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«Partecipazioni statali»: il caso Giv fa
discutere |
Il ruolo dell’Isa nell’agroalimentare.
Il Gruppo italiano vini, la maggiore realtà privata dell’enologia italiana,
ha utilizzato un finanziamento concesso dall’Istituto sviluppo
agroalimentare che fa capo al Mipaaf.
C’è
chi ha parlato del ritorno delle «partecipazioni statali» nel mondo del vino
riferendosi all’ingresso dell’Istituto sviluppo agroalimentare, Isa (la
società finanziaria del Ministero delle politiche agricole) nel capitale del
Gruppo italiano vini Verona (la filiale scaligera del maggior gruppo
enologico italiano con un fatturato di 265 milioni di euro, 15 cantine di
produzione e la gestione diretta di 1.250 ha di vigneto) come socio
finanziatore dell’acquisizione della Cantina Bolla di Pedemonte in
Valpolicella.
«Tanto rumore per nulla – ci ha spiegato l’amministratore delegato del Giv,
Emilio Pedron – in quanto in realtà si è trattato semplicemente di
un’operazione di finanziamento. Lo potevamo fare con qualsiasi altro
istituto bancario a condizioni di mercato, quello dell’Isa ci è parso il più
conveniente. In pratica il finanziamento prevede il loro ingresso nel
capitale sociale di Giv Verona per un periodo di sette anni».
In sostanza l’accordo prevede l’ingresso di Isa attraverso un’operazione di
finanza a condizioni di mercato con un finanziamento di 10 milioni di euro
in Giv Verona spa, mediante la sottoscrizione di un aumento di capitale pari
al 48,8%, mantenendo al Gruppo italiano vini la maggioranza del 51,2%.
L’operazione ha ricevuto il nullaosta del Mipaaf e della Commissione
europea.
Quello che l’amministratore delegato del Giv considera un semplice
finanziamento ha scatenato, però, un notevole polverone, nonostante la
notizia fosse arrivata in piena estate quando i giornali si occupano più di
paparazzi che di economia.
A dare parecchia enfasi alla notizia, questo va sottolineato, sono stati
primi fra tutti lo stesso Isa e il ministro delle politiche agricole Paolo
De Castro (lo stesso Pedron lo ha confermato), che hanno voluto evidenziare
l’importanza di tale operazione. Il ministro, in un comunicato di Isa, ha
sottolineato come «Isa è diventata partner del Gruppo italiano vini nel
progetto di acquisizione della cantina di Pedemonte. L’operazione conferma
l’importanza delle politiche messe in atto dal Governo per il sostegno dei
progetti delle imprese».
Per alcuni osservatori si è trattato di una classica operazione sullo stile
delle vecchie partecipazioni statali, che sono rimaste ben impresse nella
memoria degli italiani.
Per qualcuno è stato un pericoloso tuffo nel passato, dimenticando che
un’operazione di intervento a condizioni di mercato da parte dell’Isa si era
realizzata anche lo scorso anno a vantaggio del colosso italiano dell’ortofrutta
Conserve Italia. Come pure recentemente Isa è stata coinvolta anche in
operazioni con altre società dell’agroalimentare come la Rigoni di Asiago
(miele, confetture biologiche), Grandi salumifici italiani e l’Olearia
Valpesana. Operazioni passate sotto silenzio, ma evidentemente il vino «fa
più rumore».
Cos’è l’Isa
Al di là delle questioni di principio, sulla validità o meno dell’intervento
diretto pubblico in aziende private, dal nostro punto di vista oggi
probabilmente ci troviamo di fronte a una non chiara comunicazione, dettata
anche dalla scarsa conoscenza da parte degli addetti ai lavori
dell’esistenza stessa dell’Isa e, soprattutto, del suo ruolo.
Allora, a questo punto, è forse opportuno capire meglio che cos’è l’Isa, che
qualcuno si è già affrettato a ridenominare «l’Iri dell’agroalimentare».
L’ Isa è la società finanziaria del Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali nata per promuovere e sostenere progetti di sviluppo
agroindustriale che comportino, come ricaduta indotta, un miglioramento
strutturale dei livelli di reddito dei produttori agricoli. Attraverso
specifici strumenti di legge Isa supporta le imprese operanti nella fase di
trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, zootecnici e
silvicoli.
L’intervento di Isa si rivolge a società di capitali e società cooperative
economicamente e finanziariamente sane, la cui redditività sia dimostrata.
In particolare la strategia di Isa è attuata attraverso: l’incremento delle
dimensioni aziendali, l’innovazione dei processi, l’integrazione produttiva
verticale e orizzontale. Ricordiamo che all’Isa lo scorso anno era stato
affidato il compito della gestione dei contratti di filiera.
In pratica i servizi di Isa sono i seguenti: operazioni di finanza
agevolata, operazioni di finanza a condizioni di mercato (come le operazioni
che hanno riguardato Giv Verona e Conserve Italia), assistenza tecnica al
Mipaaf.
Attualmente presidente e amministratore delegato di Isa sono,
rispettivamente, Francesco Baldarelli e Walter Bellantonio. Per avere
maggiori informazioni sull’Isa consigliamo di visitare il sito
www.isa-spa.it
Sull’argomento, siamo convinti, vi saranno, ora che l’estate sta scemando e
gli operatori tornano al lavoro, ulteriori commenti. Sarebbe opportuno, dal
nostro punto di vista, che invece di soffermarsi troppo sulle questioni
ideologiche si potesse avere maggiore trasparenza sulle informazioni per
capire meglio le opportunità fornite da Isa per il nostro sistema
agroalimentare.
Molto grave sarebbe dare la sensazione che vi siano organismi statali che
agevolano imprese private senza criteri chiari e precisi di equità e
trasparenza.
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