POLITICA |
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Multe latte, quota B compensata al 47% |
Prelievo 2006-2007 di 185 milioni di euro.
Nella scorsa campagna il volume delle quote inutilizzate non è stato così
ampio da consentire di azzerare, come negli anni precedenti, le multe a
carico dei produttori di quota B tagliata.
Prime indiscrezioni sull’esito definitivo della campagna lattiero-casearia
2006-2007 e prime importanti sorprese per i produttori.
Quest’anno non si compensa per intero la quota B, ma solo in ragione del
47%. Un duro colpo per migliaia di allevatori che normalmente, negli anni
passati, avevano rischiato con la produzione di eccedenze in conto quota B
tagliata, di norma annullate a fine campagna grazie alle procedure della
restituzione e della compensazione.
Durante il 2006-2007 il volume delle quote inutilizzate non è stato così
ampio da consentire di azzerare le multe a carico dei produttori di quota B
tagliata e ora questi allevatori avranno l’imputazione definitiva del
prelievo, con una perdita economica che, in molti casi, potrebbe essere
anche piuttosto elevata.
Un rischio consapevole
Dalla campagna 2003-2004 in poi e, cioè, da quando i conteggi di fine
periodo sono eseguiti sulla base delle nuove disposizioni nazionali fissate
con la legge n. 119 del 2003, i produttori con quota B tagliata hanno
rischiato consapevolmente, sapendo che, a fine annata, ci sarebbe stato
spazio per l’annullamento del prelievo.
Per le campagne 2003-2004, 2004-2005 e 2005-2006 è stato effettivamente
così. La quota B è stata compensata al 100% per i primi due periodi e al 93%
nel terzo. La brutta notizia è arrivata per il 2006-2007 con un tasso di
copertura delle eccedenze inferiore al 50% che metterà in difficoltà molti
allevatori.
Il prelievo maturato è già nelle mani di Agea, grazie al meccanismo del
versamento anticipato su base mensile. Ora, l’organismo pagatore nazionale
non farà altro che incamerare in modo definitivo queste somme che, invece,
in passato sono state regolarmente restituite agli allevatori.
Il settore sta cambiando
Quello che è capitato nel corso della campagna 2006-2007, di cui non si
conoscono ancora in modo completo ed esauriente tutti i particolari, per lo
meno fino a quando Agea non ufficializzerà i risultati definitivi, è un
ulteriore segno che nel settore del latte sta cambiando lo scenario di
riferimento.
Infatti, il valore di mercato delle quote latte è diminuito per effetto
della riforma della pac del 2003, la geografia della produzione sta
cambiando in Italia, dove si assiste a una sempre più spinta concentrazione
territoriale e aziendale, gli esiti dei conteggi definitivi di fine annata
diventano sempre più imprevedibili.
C’è un elemento che però è immutabile. È il livello della multa complessiva
che grava sul nostro Paese.
Anche per il 2006-2007 il prelievo supplementare è stato elevato,
sicuramente ancora il più consistente tra i 25 Paesi membri dell’Unione
Europea.
La multa è di 185 milioni di euro, inferiore rispetto all’anno precedente
solo grazie alla riduzione dell’importo unitario del prelievo supplementare
che è sceso da 30,91 a 28,54 euro/tdi latte prodotto in eccesso.
Infatti, guardando il volume complessivo delle eccedenze, si scopre che
siamo sugli stessi livelli del 2005-2006: 619.000 t quest’anno, contro le
641.000 di quello precedente. Una riduzione di poco più di 20.000 t.
I produttori con prelievo
Un ultimo dato è degno di essere preso in considerazione e commentato: il
numero di allevatori che sono stati oggetto di imputazione di prelievo.
I risultati provvisori dicono che per il 2006-2007 sono stati 5.200 i
produttori di latte italiani con sanzioni finanziarie per aver oltrepassato
la soglia della quota aziendale. Si attenua solo leggermente, dunque, il
risultato dell’anno passato, quando si era arrivati a quasi 6.000 unità.
A fine luglio ci saranno i dati definitivi e ufficiali e Agea invierà ai
produttori le imputazioni di prelievo, quindi ci saranno le opposizioni nei
confronti dei giudici da parte dei produttori che contestano le sanzioni
imputate. In più, quest’anno ci sarà qualche migliaio di allevatori con
l’amaro in bocca per il basso tasso di copertura che ha avuto la produzione
realizzata in conto quota B.
Da quando è stata emanata la legge n. 119 del 2003, il settore del latte è
stato trascurato, partendo, forse, dal presupposto che le nuove disposizioni
applicative sarebbero da sole state sufficienti per sistemare la situazione,
nel giro di un ragionevole intervallo di tempo. Così non è stato.
I problemi sono stati appena scalfiti, ma non certo superati. Questo settore
è uno dei più importanti per l’agroalimentare nazionale ed esige una
considerazione ben più elevata rispetto a quanto è stata dedicata dal mondo
politico negli ultimi anni.
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