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2007 |
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- 2006 positivo e si conta lo sia anche il 2007
- Percoche da industria, alternativa solo se la qualità è pagata
- Peschicoltura, prezzi più alti gestendo i picchi produttivi
- Il problema «stanchezza del terreno»
Nonostante la tumultuosa crescita delle produzioni asiatiche l’Unione
Europea rimane una rilevante area produttiva e l’Italia risulta il
secondo Paese produttore al mondo dopo la Cina. L’Europa, inoltre, è la
più importante area commerciale. Il consuntivo del 2006 è stato positivo
e le previsioni per il 2007, a fronte di un’offerta che non dovrebbe
superare quella dello scorso anno, possono essere altrettanto
ottimistiche. Il tutto ovviamente se la domanda del Centro-nord Europa,
«sollecitata» da temperature atmosferiche adeguate, sarà consistente.
Le previsioni dunque anche quest’anno sono abbastanza positive...e c’è
solo da rallegrarsi dopo anni difficili per la specie principe delle
drupacee.
Lo Speciale affronta nello specifico due tematiche: la prima è legata
alle prospettive di coltivazione per le percoche da industria, la
seconda all’annoso problema del «ristoppio», pratica agronomicamente
sempre sconsigliabile, ma il più delle volte attuata per esigenze
aziendali.
Si parla quindi di soluzioni produttive alternative, che necessariamente
devono tener conto, da un lato, delle esigenze dell’industria di
trasformazione a valle e, dall’altro, dell’impossibilità di trovare
idonei terreni vergini da mettere a coltura di pesco.
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