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L'Informatore Agrario
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33
 7 - 13 Sett.

  2007
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Attualità POLITICA

Anche il latte protagonista nella corsa al rialzo dei prezzi

Il mercato è in ebollizione in Italia e anche all’estero.
Si attende che il ministro De Castro convochi i Tavoli di filiera per discutere l’aggiornamento del prezzo. L’occasione è propizia anche per rivedere i rapporti interni alla filiera.


Il mercato del latte è in forte tensione: la domanda eccede l’offerta e i prezzi sono schizzati verso l’alto, a livelli in qualche caso mai visti nel passato.
In particolare, a registrare i maggiori incrementi sono i prodotti di base, come il burro e il latte scremato in polvere. Ora, però, anche i listini dei formaggi si sono mossi, con le quotazioni del Grana Padano che hanno raggiunto i massimi livelli degli ultimi due anni e quelle del Parmigiano-Reggiano che pure hanno registrato incrementi incoraggianti, dopo anni di crisi.
L’accordo interprofessionale sul prezzo siglato in Lombardia a fine marzo scorso ha funzionato come punto di riferimento anche per gli accordi in altre regioni italiane, ma oggi è palesemente inadeguato a rappresentare la situazione. Da qui la richiesta che si leva da più parti, come già riportato ne L’Informatore Agrario n. 27/2007 a pag. 14, di riconsiderare l’intesa e adeguare il prezzo del latte crudo alla stalla che, altrimenti, rimarrebbe fermo fino al mese di marzo 2008.

Il punto della situazione
In Piemonte i Cobas hanno annunciato lo sciopero del latte che dovrebbe partire a breve. La protesta consiste nella sospensione delle consegne ai caseifici per 15 giorni. In tal modo si cerca di mettere in crisi il sistema della trasformazione e convincere l’industria ad alzare i prezzi; ma la protesta sembra orientata anche a contestare il regime delle quote latte, considerato il vecchio nemico che limita l’espansione della capacità produttiva delle aziende zootecniche (vedi riquadro).
Sempre in Piemonte, la Coldiretti e l’Associazione regionale dei produttori latte mirano all’aumento del prezzo del latte e all’incremento delle quote, in modo da ripristinare il taglio della quota B e dare un’assegnazione supplementare lineare a coloro che dispongono solamente di quota A.
In Friuli Venezia Giulia la Cooperativa latte Nord Est sta fornendo i caseifici della zona, facendosi pagare la materia prima 0,4 euro/L,con l’impegno a consegnare latte per tutto il mese di settembre. Poi continuerà la fornitura a condizione che gli acquirenti corrispondano 0,5 euro/L.
Nel Lazio si sono tenute delle riunioni a carattere interprofessionale per fissare il prezzo del latte, ma a oggi non è scaturito alcun risultato. È probabile che il negoziato continuerà sotto l’egida dell’assessore regionale all’agricoltura.
In Abruzzo si sono di recente incontrati i rappresentanti dei produttori e dell’industria di trasformazione e hanno fissato a 0,44 euro/L più Iva il prezzo del latte crudo alla stalla per la corrente annata: 11 centesimi in più rispetto a quello siglato in Lombardia (+33%).
Anche in questa regione, a fine luglio, ci sono stati degli incontri tra le organizzazioni agricole e gli acquirenti. Insieme hanno preso atto che l’attuale situazione di mercato è radicalmente cambiata rispetto all’epoca nella quale è stato sottoscritto l’accordo interprofessionale per il 2007-2008.
Ne è scaturita la richiesta indirizzata al ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, e all’assessore all’agricoltura, Viviana Beccalossi, di convocare al più presto un Tavolo di filiera, dove discutere unitamente alla distribuzione.
«Le organizzazioni hanno condiviso la necessità di dare continuità al confronto interprofessionale e contestualmente di interessare le istituzioni nazionali e regionali, affinché si attivi un percorso condiviso di filiera a tutela della competitività delle imprese, della qualità dei prodotti e nell’interesse dei consumatori» si legge in un comunicato diffuso da Assolatte.

Le richieste di Unalat
Il presidente di Unalat, Ernesto Folli, da tempo ha denunciato l’errore compiuto la scorsa primavera in Lombardia, quando è stato fissato il prezzo del latte nell’ambito di un Tavolo che escludeva la rappresentanza diretta dei produttori.
Da prima dell’estate Unalat ha chiesto al ministro di convocare il Tavolo di filiera a Roma per un adeguamento del prezzo, l’introduzione dell’indicizzazione e la revisione della tabella qualità che pure è costata mediamente 1 centesimo di euro/L ai produttori.
A questo punto si attende solo la convocazione al Mipaaf, in modo da individuare le migliori soluzioni che consentano di limitare i contraccolpi ai fragili equilibri che caratterizzano il mercato nazionale del latte.
In assenza di interventi ci potrebbero essere delle profonde modifiche ai flussi di destinazione della materia prima: certe produzioni e alcune categorie di imprese potrebbero andare in crisi, per effetto delle difficoltà negli approvvigionamenti.
I lavori per l’aggiornamento del prezzo del latte crudo alla stalla in Italia dovrebbero essere l’occasione per rivedere i rapporti interni alla filiera e superare la crisi del passato, caratterizzata da quattro anni senza accordo interprofessionale e con un certo caos normativo, dovuto all’abrogazione della legge n. 88/1988 e al mancato funzionamento della recente normativa sulla regolazione dei mercati.

 

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