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Arrivano i finanziamenti e i consorzi di difesa
tirano il fiato |
Avviato il pagamento dei circa 100 milioni di euro di arretrati.
Lo Stato ha dato il via al saldo dei contributi per il 2004 e si appresta a
fare la stessa cosa per il 2005, ma questa operazione rischia di creare
problemi alla campagna 2007.
Atre anni ormai dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 102/2004,
che ha rivoluzionato il settore delle assicurazioni in agricoltura e degli
aiuti statali per danni ambientali, L’Informatore Agrario tira le somme,
verifica i progressi e i limiti che hanno caratterizzato quella scelta
legislativa. E lo fa con i primi dati relativi alla campagna assicurativa
2007, illustrando le maggiori novità del settore assicurativo e agricolo.
Una rivoluzione, si diceva, che è stata possibile grazie anche
all’istituzione del ruolo di riassicuratore pubblico conferito all’Ismea,
che ha permesso, di sgomberare il campo dalle perplessità delle compagnie
assicurative, in difficoltà a coprire rischi innovativi per i quali non
esistevano statistiche, né coperture di riassicurazione.
Oggi sono infatti circa 800 le varie combinazioni che permettono una
sostanziale personalizzazione della polizza sulle necessità
dell’imprenditore agricolo, mentre nel 2004 erano appena 300 le combinazioni
assicurative offerte dalle compagnie.
Ma anche lo Stato ha trovato il suo tornaconto, calcolabile in un risparmio
che va da 500 a 700 milioni di euro/anno in aiuti compensativi (posteriori
alle calamità naturali) non corrisposti.
La maggiore disponibilità di prodotti assicurativi unita allo snellimento
burocratico e all’innovazione tecnologica dei consorzi di difesa ha permesso
il decollo del sistema, con l’offerta di prodotti innovativi. Proprio
analizzando i dati relativi ai tipi di polizze scelte dagli agricoltori
(vedi tabella) ci si accorge come la tradizionale polizza monorischio
grandine, che nel 2004 rappresentava il 90,3% sul totale del valore
assicurato, abbia ceduto il passo, in soli tre anni, a una molteplicità di
nuove e più vantaggiose formule assicurative combinate.
Per capire l’importanza economica delle assicurazioni agricole basta pensare
al valore della sola copertura monorischio grandine pari, nel 2007, a circa
2,230 miliardi di euro, per ben 147.000 contratti assicurativi firmati (i
cosiddetti certificati).
Cala il costo delle polizze
Sempre analizzando gli ultimi dati elaborati da Asnacodi e non ancora resi
pubblici, si scopre come al crescere del valore assicurato negli ultimi tre
anni, e al corrispettivo maggiore impegno economico da parte dello Stato,
sia invece diminuito il costo medio delle polizze stesse e, cosa ancora più
importante, il costo assicurativo a carico dell’agricoltore.
Se nel 2004, infatti, il contributo statale (almeno sulla carta) era stato
quantificato in 100 milioni di euro, mentre il costo medio della polizza in
rapporto al valore assicurato era del 7,25% e il costo della stessa a carico
dell’agricoltore si fermava al 3%, per la campagna 2007 questi valori sono
calati: a fronte di un intervento economico statale fissato dalla precedente
Finanziaria in 190 milioni di euro, il costo medio della copertura
assicurativa è passato dal precedente 7,25% al 6,20% (grazie alla maggiore
competizione fra le compagnie), mentre il costo a carico dell’agricoltore si
è attestato sul 2% del valore assicurato.
E il 2008 potrebbe andare ancora meglio. La legge finanziaria in discussione
in questi giorni ha previsto lo stanziamento di 200 milioni di euro per
l’anno successivo, mentre un altro gettone da 20 milioni di euro verrà
allegato allo stanziamento della Finanziaria per volontà del ministro Paolo
De Castro.
Problema arretrati
Ma va tutto così bene? Si può considerare il dlgs 102/2004 una macchina
perfettamente funzionante? Forse no.
Va infatti ricordato che, quanto stanziato dal Governo per il 2008 non sarà
tutto spendibile per le polizze dello stesso anno assicurativo: una
situazione di scoperti pregressi, ovvero di anticipi e saldi che il
Ministero delle politiche agricole avrebbe dovuto versare tempo addietro ai
consorzi di difesa che fungono da cuscinetto finanziario fra agricoltura,
Stato e Compagnie, si trascina ormai da troppo tempo rischiando di far
inceppare il delicato e molto oneroso meccanismo.
Il decreto 102 ha dato certamente un forte impulso a un settore vitale e
dinamico che ancora stentava a decollare nel nostro Paese, perché privo di
una normativa moderna e in linea con le regole comunitarie. Unico errore
fatto nel 2004 è stato quello di non aver messo i soldi per far funzionare
il decreto come meritava. Ed è per questo motivo che i consorzi in questi
ultimi due anni sono stati costretti a esporsi finanziariamente. Negli
ultimi quattro anni, infatti, non è filato liscio per quanto riguarda il
pagamento della parte del contributo statale (80%) per le campagne
assicurative.
Per completare il saldo del 2004 sono mancati 60 milioni di euro in
contributi statali non versati. Somma che si è trascinata fino alla fine del
2007. Nel 2006 l’alto indebitamento che si è accumulato nel tempo non ha
permesso ai consorzi di far fronte ai pagamenti delle polizze con fondi
propri ed essi sono stati obbligati, per non lasciare scoperti gli
agricoltori, a ricorrere all’indebitamento verso il sitema bancario. Uguale
discorso per il 2005, anno caratterizzato da un buco di 20 milioni di euro.
I consorzi di difesa in questo modo si sono trovati finanziariamente esposti
per conto dello Stato verso il sistema bancario di un centinaio di milioni
di euro. Vanno considerati inoltre 6 milioni di euro di interessi passivi
pagati alle banche tra il 2004 e il 2006 che, di fatto, hanno decurtato
ulteriormente i finanziamenti statali.
Solo nei primi mesi del 2007 c’è stata l’attesa svolta.
Una presa di posizione del ministro De Castro ha permesso infatti di
utilizzare parte dei fondi stanziati per il 2007 (190 milioni di euro) per
pagare i saldi arretrati e ancora non onorati. In questo modo, destinando
parte dei fondi non spesi nel 2006 e una parte di quanto stanziato nel 2007,
verranno saldati i debiti pregressi dei quali i consorzi si sono fatti
carico.
Ed è proprio notizia di questi giorni che sono iniziati ad arrivare i soldi
ai consorzi di difesa per il saldo del 2004, dopo che il Mipaaf ha dato il
via libera ai mandati di pagamento lo scorso 26 settembre. A breve, inoltre,
si aspetta il saldo del 2005.
Pagare ora gli arretrati porterà però a un altro problema. In questo modo,
infatti, dei 190 milioni di euro stanziati per il 2007 rimarranno
disponibili per la campagna 2007 appena 49 milioni. Per pagare l’acconto di
dicembre, pari all’80% dell’intero contributo spettante, servierebbero circa
120 milioni, motivo per cui all’orizzonte si prospetta un nuovo scoperto a
carico dei consorzi di difesa. Su questo punto Asnacodi sta cercando di far
quadrato con le organizzazioni agricole per reperire in Finanziaria quanto
basta per non rimanere ancora una volta indebitati con le banche come nel
passato.
Al momento un emendamento in discussione alla Commissione bilancio del
Senato sta provando a far transitare dal fondo inutilizzato per le crisi di
mercato (con una dotazione di 100 milioni di euro) almeno 40 mi-lioni alla
voce assicurativa, in modo da coprire, con quanto rimasto in cassa per il
2007, almeno il 60% di quanto necessario per far fronte alla campagna 2007.
Ed è proprio il mancato pagamento degli arretrati e la necessità di
utilizzare quanto stanziato oggi per ripianare i debiti pregressi che
limitano, di fatto, il completo decollo del sistema assicurativo.
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