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L’Espresso spara sul biologico |
Un attacco che scredita l’intero settore.
Secondo il settimanale, il biologico non avrebbe qualità nutrizionali e non
darebbe benefici maggiori rispetto ai prodotti convenzionali. Il settore
respinge le accuse e taccia la stampa di superficialità.
Per dirla con le parole di Vincenzo Vizioli, presidente del Comitato
promotore per la Fondazione di ricerca per agricoltura biologica e
biodinamica, «siamo stufi di ricerche spot, che dimenticano di calcolare
l’impatto ambientale di un tipo di produzione agricola convenzionale
rispetto a quella biologica».
È questo il sentimento comune a tanti produttori biologici, assieme a sdegno
e delusione, di fronte a un’inchiesta pubblicata su L’Espresso del 24 agosto
scorso, e ripresa anche dal quotidiano la Repubblica dello stesso giorno,
che getta discredito su un intero settore, con la copertina del settimanale
che «grida» il titolo «Bio che bluff».
Il servizio ha preso lo spunto da un’inchiesta pubblicata su Altroconsumo
che analizza gli ingredienti presenti in alcuni prodotti biologici
trasformati per la prima colazione mettendoli a confronto con prodotti
omologhi ottenuti da agricoltura convenzionale.
Il risultato, secondo la rivista, è che nei primi, come nei secondi, si
trovano zuccheri, sale, additivi e spesso anche grassi di scarsa qualità. Da
cui l’accusa de L’Espresso al biologico di essere un bluff.
In realtà dalla lettura dell’articolo, ma soprattutto delle tabelle di cui è
corredato, emerge che nei prodotti biologici non sono mai stati rilevati
residui di fitofarmaci, mentre sono stati trovati nei prodotti convenzionali
e che le micotossine, che secondo l’Espresso sono presenti nei cereali
biologici, sono state rilevate anche in quelli convenzionali, nonostante i
trattamenti con fungicidi.
Dal confronto poi fra 6 marche di frollini da colazione integrali (3 bio e 3
convenzionali), un campione per altro veramente esiguo, emerge un uso molto
diffuso, come ingrediente, dell’olio di palma o di cocco, con l’eccezione di
una azienda del biologico che impiega invece olio extravergine d’oliva di
buona qualità.
Insomma, come afferma Lucio Cavazzoni, presidente del gruppo biologico Alce
Nero & Mielizia (una delle aziende campionate da Altroconsumo), così facendo
«si rischia di colpire nel mucchio, creando disorientamento e sfiducia verso
quei consumatori che invece investono cura e attenzioni verso la salute e
l’ambiente».
La posizione di FederBio
Numerose, ovviamente, sono state le reazioni del settore messo sotto accusa
da L’Espresso.
FederBio, l’organizzazione che rappresenta tutta la filiera dell’agricoltura
biologica e biodinamica, per bocca del suo presidente Paolo Carnemolla, nel
commentare la vicenda afferma che «la copertina dell’ultimo numero del
settimanale L’Espresso e i lanci che in questi giorni stanno facendo tutti i
quotidiani del gruppo editoriale omonimo sono un attacco ingiustificato e
grave al settore, che respingiamo con la forza e la serenità che ci danno le
stesse risultanze dell’inchiesta pubblicata».
«Stiamo valutando come Federazione – ha proseguito Carnemolla – quali azioni
intraprendere in ogni sede per tutelare il biologico italiano da una pessima
informazione. Invitiamo fin da ora le redazioni de L’Espresso e di
Altroconsumo a un confronto pubblico con le aziende del settore e le
associazioni degli operatori in occasione dell’imminente manifestazione
Sana, che si terrà a Bologna dal 13 settembre prossimo. Chissà che non ci
possa essere finalmente quel contraddittorio che fino ad ora ci è stato
sempre negato su certa stampa, sempre più autoreferenziale».
Bio, il bluff che non esiste
A margine dell’inchiesta di Altroconsumo e del servizio apparso
su L’Espresso va segnalata la presa di posizione del Gruppo di
lavoro prodotti biologici del Cra (Consiglio per la ricerca in
agricoltura) che fa capo al Ministero delle politiche agricole.
«Nell’articolo di Altroconsumo sull’indagine condotta – si legge in
un comunicato del 28 agosto a firma congiunta del presidente Emilio
Sanesi e di Maria Antonietta Polestra della Segreteria tecnica – non
compaiono i dati analitici, inoltre il numero di campioni di
prodotti biologici (3 o 4) presi in esame per ogni categoria
merceologica è troppo ridotto per fini statistici, ma è utile per
avere indicazioni orientative».
«Emergono due dati importanti – prosegue il comunicato – cha
caratterizzano la qualità dei prodotti biologici esaminati:
l’assenza di antiparassitari, presenti invece in biscotti e fette
biscottate convenzionali, e l’assenza di micotossine, wad eccezione
solo dei fiocchi di mais, ma presenti anche in quelli convenzionali,
tranne uno.
L’uso di oli di palma e cocco nei frollini biologici può essere
discutibile, ma essi hanno il vantaggio di essere stati prodotti
biologicamente e di non essere stati sottoposti a processi chimici
per l’estrazione.
L’affermazione che gli yogurt alla frutta biologici contengano
addensanti, coloranti e zuccheri tanto quanto quelli convenzionali
rileva una tendenza alla somiglianza nei due settori, ma vanno
tenuti presenti i vincoli che devono rispettare i produttori
biologici in merito alla qualità degli ingredienti aggiuntivi che
possono utilizzare.
Non siamo in grado di valutare la congruità del prezzo dei prodotti
biologici, ma quello che risulta dalle tabelle di Altroconsumo è che
l’ampliamento del mercato di questi prodotti ha portato anche a una
differenziazione di prezzi che permette ai consumatori di poter
scegliere. I prodotti biologici non sono tutti uguali, così come non
lo sono i prodotti convenzionali.
Con le nostre osservazioni – conclude il comunicato – non vogliamo
dire che nel settore biologico non vi siano problemi che meritino
attenzione, ma non ci sembra che le argomentazioni riportate
nell’indagine e nell’articolo de L’Espresso siano tali da gridare "Bio
che bluff"».
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