1
kg di carne suina è pari oggi a 1,57 euro, mentre il prezzo di riferimento
nazionale si attesta attorno a 1,16 euro, il che non rappresenta il record
storico negativo, giacché nel 2003 si sono registrati livelli ancora
inferiori.
L’Unione Europea è già intervenuta per dare una risposta all’emergenza dei
suinicoltori, portando a zero il set aside per l’anno 2008, ma i risultati
di questo provvedimento si potranno apprezzare solo a partire dalla prossima
tarda primavera, con l’incremento dell’offerta dei cereali e la conseguente
auspicata riduzione del prezzo.
L’appello dei produttori
Per questo i rappresentanti degli allevatori, e in particolare il Copa, che
riunisce le diverse organizzazioni agricole presenti negli Stati membri,
hanno sollecitato la Commissione a intervenire, proponendo l’attivazione di
due misure: l’ammasso privato della carne di suino e la reintroduzione delle
restituzioni alle esportazioni. L’appello è stato accolto e come prima mossa
l’Esecutivo comunitario ha deciso di avviare, dal 29 ottobre, il regime di
aiuto per lo stoccaggio privato, grazie al quale gli operatori possono
immagazzinare temporaneamente la carne, a proprie spese e sostenendo i
relativi rischi.
Come funziona il meccanismo dell’ammasso
Il periodo di ammasso si estende da un minimo di 3 a un massimo di 5 mesi.
La Commissione può decidere di prorogare o ridurre il periodo di
immagazzinamento, qualora le condizioni di mercato lo richiedessero.
L’Unione Europea corrisponde all’operatore un’indennità finanziaria
destinata a coprire i costi di stoccaggio. La carne potrà essere immessa sul
mercato alla fine del periodo di ammasso.
Per attivare lo stoccaggio privato è stato necessario emanare un regolamento
comunitario e una circolare a livello nazionale predisposta dagli organismi
pagatori. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 27 ottobre scorso
è stato pubblicato il regolamento 1267/2007 che stabilisce le condizioni di
funzionamento del regime di aiuto. Le disposizioni applicative nazionali
sono state emanate da Agea con la circolare APAU.2007.1535 del 24 ottobre.
Possono essere oggetto di ammasso privato: mezzene, prosciutti, spalle,
pancette e altri tagli anatomici del suino. I quantitativi minimi oggetto di
stoccaggio sono 10 t per i prodotti disossati e 15 t per gli altri prodotti.
L’importo dell’aiuto da corrispondere varia in funzione del prodotto
ammassato e del periodo di stoccaggio. Per le mezzene ammassate privatamente
per 3 mesi l’aiuto è di 278 euro/t e diventa di 315 e 352 euro,
rispettivamente, per uno stoccaggio di 4 e 5 mesi. L’operatore che aderisce
al regime di aiuto deve versare una cauzione pari al 20% degli importi degli
aiuti che la Comunità dovrà corrispondere.
Gli operatori interessati devono presentare la domanda all’organismo
pagatore competente a livello territoriale, il quale deve comunicare al
richiedente l’accettazione dell’istanza, entro il quinto giorno lavorativo
successivo alla presentazione della domanda.
I controlli
Le operazioni di ammasso sono soggette a precise procedure di controllo da
parte degli organismi incaricati. In particolare, sono previsti tre tipi di
accertamento: un controllo iniziale, uno intermedio da eseguirsi durante il
periodo di immagazzinamento e uno finale nel corso dell’ultima settimana del
periodo di ammasso contrattuale.
Concluso il periodo di stoccaggio, il richiedente deve presentare la domanda
di pagamento e nei 3 mesi successivi l’organismo pagatore effettua la
liquidazione. È prevista la possibilità di concedere un anticipo dell’aiuto,
il cui ammontare non può eccedere l’importo corrispondente al periodo di
ammasso di 3 mesi.
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