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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
30
 27 Lug. - 2 Ago.

  2007
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Attualità POLITICA

Aziende zootecniche verso una burocrazia più leggera

Si vogliono semplificare gli adempimenti a carico degli allevatori.
Il Mipaaf punta a integrare i diversi sistemi amministrativi e di controllo oggi in funzione e intende far utilizzare all’azienda solo due documenti: il fascicolo aziendale, opportunamente integrato, e il registro unico.


Il Ministero delle politiche agricole ha lanciato nei giorni scorsi la campagna per la semplificazione degli adempimenti amministrativi nel settore della zootecnia.
Un gruppo di lavoro interdisciplinare ha lavorato sulla complessa materia e ha prodotto un primo corposo documento che è stato trasmesso alle organizzazioni agricole per una valutazione e un primo approfondimento, in vista di successivi incontri. La zootecnia è il secondo settore che è preso in considerazione dal Mipaaf per attuare una politica di snellimento burocratico e amministrativo.
La scorsa primavera è stato presentato un documento di semplificazione sul settore del vino ed è stato avviato un costruttivo confronto che dovrebbe portare a risultati favorevoli in termini di riduzione del costo della gestione delle pratiche.

Un settore tartassato
Il documento sulla zootecnia ha il merito di aprire una questione sentita dagli allevatori, considerato che la zootecnia è di certo il settore maggiormente tartassato dalla burocrazia, nel quale bisogna possedere doti amministrative e competenze tecniche elevate per poter corrispondere alle esigenze della Pubblica amministrazione e degli innumerevoli interlocutori istituzionali che hanno competenze in termini di controllo: le asl, gli ex ispettorati agrari, gli organismi pagatori, le agenzie ambientali, gli enti gestori dei parchi, ecc. Tuttavia, il lavoro fin qui prodotto è ancora insufficiente.
Si fa fatica a percepire una reale volontà politica di procedere verso la strada della semplificazione. Si scorge più un esercizio interno alla Pubblica amministrazione che non uno sforzo di vestire i panni dell’azienda zootecnica e di selezionare le pratiche burocratiche inutili, ridondanti ed eccessivamente onerose rispetto all’obiettivo da perseguire, per poi procedere a una loro sistematica e immediata rimozione.
C’è tempo per migliorare il documento. Il confronto che è iniziato con le organizzazioni della filiera zootecnica dovrebbe servire proprio a far sentire la voce di chi è sull’altra sponda, che meglio di tutti sa come si deve procedere per un’autentica semplificazione. Per ottenere un accettabile risultato è necessario che il Ministero si muova con più ambizione.
Non basta, come si afferma nel documento «pensare a una nuova struttura della governance per l’intero comparto».
Il successo dell’iniziativa va misurato attraverso tangibili e concreti risultati in termini di riduzione della burocrazia e di risparmi per l’azienda e per la Pubblica amministrazione.



Tre passaggi chiave

Il nuovo approccio che si intende mettere in atto si basa su tre elementi essenziali.
Il primo è l’integrazione tra i diversi sistemi amministrativi e di controllo oggi in funzione. In pratica si pensa a un’unica strategia e a un continuo dialogo nell’ambito degli attori pubblici coinvolti, in modo da ridurre le sovrapposizioni e migliorare l’efficacia e la funzionalità del sistema di applicazione e di verifica della legislazione in campo zootecnico.
Il secondo principio è l’utilizzo di due soli documenti che l’azienda deve detenere e aggiornare, per rapportarsi con la Pubblica amministrazione, per qualsiasi tipo di attività, come ad esempio la richiesta degli aiuti della pac e la dimostrazione del rispetto dei vincoli legislativi in materia di sicurezza alimentare. I due documenti sono il fascicolo aziendale, opportunamente integrato rispetto a come è costruito oggi, e il registro unico aziendale.
A tale proposito il Mipaaf riconosce che oggi un’azienda con allevamento è obbligata a tenere aggiornati almeno 11 registri, ai quali si aggiungono le incombenze in termini di condizionalità, di benessere degli animali e l’elenco dei clienti e fornitori.
«È appena il caso di accennare che la maggior parte delle volte si è di fronte alla produzione di voluminosi fascicoli di natura cartacea, completamente scollegati tra di loro, spesso ridondanti e di dubbia utilità», si afferma nel documento prodotto a livello ministeriale.
Infine, il terzo elemento critico è la costruzione di check list a uso delle aziende zootecniche e dei soggetti deputati ai controlli, in modo da aiutare l’imprenditore a tenere sotto costante osservazione gli elementi gestionali critici e gli organi controllori a standardizzare il loro comportamento al momento degli accertamenti.
In pratica si tratta di uno strumento che consente all’azienda di monitorare con continuità l’ottemperanza ai requisiti di legge, in funzione dell’indirizzo produttivo seguito e delle proprie caratteristiche strutturali; alle autorità permette invece di concentrare i controlli sugli aspetti pertinenti allo specifico contesto aziendale.
Positiva è la volontà del Mipaaf di razionalizzare e armonizzare le attività di controllo effettuate dai diversi enti specializzati e interessante appare anche la proposta operativa che è stata formulata.
In conclusione, l’iniziativa ministeriale deve essere sostenuta e incoraggiata, ma servono più ambizione e una maggiore capacità di incidere sul problema e abbattere le resistenze opposte dal sistema burocratico.

 

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C.Di.


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