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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
40
 26 Ott.- 1 Nov.

  2007
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Multa da 185 milioni per il latte italiano

Ufficializzati i dati della campagna 2006-07.
L’importo del prelievo supplementare a carico del nostro Paese è pari all’80% del totale europeo. In Francia e Regno Unito non utilizzate quote per 1,1 milioni di tonnellate.



La Commissione europea ha pubblicato i risultati scaturiti dall’applicazione nei 25 Paesi membri del regime comunitario del prelievo supplementare sul latte.
Ancora una volta l’Italia ha superato la quota nazionale e si conferma come il Paese con il volume più elevato di eccedenze produttive e, quindi, con la sanzione più consistente.
Tabella produzione di latteSono solo 7 gli Stati membri che hanno oltrepassato il contingente produttivo loro assegnato, cumulando un prelievo complessivo di 220 milioni di euro, di cui ben 176 imputati all’Italia che, in tal modo, copre l’80% del totale.
Il nostro Paese ha registrato un superamento della propria quota di 617.623 t, pari al 6% del quantitativo globale garantito.
Degli altri 6 Paesi con sanzioni, solo l’Austria denuncia un superamento consistente che ammonta al 3,3% della quota nazionale. Tutti gli altri hanno registrato eccedenze di produzione inferiori all’1%. Sono sufficienti solo questi pochi dati per confermare la natura patologica della situazione in Italia per quanto riguarda le quote latte, nonostante gli sforzi profusi da oltre 10 anni a questa parte.
A fine luglio Agea ha reso noto i risultati dei conteggi di fine campagna, calcolando una sanzione complessiva per i produttori italiani di 185 milioni di euro (vedi anche L’Informatore Agrario n. 29/2007, pag. 9 e 10). Di questo consistente importo, 176 milioni saranno trattenuti da Bruxelles nei prossimi mesi e il resto rimarrà nelle casse dell’Organismo pagatore nazionale per far fronte a eventuali contenziosi con i produttori ricorrenti e per rimediare a possibili errori nella imputazione del prelievo.
La legge 119/2003, contenente le disposizioni di applicazione del regime delle quote latte a livello nazionale, stabilisce infatti che il prelievo supplementare è imputato sul volume delle eccedenze di produzione a livello nazionale, maggiorato del 5%. In tal modo si accantona a livello di Agea una riserva di fondi da utilizzare per le esigenze indicate.
Per questa ragione si riscontra la differenza tra l’importo del prelievo calcolato dalla Commissione e l’importo del prelievo imputato a livello nazionale dall’Amministrazione competente.
Ma cosa è successo a livello europeo nel corso della campagna 2006-2007 rispetto a quella precedente? A parte la conferma dell’anomalia italiana, essenzialmente è stata constatata una diffusa difficoltà nel raggiungere gli attesi livelli di produzione.

Poco latte in Europa
Grazie agli aumenti delle quote nazionali decise con la riforma del 2003, i 25 Paesi dell’Ue avrebbero potuto produrre 1,2 milioni di tonnellate di latte in più rispetto all’annata precedente. Invece hanno prodotto 200.000 t in meno. Le ragioni alla base della performance negativa sono sia di natura congiunturale, con il cattivo andamento climatico che ha influito sui volumi produttivi, sia di tipo strutturale, per l’effetto della riforma della pac del 2003 e la difficile situazione di mercato fino a tutto il 2006 che hanno indotto molti allevatori a cessare per sempre l’attività.
I casi della Francia e del Regno Unito, rispettivamente con oltre 600.000 e quasi 500.000 t di quote non utilizzate, sono i segnali più evidenti della crisi che il settore del latte in Europa ha attraversato negli ultimi tempi. La mancanza di fiducia degli allevatori e le poco incoraggianti prospettive hanno influito sulla capacità produttiva.
Ora le condizioni sono cambiate e i prezzi del latte sono decisamente più favorevoli in tutta Europa. Pertanto, nell’attuale campagna di commercializzazione dovremmo assistere a un’inversione di tendenza, con un diffuso incremento dell’offerta e una maggiore capacità dei diversi Paesi di saturare la quota nazionale disponibile.
I dati di sintesi del periodo 2006-2007 sono interessanti anche perché potrebbero influire sul dibattito politico in atto per la revisione dello stato di salute della pac e, in particolare, sulle decisioni in merito al futuro del regime delle quote di produzione.
Lo scenario di mercato è caratterizzato da quotazioni elevate, dall’incremento delle esportazioni sul mercato mondiale e dalla scarsità dell’offerta di materia prima. Sul fronte politico si parla di prevedere misure per una fuoriuscita graduale dal regime delle quote latte.
Combinando i due elementi potrebbe emergere una chiara propensione a favore di misure tali da accelerare la fine delle quote e promuovere una ripresa produttiva a livello europeo.
 

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