POLITICA |
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Aziende zootecniche verso una burocrazia più
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Si vogliono semplificare gli adempimenti a carico degli allevatori.
Il Mipaaf punta a integrare i diversi sistemi amministrativi e di controllo
oggi in funzione e intende far utilizzare all’azienda solo due documenti: il
fascicolo aziendale, opportunamente integrato, e il registro unico.
Il Ministero delle politiche agricole ha lanciato nei giorni scorsi la
campagna per la semplificazione degli adempimenti amministrativi nel settore
della zootecnia.
Un gruppo di lavoro interdisciplinare ha lavorato sulla complessa materia e
ha prodotto un primo corposo documento che è stato trasmesso alle
organizzazioni agricole per una valutazione e un primo approfondimento, in
vista di successivi incontri. La zootecnia è il secondo settore che è preso
in considerazione dal Mipaaf per attuare una politica di snellimento
burocratico e amministrativo.
La scorsa primavera è stato presentato un documento di semplificazione sul
settore del vino ed è stato avviato un costruttivo confronto che dovrebbe
portare a risultati favorevoli in termini di riduzione del costo della
gestione delle pratiche.
Un settore tartassato
Il documento sulla zootecnia ha il merito di aprire una questione sentita
dagli allevatori, considerato che la zootecnia è di certo il settore
maggiormente tartassato dalla burocrazia, nel quale bisogna possedere doti
amministrative e competenze tecniche elevate per poter corrispondere alle
esigenze della Pubblica amministrazione e degli innumerevoli interlocutori
istituzionali che hanno competenze in termini di controllo: le asl, gli ex
ispettorati agrari, gli organismi pagatori, le agenzie ambientali, gli enti
gestori dei parchi, ecc. Tuttavia, il lavoro fin qui prodotto è ancora
insufficiente.
Si fa fatica a percepire una reale volontà politica di procedere verso la
strada della semplificazione. Si scorge più un esercizio interno alla
Pubblica amministrazione che non uno sforzo di vestire i panni dell’azienda
zootecnica e di selezionare le pratiche burocratiche inutili, ridondanti ed
eccessivamente onerose rispetto all’obiettivo da perseguire, per poi
procedere a una loro sistematica e immediata rimozione.
C’è tempo per migliorare il documento. Il confronto che è iniziato con le
organizzazioni della filiera zootecnica dovrebbe servire proprio a far
sentire la voce di chi è sull’altra sponda, che meglio di tutti sa come si
deve procedere per un’autentica semplificazione. Per ottenere un accettabile
risultato è necessario che il Ministero si muova con più ambizione.
Non basta, come si afferma nel documento «pensare a una nuova struttura
della governance per l’intero comparto».
Il successo dell’iniziativa va misurato attraverso tangibili e concreti
risultati in termini di riduzione della burocrazia e di risparmi per
l’azienda e per la Pubblica amministrazione.
Tre passaggi chiave
Il nuovo approccio che si intende mettere in atto si basa su tre elementi
essenziali.
Il primo è l’integrazione tra i diversi sistemi amministrativi e di
controllo oggi in funzione. In pratica si pensa a un’unica strategia e a un
continuo dialogo nell’ambito degli attori pubblici coinvolti, in modo da
ridurre le sovrapposizioni e migliorare l’efficacia e la funzionalità del
sistema di applicazione e di verifica della legislazione in campo
zootecnico.
Il secondo principio è l’utilizzo di due soli documenti che l’azienda deve
detenere e aggiornare, per rapportarsi con la Pubblica amministrazione, per
qualsiasi tipo di attività, come ad esempio la richiesta degli aiuti della
pac e la dimostrazione del rispetto dei vincoli legislativi in materia di
sicurezza alimentare. I due documenti sono il fascicolo aziendale,
opportunamente integrato rispetto a come è costruito oggi, e il registro
unico aziendale.
A tale proposito il Mipaaf riconosce che oggi un’azienda con allevamento è
obbligata a tenere aggiornati almeno 11 registri, ai quali si aggiungono le
incombenze in termini di condizionalità, di benessere degli animali e
l’elenco dei clienti e fornitori.
«È appena il caso di accennare che la maggior parte delle volte si è di
fronte alla produzione di voluminosi fascicoli di natura cartacea,
completamente scollegati tra di loro, spesso ridondanti e di dubbia
utilità», si afferma nel documento prodotto a livello ministeriale.
Infine, il terzo elemento critico è la costruzione di check list a uso delle
aziende zootecniche e dei soggetti deputati ai controlli, in modo da aiutare
l’imprenditore a tenere sotto costante osservazione gli elementi gestionali
critici e gli organi controllori a standardizzare il loro comportamento al
momento degli accertamenti.
In pratica si tratta di uno strumento che consente all’azienda di monitorare
con continuità l’ottemperanza ai requisiti di legge, in funzione
dell’indirizzo produttivo seguito e delle proprie caratteristiche
strutturali; alle autorità permette invece di concentrare i controlli sugli
aspetti pertinenti allo specifico contesto aziendale.
Positiva è la volontà del Mipaaf di razionalizzare e armonizzare le attività
di controllo effettuate dai diversi enti specializzati e interessante appare
anche la proposta operativa che è stata formulata.
In conclusione, l’iniziativa ministeriale deve essere sostenuta e
incoraggiata, ma servono più ambizione e una maggiore capacità di incidere
sul problema e abbattere le resistenze opposte dal sistema burocratico.
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