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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
32
 31 Ago. - 6 Sett.

  2007
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Attualità POLITICA

L’Espresso spara sul biologico

Un attacco che scredita l’intero settore.
Secondo il settimanale, il biologico non avrebbe qualità nutrizionali e non darebbe benefici maggiori rispetto ai prodotti convenzionali. Il settore respinge le accuse e taccia la stampa di superficialità.



Per dirla con le parole di Vincenzo Vizioli, presidente del Comitato promotore per la Fondazione di ricerca per agricoltura biologica e biodinamica, «siamo stufi di ricerche spot, che dimenticano di calcolare l’impatto ambientale di un tipo di produzione agricola convenzionale rispetto a quella biologica».
È questo il sentimento comune a tanti produttori biologici, assieme a sdegno e delusione, di fronte a un’inchiesta pubblicata su L’Espresso del 24 agosto scorso, e ripresa anche dal quotidiano la Repubblica dello stesso giorno, che getta discredito su un intero settore, con la copertina del settimanale che «grida» il titolo «Bio che bluff».
Il servizio ha preso lo spunto da un’inchiesta pubblicata su Altroconsumo che analizza gli ingredienti presenti in alcuni prodotti biologici trasformati per la prima colazione mettendoli a confronto con prodotti omologhi ottenuti da agricoltura convenzionale.
Il risultato, secondo la rivista, è che nei primi, come nei secondi, si trovano zuccheri, sale, additivi e spesso anche grassi di scarsa qualità. Da cui l’accusa de L’Espresso al biologico di essere un bluff.
In realtà dalla lettura dell’articolo, ma soprattutto delle tabelle di cui è corredato, emerge che nei prodotti biologici non sono mai stati rilevati residui di fitofarmaci, mentre sono stati trovati nei prodotti convenzionali e che le micotossine, che secondo l’Espresso sono presenti nei cereali biologici, sono state rilevate anche in quelli convenzionali, nonostante i trattamenti con fungicidi.
Dal confronto poi fra 6 marche di frollini da colazione integrali (3 bio e 3 convenzionali), un campione per altro veramente esiguo, emerge un uso molto diffuso, come ingrediente, dell’olio di palma o di cocco, con l’eccezione di una azienda del biologico che impiega invece olio extravergine d’oliva di buona qualità.
Insomma, come afferma Lucio Cavazzoni, presidente del gruppo biologico Alce Nero & Mielizia (una delle aziende campionate da Altroconsumo), così facendo «si rischia di colpire nel mucchio, creando disorientamento e sfiducia verso quei consumatori che invece investono cura e attenzioni verso la salute e l’ambiente».

La posizione di FederBio
Numerose, ovviamente, sono state le reazioni del settore messo sotto accusa da L’Espresso.
FederBio, l’organizzazione che rappresenta tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, per bocca del suo presidente Paolo Carnemolla, nel commentare la vicenda afferma che «la copertina dell’ultimo numero del settimanale L’Espresso e i lanci che in questi giorni stanno facendo tutti i quotidiani del gruppo editoriale omonimo sono un attacco ingiustificato e grave al settore, che respingiamo con la forza e la serenità che ci danno le stesse risultanze dell’inchiesta pubblicata».
«Stiamo valutando come Federazione – ha proseguito Carnemolla – quali azioni intraprendere in ogni sede per tutelare il biologico italiano da una pessima informazione. Invitiamo fin da ora le redazioni de L’Espresso e di Altroconsumo a un confronto pubblico con le aziende del settore e le associazioni degli operatori in occasione dell’imminente manifestazione Sana, che si terrà a Bologna dal 13 settembre prossimo. Chissà che non ci possa essere finalmente quel contraddittorio che fino ad ora ci è stato sempre negato su certa stampa, sempre più autoreferenziale».


Bio, il bluff che non esiste
A margine dell’inchiesta di Altroconsumo e del servizio apparso su L’Espresso va segnalata la presa di posizione del Gruppo di lavoro prodotti biologici del Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura) che fa capo al Ministero delle politiche agricole.
«Nell’articolo di Altroconsumo sull’indagine condotta – si legge in un comunicato del 28 agosto a firma congiunta del presidente Emilio Sanesi e di Maria Antonietta Polestra della Segreteria tecnica – non compaiono i dati analitici, inoltre il numero di campioni di prodotti biologici (3 o 4) presi in esame per ogni categoria merceologica è troppo ridotto per fini statistici, ma è utile per avere indicazioni orientative».
«Emergono due dati importanti – prosegue il comunicato – cha caratterizzano la qualità dei prodotti biologici esaminati: l’assenza di antiparassitari, presenti invece in biscotti e fette biscottate convenzionali, e l’assenza di micotossine, wad eccezione solo dei fiocchi di mais, ma presenti anche in quelli convenzionali, tranne uno.
L’uso di oli di palma e cocco nei frollini biologici può essere discutibile, ma essi hanno il vantaggio di essere stati prodotti biologicamente e di non essere stati sottoposti a processi chimici per l’estrazione.
L’affermazione che gli yogurt alla frutta biologici contengano addensanti, coloranti e zuccheri tanto quanto quelli convenzionali rileva una tendenza alla somiglianza nei due settori, ma vanno tenuti presenti i vincoli che devono rispettare i produttori biologici in merito alla qualità degli ingredienti aggiuntivi che possono utilizzare.
Non siamo in grado di valutare la congruità del prezzo dei prodotti biologici, ma quello che risulta dalle tabelle di Altroconsumo è che l’ampliamento del mercato di questi prodotti ha portato anche a una differenziazione di prezzi che permette ai consumatori di poter scegliere. I prodotti biologici non sono tutti uguali, così come non lo sono i prodotti convenzionali.
Con le nostre osservazioni – conclude il comunicato – non vogliamo dire che nel settore biologico non vi siano problemi che meritino attenzione, ma non ci sembra che le argomentazioni riportate nell’indagine e nell’articolo de L’Espresso siano tali da gridare "Bio che bluff"».


 

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Nicola Castellani


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