POLITICA
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Nuovo prezzo del latte in Lombardia |
Ritoccato l’accordo interprofessionale.
Il mondo agricolo ha raggiunto l’intesa con l’industria per una più equa
remunerazione del prodotto alla luce delle tensioni esistenti sul mercato
nazionale e internazionale.
Il
prezzo di base del latte crudo alla stalla è stato adeguato in Lombardia
alla cifra media, per il periodo ottobre 2007- marzo 2008, di 0,40 euro/L
più Iva.
Infatti, il 12 settembre scorso a Milano, dopo una trattativa-maratona di 10
ore, Coldiretti, Cia e Confagricoltura della Lombardia hanno firmato con
Assolatte un accordo integrativo rispetto a quello già in essere dal marzo
scorso, che prevedeva un prezzo di riferimento di 0,33156 euro/L.
Quindi, l’obiettivo di adeguare il prezzo di base del latte lombardo al
nuovo scenario del mercato internazionale è stato raggiunto, anche perché
alcune industrie di trasformazione del latte avevano rotto il fronte comune
e iniziavano a offrire cifre migliorative rispetto al prezzo di riferimento,
con fughe in avanti che hanno condizionato i rapporti tra industria e
conferenti.
Gli elementi salienti
Nello specifico, Assolatte, Coldiretti, Cia e Confagricoltura della
Lombardia, nel confermare la piena validità dell’accordo interprofessionale
di marzo, hanno deciso un’integrazione che prevede: un prezzo di 0,38 euro/L
per prodotto consegnato alle imprese acquirenti nel periodo 1° ottobre-31
dicembre 2007; un prezzo di 0,42 euro/L per il periodo 1° gennaio 2008-31
marzo 2008.
Le imprese acquirenti si impegnano a erogare, inoltre, un’indennità
forfettaria per il latte consegnato nel mese di settembre 2007, pari a 0,02
euro/L da liquidare entro la fine dell’anno.
Le organizzazioni agricole regionali si impegneranno, a loro volta, a
sensibilizzare le imprese conferenti a ritirare tutte le disdette inviate
alle imprese acquirenti e a non attuare alcuna forma di mobilitazione fino
al termine della campagna 2007-2008.
Essendo comunque in essere un accordo interprofessionale valido fino a marzo
2008, le organizzazioni agricole hanno dato atto ad Assolatte e alle imprese
di trasformazione lombarde della sensibilità dimostrata nell’accettazione
delle legittime richieste dei rappresentanti del mondo agricolo, che si sono
rifatte alla situazione di mercato internazionale del latte e del costo
delle materie prime.
Mercato in tensione
D’altra
parte, da tempo, tutti i livelli dei listini del settore lattiero-caseario
sono sotto pressione. Anche quelli del burro e dei formaggi, in generale,
sono aumentati, tanto che le quotazioni del Grana Padano sono incrementate
di circa il 20% e i detentori del prodotto ne immettono sul mercato scarse
quantità in attesa evidentemente dei possibili futuri rialzi.
Spesso, pertanto, capita che il latte venga acquistato e subito rivenduto.
Con tale aggiornamento il sistema interprofessionale del latte lombardo,
costituito dalle organizzazioni agricole regionali e Assolatte, è riuscito a
riequilibrare un situazione che creava degli scompensi.
Certamente ora varrà la pena di capire cosa succederà al Tavolo convocato
per il prossimo 20 settembre dal ministro delle politiche agricole, Paolo De
Castro, al quale parteciperà anche la distribuzione, la grande incognita del
mercato per il possibile recupero dei listini.
Infatti, in un momento di allarme di aumento dei prezzi finali, si attende a
questo punto un giustificato ritorno sui prodotti di alta qualità del
settore lattiero-caseario.
A proposito di qualità, si rimarca che nel nuovo aggiornamento del prezzo
del latte alla stalla, la questione della tabella non è stata posta
all’ordine del giorno, rimandando tale valutazione a tempi successivi.
Le parti, agricola e industriale, si sono concentrate solo nella discussione
del nuovo livello di base del prezzo di riferimento. Anche perché le
organizzazioni agricole avevano già cominciato a raccogliere le disdette in
forza di una ventilata risoluzione anticipata del contratto per sopravvenuta
onerosità e il primo obiettivo era quello di alzare il più possibile il
livello del prezzo pagato agli allevatori.
La conclusione della trattativa è forse la migliore mediazione tra la
domanda dei rappresentanti del mondo agricolo lombardo e l’offerta,
rilanciata più volte, che si attestava sempre sotto la soglia media dei 0,40
euro/L.
L’accordo riguarda gli allevamenti della regione Lombardia che rappresentano
circa il 40% della produzione nazionale. Tale intesa, tra l’altro, fa
seguito a quella raggiunta in molte regioni del Mezzogiorno, con l’obiettivo
di garantire un’adeguata remunerazione agli allevatori e di consentire ai
consumatori di fare acquisti al giusto prezzo.
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