POLITICA
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Sulle scelte per l'ortofrutta italiana i nodi
vengono al pettine |
Discussione accesa per l’applicazione della nuova ocm.
L’aiuto a ettaro unitario deciso dal Ministero, per tutti i produttori di
agrumi, scontenta chi lavora per la trasformazione e comporterà travasi
territoriali di risorse. Divide anche il possibile prolungamento del divieto
dell’articolo 51.
La prima applicazione della riforma dell’organizzazione comune di mercato
per il settore della frutta e degli ortaggi tiene banco e continua a far
discutere a livello nazionale.
Il 28 settembre scorso, presso l’Unioncamere di Roma, Legacoop
agroalimentare ha organizzato un convegno per approfondire l’argomento, con
i rappresentanti delle istituzioni (Mipaaf e Commissione europea), del mondo
della cooperazione e delle organizzazioni di prodotto.
È intervenuto anche il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro,
evidenziando le opportunità che si presentano per il settore, alla luce
delle novità della riforma e della possibilità di perseguire una politica di
aggregazione dell’offerta e di qualificazione della produzione made in Italy.
Nei giorni scorsi, sono stati anche trasmessi alla Conferenza Stato-Regioni
i testi dei decreti nazionali contenenti le scelte applicative della nuova
politica di sostegno.
Ci sono ancora poche settimane prima di chiudere la partita e decidere come
erogare i pagamenti diretti a favore dei produttori.
In prospettiva, ci sono operazioni e sfide ancora più importanti da portare
a termine. Prima tra tutte, quella dell’utilizzo delle risorse finanziarie
per la gestione dei programmi operativi delle organizzazioni dei produttori
(op) e il riadattamento del sistema ortofrutticolo organizzato nazionale al
nuovo scenario che si è determinato.
Al momento, però, le maggiori attenzioni sono riservate alle opzioni
nazionali per la prima applicazione del disaccoppiamento, che rimane sempre
una componente di fondamentale importanza della riforma.
Agrumi
La principale questione da sciogliere rimane quella degli agrumi. Il
Ministero propone un importo uniforme per ettaro da erogare a tutti gli
agricoltori che gestiscono degli agrumeti, prendendo come base di
riferimento la superficie aziendale coltivata nel 2006.
In pratica, per questo specifico settore di attività, non verrebbe applicato
il metodo individuale storico, ma una aliquota unica, indipendente dagli
aiuti ricevuti da ciascun produttore.
Il montante finanziario settoriale di 122 milioni di euro verrebbe così
suddiviso per l’estensione della coltivazione di agrumi, a livello
nazionale, così come statisticamente risulta nell’anno solare 2006, anche a
seguito della ricognizione preliminare condotta da Agea nelle scorse
settimane, ottenendo un aiuto base forfettario da prendere in esame per la
determinazione e l’attribuzione definitiva dei titoli disaccoppiati.
La differenza tra il metodo storico individuale e quello dell’aliquota unica
non è di poco conto. Per i produttori orientati all’attività di
trasformazione si calcola un importo orientativo superiore a 2.000 euro/ha
con il primo modello e un importo pari a meno della metà con l’aiuto unico.
Per i produttori specializzati nella vendita sul mercato fresco la
differenza è ancora più drastica: con il metodo storico non prenderebbero
alcun aiuto disaccoppiato, mentre con quello proposto nella bozza di decreto
ministeriale otterrebbero dei diritti di valore interessante.
«Abbiamo scelto la strada dell’aiuto a ettaro unitario per tutti i
produttori italiani di agrumi» ha detto al convegno di Legacoop il dirigente
Mipaaf, Mario Catania. «Qualsiasi trascinamento indiretto del sistema di
aiuto attuale – ha proseguito Catania – non corrisponde all’interesse del
comparto. Riteniamo che ci sia la possibilità di riposizionamento sul prezzo
del prodotto e di conservare la competitività della filiera. Secondo le
nostre valutazioni, la decisione prospettata non porterà traumi al settore.
Siamo altresì consapevoli che porterà dei travasi territoriali di risorse.
Ora il provvedimento è presso la Conferenza Stato-Regioni per le relative
valutazioni».
Sempre il 28 settembre il controverso argomento agrumi è stato trattato
anche in un convegno della Cia siciliana, nel corso del quale il presidente
nazionale, Giuseppe Politi, ha espresso apprezzamento e soddisfazione per la
decisione del ministro di applicare immediatamente il disaccoppiamento
totale nel settore, accompagnato dal sistema dell’aliquota unica di aiuto.
L’articolo 51
Un altro fronte rimane aperto in materia di prima applicazione in Italia
della riforma della pac nel settore dell’ortofrutta ed è il divieto di
coltivazione di questi prodotti sulle superfici abbinate annualmente ai
diritti disaccoppiati: il famoso articolo 51.
L’Unione Europea propone la rimozione del divieto, ma concede allo Stato
membro la possibilità di prevedere un periodo transitorio di ulteriore
validità di 3 anni. Il Mipaaf intende utilizzare tale possibilità e, quindi,
non considera ammissibili ai pagamenti diretti disaccoppiati le superfici
agricole sulle quali sono coltivati frutta e ortaggi, diversi da pomodoro
destinato alla trasformazione e agrumi. Emerge, però, una richiesta da parte
della cooperazione, dell’industria e delle stesse organizzazioni di
produttori di rimuovere da subito il divieto dell’articolo 51. Anche questa
è una materia problematica affidata alla discussione che ci sarà in seno
alla Conferenza Stato-Regioni.
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