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L'Informatore Agrario
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29
 20 - 26 Lug.

  2007
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Mercati - Informatore Agrario

Buone aspettative per il vino Italiano

Poche giacenze e prezzi in aumento.
Le scorte in cantina sono inferiori a quelle 2006 e la vendemmia attesa è in linea sotto il profilo qualitativo e quantitativo con quella dello scorso anno. Probabile trend in crescita dei listini.


Viticoltura - Informatore AgrarioL’annata vinicola che si va chiudendo può essere definita complessivamente positiva, partita con una vendemmia di ottima qualità, proseguita con un mercato continuamente attivo durante tutto l’anno, con prezzi in ripresa, per finire con le cantine vuote, o quasi.
L’apertura delle quotazioni in autunno era stata sui livelli dell’anno precedente e questo ha permesso di mantenere una buona competitività sui mercati europei ed extraeuropei, incrementando il flusso di vendite di prodotti sfusi e imbottigliati.
Germania, Regno Unito e Nord America si sono confermati i mercati più attivi, ma anche i Paesi dell’Est, nuovi arrivati nell’Unione Europea, hanno alimentato una domanda continua di vini sfusi, seppure a basso prezzo, che ha contribuito all’alleggerimento delle scorte, soprattutto al Sud Italia, diminuendo la pressione dell’offerta e favorendo l’aumento dei prezzi minimi.
Bene l’andamento per i vini bianchi doc e igt in genere che, trainati da alcuni prodotti di qualità e conosciuti a livello internazionale, sono praticamente esauriti e le quotazioni sono in aumento del 10-15% con punte del 30% per Pinot grigio e Prosecco.
Bene anche buona parte dei rossi doc, dal Chianti al Montepulciano al Valpolicella, che beneficiano della crescita dell’export, della propria notorietà e comunque di un rapporto qualità-prezzo in grado di soddisfare, meglio di altri competitori, il bisogno di «margini» da parte della grande distribuzione.
Meno bene sono andati e vanno alcuni rossi igt (Merlot, Cabernet) o da tavola, in quanto la domanda sembra meno attiva, i prezzi hanno fatto fatica a staccarsi dai bassi valori del 2006 e denotano ancora una certa presenza di giacenze disponibili.
Non si è assistito alle solite «svendite di fine stagione», dati la domanda ancora interessata, la scarsa disponibilità di prodotto e i prezzi in lieve rialzo.
Tutto questo fa ben sperare anche per la prossima campagna, alla quale arriviamo con giacenze complessivamente inferiori allo scorso anno. Se, inoltre, aggiungiamo che le prospettive produttive sono in linea con quelle del 2006, almeno complessivamente poiché qualche area produrrà un po’ di più ma sarà bilanciata da aree del Sud dove la peronospora ha colpito parecchi vigneti, si prospetta almeno una conferma dei prezzi, ma probabilmente la tendenza sarà verso l’aumento.

La prossima vendemmia
L’andamento meteo anomalo, praticamente senza inverno, con una primavera precoce e poi con un’estate regolare, ha fatto sì che il processo di maturazione delle uve sia particolarmente anticipato, tanto che si raccoglieranno Pinot e Chardonnay già ai primi di agosto, ma tutte le uve probabilmente avranno un anticipo di 10-12 giorni rispetto alla vendemmia 2006, che non era tardiva.
La qualità si prevede comunque a un buon livello, con la possibilità di ripetere l’eccellenza del 2006, salvo che non capitino lunghi periodi di maltempo tra la fine di agosto e settembre, la qual cosa non rientra nella normalità.
In questo momento c’è, da parte della produzione un po’ in tutta Italia, l’aspettativa di un mercato in ripresa, con prezzi in aumento in modo abbastanza generalizzato.
Bisogna però tenere presente che gli aumenti cui si è assistito in corso d’anno, anche se non particolarmente consistenti, fatte alcune eccezioni, sono stati interamente assorbiti dall’industria di imbottigliamento, essendo improponibile aumentare i listini durante l’annata ai clienti, in particolar modo alle catene distributive.
Questo significa che la prossima annata porterà gli imbottigliatori a dover rivedere i propri listini, con la seria possibilità che il flusso di vendite rallenti o che alcuni prodotti siano estromessi dai supermercati e si rischi di ritornare ad aumentare le scorte di invenduto.
Anche i flussi di vendita verso i Paesi dell’Est europeo potrebbero ridursi notevolmente se si dovesse avviare la campagna commerciale con aumenti dettati più dalla voglia di ripresa che non dal mercato.
Il rischio che si corre è quello di partire con quotazioni troppo elevate, incorrere in qualche mese di vendite fiacche, e quindi trovarci a dicembre costretti a dover riabbassare le quotazioni per tonificare il mercato: quando ciò accade (sono cose già viste) i danni sono notevoli e ci si può giocare l’intero incremento avuto nel passato.
Il problema di fondo è sempre quello di avere aziende troppo frazionate, che si muovono sul mercato senza alcun coordinamento, a volte anche con scarsa professionalità, i cui comportamenti sono determinati più dagli umori che non dal raziocinio.
Un’ultima riflessione a proposito della nuova ocm vino, che è stata recentemente presentata e che dovrebbe entrare in vigore nel 2008. Il taglio di tutti gli aiuti alla viticoltura (stoccaggi, arricchimenti, distillazioni, comprese quelle dei sottoprodotti) è un bel colpo alla redditività dei viticoltori che può essere stimato nell’ordine di 35-40 euro/t di uva prodotta.
È comunque una riforma che porta le imprese verso il mercato, togliendo storture e garanzie di reddito; in ogni caso, rappresenta un fattore determinante per l’andamento e le quotazioni di mercato dei prossimi anni.

 

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Giancarlo Lechthaler


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