POLITICA
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La lingua blu arriva nella Pianura Padana |
A parma quattro bovini positivi alle analisi
L’Unità di crisi del Ministero della salute deve ora decidere le restrizioni
alla movimentazione degli animali. Cauto ottimismo per l’assenza di contagio
nei capi della stessa azienda.
Ciò
che i responsabili dei Servizi sanitari italiani e gli stessi allevatori
temevano si è realizzato.
Il 15 ottobre scorso il Ministero della salute ha annunciato, purtroppo, i
primi casi di lingua blu del sierotipo BTV8 in un allevamento della
provincia di Parma, riscontrati in bovini provenienti dalla Francia.
La positività è stata confermata dal Centro nazionale di referenza
dell’Istituto zooprofilattico di Teramo su 4 capi appartenenti al medesimo
lotto di 16 bovini di razza Charolaise arrivati il 25 agosto scorso dal
Dipartimento francese dello Yonne.
Il Ministero della salute ha reso noto inoltre che i test eseguiti su tutti
gli altri animali dell’azienda sono stati negativi, da cui si deduce che il
contagio non sia ancora avvenuto. Sono tuttora in corso i test negli
allevamenti situati in una fascia di 4 km intorno all’azienda per verificare
questa ipotesi.
La scoperta dei capi positivi è conseguente all’esecuzione del piano,
attivato dal Ministero della salute, per rintracciare la malattia nei bovini
giunti dalla Francia, come dalla Germania, dopo il 12 luglio scorso e dalle
zone successivamente soggette a provvedimenti di restrizione per la presenza
di focolai di blue tongue.
Si tratta quindi di una ricerca «attiva» del virus che, considerati gli
attuali 5.300 casi positivi dichiarati in Francia e le decine di migliaia di
bovini da ristallo importati nel periodo dalle zone successivamente soggette
a restrizione, aveva forti probabilità di dare risultati positivi.
Altri casi sospetti, sempre su ristalli giunti dalla Francia nella Pianura
Padana, sono all’esame del Centro di referenza di Teramo.
Provvedimenti in arrivo
L’Unità di crisi, prontamente attivata dal Ministero della salute con i
responsabili dei Servizi veterinari delle Regioni interessate, ha deciso di
attendere l’esito di questi test in modo da avere un quadro più preciso
della situazione, sulla cui gravità saranno modulati i provvedimenti
restrittivi alla movimentazione dei ruminanti.
Cauto ottimismo induce il fatto che nell’azienda di Parma non sia avvenuto
ancora il contagio con i capi presenti nello stesso allevamento. Potrebbe
essere che, seppur presenti nella Pianura Padana gli insetti vettori
specifici (Culicoides spp.), le condizioni climatiche dell’ultimo periodo
non siano state particolarmente favorevoli e abbiano attenuato la loro
capacità di diffusione del virus. In ogni caso le prossime settimane e i
mesi saranno più freddi e inibiranno progressivamente i voli degli insetti.
La patologia, come noto, colpisce i ruminanti, non comporta alcun pericolo
per i consumatori e non ha effetti sui prodotti di origine animale.
La malattia, qualora si verificasse, andrebbe quindi a pesare soprattutto
sugli ovini e sulle mandrie di vacche, da latte nel caso della Pianura
Padana, sia come effetto diretto che indiretto con le limitazioni alla
movimentazione degli animali che possono avvenire solo all’interno delle
zone di restrizione o, in deroga, per andare ai macelli autorizzati.
Paradossalmente gli allevamenti di bovini da carne situati in zone di
restrizione potrebbero avere un vantaggio indiretto poiché potrebbero
importare i ristalli dai territori francesi parimenti soggetti a
restrizione, come già avviene, ad esempio, in Germania.
L’Unione Europea solo recentemente ha preso atto della gravità
dell’epidemia. In quest’ultimo periodo sono stati segnalati infatti i primi
focolai del medesimo sierotipo BTV8 anche in Gran Bretagna, Danimarca,
Repubblica Ceca oltre a Belgio, Germania, Paesi Bassi e Francia,
espandendosi gradualmente dal 2006 per un totale di oltre 23.500 casi a
oggi.
Finora, pur riferendosi ai criteri della direttiva Ce 75/2000, ogni Stato
membro attuava una propria politica di difesa, sostanzialmente di tipo
passivo, che si è dimostrata insufficiente. In alcuni Paesi e per altri
sierotipi (ne sono stati individuati ben sei nel continente) sono stati
messi a punto vaccini che si sono rivelati efficaci, come in Italia per il
sierotipo BTV1 diffuso nel Centro e Sud del Paese, o in Spagna per il
sierotipo BTV4, dove lo scorso anno sono stati vaccinati 2.800.000 bovini
ottenendo animali immunizzati.
Il 3 ottobre scorso a Bruxelles il Comitato permanente per la sicurezza
alimentare ha votato un nuovo regolamento, in fase di pubblicazione e che
verrà applicato dal prossimo 15 novembre, le cui disposizioni prevedono il
monitoraggio obbligatorio in tutti i Paesi colpiti, mentre gli altri
dovranno adottare livelli di sorveglianza proporzionati al loro grado di
rischio.
Le autorità nazionali dovranno notificare alla Commissione l’istituzione di
ogni zona di restrizione. Il dato confluirà in un elenco gestito dalla
Commissione in maniera semplificata e più trasparente per dare informazioni
al pubblico. Vengono chiarite anche le condizioni per la movimentazione
degli animali all’interno e dalle zone di restrizione e stabiliti i criteri
per l’allentamento delle misure in periodi limitati, cioè nei mesi freddi,
in cui si riscontri l’assenza del vettore.
Ma la vera novità è rappresentata dalla decisione di introdurre la
vaccinazione come sistema attivo di lotta. Il vaccino per il sierotipo BTV8
si ritiene potrà essere disponibile non prima della prossima primavera.
Restano tuttavia da definire le modalità di ripartizione del costo tra
Bruxelles e gli Stati interessati, che dato il gran numero di animali da
vaccinare sarà parecchio elevato e che è facile ipotizzare sia stato il
motivo del non tempestivo intervento in passato.
Altro elemento importante è la possibilità di deroga al blocco della
movimentazione dopo un periodo di almeno 14 o 28 giorni di trattamento con
un insetticida specifico contro i vettori e successivo esame virologico o
sierologico su tutti i capi in oggetto. Questa deroga è importante poiché, a
partire dalle prossime settimane, consentirà di riaprire il flusso di bovini
da ristallo dal Centro della Francia verso l’Italia. Nel frattempo vogliamo
sperare che l’epidemia non si diffonda nella Pianura Padana.
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