POLITICA |
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Sanatoria dei vigneti, è meglio fare in fretta |
Con la nuova ocm vino sanzioni più pesanti.
Regioni e Province devono accelerare la definizione delle procedure per
regolarizzare gli impianti secondo le norme vigenti. Con la nuova ocm,
infatti, gli oneri saranno molto maggiori.
Qualche
giorno prima dell’ufficializzazione della proposta legislativa di riforma
dell’ocm vino, che è stata presentata dalla Commissione Ue in tutti i
principali Stati europei il 4 luglio scorso, la Commissione ha anche diffuso
la relazione sulla gestione del potenziale viticolo comunitario, così come
previsto dall’articolo 7 del regolamento Ce n. 1493/99.
Dall’analisi della relazione risulta particolarmente interessante riflettere
sui dati comunicati dagli Stati membri per quanto riguarda l’applicazione
della regolarizzazione degli impianti illeciti prevista all’articolo 2,
paragrafo 3 del regolamento 1493/99.
A quasi otto anni dall’entrata in vigore del regolamento comunitario che
prevedeva la possibilità per i viticoltori di mettersi in regola, i dati
sulla sanatoria dei vigneti su base europea sono quelli evidenziati in
tabella.
Secondo i dati presentati, l’Italia avrebbe ancora da esaminare istanze per
51.846 ha pari al 98,5% delle superfici irregolari.
Appare evidente che con l’approssimarsi della scadenza attualmente prevista
al 31-12-2007 per definire le istanze presentate dai viticoltori e tese a
ottenere la prevista deroga definitiva al divieto di vinificazione delle uve
provenienti dai vigneti illeciti, l’Italia è molto in ritardo.
Senza voler ripercorrere le vicende ben note agli addetti del settore che
hanno contribuito sicuramente a rallentare le procedure necessarie per
addivenire alla regolarizzazione dei vigneti, appare indispensabile una
forte accelerazione da parte delle Regioni e delle Province affinché si
possano definire le istanze all’interno dell’attuale quadro normativo
comunitario.
La preoccupazione è rilevante dal momento che l’autodenuncia fatta dai
viticoltori, e tesa a ottenere la regolarizzazione, potrebbe rivelare
sorprese molto spiacevoli oltre che inaspettate, arrecando ulteriori danni a
un settore che solo in questo ultimo periodo sembra aver preso la via di
uscita dalla crisi degli ultimi anni.
Mettersi in regola costerà molto di più
Infatti, la proposta di riforma dell’ocm vino, pur prevedendo nuovamente la
possibilità per i produttori di regolarizzare gli impianti illegittimi
anteriori all’1-9-1998 (nella sostanza non vi è un allargamento della
sanatoria rispetto al passato), stabilisce meccanismi molto più onerosi a
carico dei produttori (sanzione pari ad almeno il doppio del valore medio
del diritto di impianto, e distillazione dei vini ottenuti dalle uve
prodotte da vigneti irregolari in attesa della regolarizzazione).
Per questi motivi si ritiene indispensabile uno sforzo comune delle Regioni,
delle Province, del Mipaaf e dei viticoltori interessati per risolvere il
problema.
È sicuramente opportuno che Regioni e Province forniscano al più presto il
quadro esatto delle situazioni locali, anche al fine di valutare
congiuntamente la possibilità di un ulteriore riparto dei cosiddetti diritti
virtuali.
Non è tollerabile che il trasferimento di competenze alle Regioni in materia
agricola, ribadito dalla sentenza della Corte costituzionale sull’articolo
64 della legge 448/2001 anche in tema di regolarizzazione delle superfici
vitate, renda più difficile per i viticoltori la possibilità di accedere a
un’opportunità onerosa, ma pur sempre un’opportunità, prevista dall’Ue
nell’ormai lontano 1999.
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