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L'Informatore Agrario
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37
 5 - 11 Ott.

  2007
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Sulle scelte per l'ortofrutta italiana i nodi vengono al pettine

Discussione accesa per l’applicazione della nuova ocm.
L’aiuto a ettaro unitario deciso dal Ministero, per tutti i produttori di agrumi, scontenta chi lavora per la trasformazione e comporterà travasi territoriali di risorse. Divide anche il possibile prolungamento del divieto dell’articolo 51.



La prima applicazione della riforma dell’organizzazione comune di mercato per il settore della frutta e degli ortaggi tiene banco e continua a far discutere a livello nazionale.
Il 28 settembre scorso, presso l’Unioncamere di Roma, Legacoop agroalimentare ha organizzato un convegno per approfondire l’argomento, con i rappresentanti delle istituzioni (Mipaaf e Commissione europea), del mondo della cooperazione e delle organizzazioni di prodotto.
È intervenuto anche il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, evidenziando le opportunità che si presentano per il settore, alla luce delle novità della riforma e della possibilità di perseguire una politica di aggregazione dell’offerta e di qualificazione della produzione made in Italy.
Nei giorni scorsi, sono stati anche trasmessi alla Conferenza Stato-Regioni i testi dei decreti nazionali contenenti le scelte applicative della nuova politica di sostegno.
Ci sono ancora poche settimane prima di chiudere la partita e decidere come erogare i pagamenti diretti a favore dei produttori.
In prospettiva, ci sono operazioni e sfide ancora più importanti da portare a termine. Prima tra tutte, quella dell’utilizzo delle risorse finanziarie per la gestione dei programmi operativi delle organizzazioni dei produttori (op) e il riadattamento del sistema ortofrutticolo organizzato nazionale al nuovo scenario che si è determinato.
Al momento, però, le maggiori attenzioni sono riservate alle opzioni nazionali per la prima applicazione del disaccoppiamento, che rimane sempre una componente di fondamentale importanza della riforma.
Agrumi
La principale questione da sciogliere rimane quella degli agrumi. Il Ministero propone un importo uniforme per ettaro da erogare a tutti gli agricoltori che gestiscono degli agrumeti, prendendo come base di riferimento la superficie aziendale coltivata nel 2006.
In pratica, per questo specifico settore di attività, non verrebbe applicato il metodo individuale storico, ma una aliquota unica, indipendente dagli aiuti ricevuti da ciascun produttore.
Il montante finanziario settoriale di 122 milioni di euro verrebbe così suddiviso per l’estensione della coltivazione di agrumi, a livello nazionale, così come statisticamente risulta nell’anno solare 2006, anche a seguito della ricognizione preliminare condotta da Agea nelle scorse settimane, ottenendo un aiuto base forfettario da prendere in esame per la determinazione e l’attribuzione definitiva dei titoli disaccoppiati.
La differenza tra il metodo storico individuale e quello dell’aliquota unica non è di poco conto. Per i produttori orientati all’attività di trasformazione si calcola un importo orientativo superiore a 2.000 euro/ha con il primo modello e un importo pari a meno della metà con l’aiuto unico.
Per i produttori specializzati nella vendita sul mercato fresco la differenza è ancora più drastica: con il metodo storico non prenderebbero alcun aiuto disaccoppiato, mentre con quello proposto nella bozza di decreto ministeriale otterrebbero dei diritti di valore interessante.
«Abbiamo scelto la strada dell’aiuto a ettaro unitario per tutti i produttori italiani di agrumi» ha detto al convegno di Legacoop il dirigente Mipaaf, Mario Catania. «Qualsiasi trascinamento indiretto del sistema di aiuto attuale – ha proseguito Catania – non corrisponde all’interesse del comparto. Riteniamo che ci sia la possibilità di riposizionamento sul prezzo del prodotto e di conservare la competitività della filiera. Secondo le nostre valutazioni, la decisione prospettata non porterà traumi al settore. Siamo altresì consapevoli che porterà dei travasi territoriali di risorse. Ora il provvedimento è presso la Conferenza Stato-Regioni per le relative valutazioni».
Sempre il 28 settembre il controverso argomento agrumi è stato trattato anche in un convegno della Cia siciliana, nel corso del quale il presidente nazionale, Giuseppe Politi, ha espresso apprezzamento e soddisfazione per la decisione del ministro di applicare immediatamente il disaccoppiamento totale nel settore, accompagnato dal sistema dell’aliquota unica di aiuto.

L’articolo 51
Un altro fronte rimane aperto in materia di prima applicazione in Italia della riforma della pac nel settore dell’ortofrutta ed è il divieto di coltivazione di questi prodotti sulle superfici abbinate annualmente ai diritti disaccoppiati: il famoso articolo 51.
L’Unione Europea propone la rimozione del divieto, ma concede allo Stato membro la possibilità di prevedere un periodo transitorio di ulteriore validità di 3 anni. Il Mipaaf intende utilizzare tale possibilità e, quindi, non considera ammissibili ai pagamenti diretti disaccoppiati le superfici agricole sulle quali sono coltivati frutta e ortaggi, diversi da pomodoro destinato alla trasformazione e agrumi. Emerge, però, una richiesta da parte della cooperazione, dell’industria e delle stesse organizzazioni di produttori di rimuovere da subito il divieto dell’articolo 51. Anche questa è una materia problematica affidata alla discussione che ci sarà in seno alla Conferenza Stato-Regioni.
 

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