POLITICA |
|
Arrivano i soldi per la bonifica, forse |
L’assemblea dell’Anbi a Roma.
Il ministro De Castro annuncia che nell’arco di tre–quattro mesi dovrebbero
essere stanziati i finanziamenti previsti dal Piano irriguo nazionale. Il
ruolo dei Consorzi di bonifica resta essenziale.
Serve un’intesa bipartisan per mettere in sicurezza il territorio italiano.
Lo ha detto il ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che è
intervenuto mecoledì 18 luglio a Roma all’assemblea annuale dell’Anbi, dove
ha annunciato un nuovo decreto legge per la riutilizzazione delle acque
reflue di provenienza agricola.
Il ministro dell’ambiente ha sottolineato che il nostro Paese ha bisogno di
politiche di largo respiro e non di interventi decisi di volta in volta
sulla base delle emergenze.
D’accordo con lui il suo collega delle politiche agricole Paolo De Castro il
quale nel corso dei lavori ha annunciato che nei prossimi tre o quattro mesi
i Consorzi di bonifica potranno avviare le gare per le opere previste dal
Piano irriguo nazionale (vedi riquadro). I relativi stanziamenti per il Nord
pari a 720 milioni – ha precisato – sono stati quasi tutti impegnati mentre
i 260 per il Sud lo saranno prossimamente.
Dobbiamo sviluppare ora il dibattito sul nuovo Piano che coprirà il periodo
2010-2012 – ha sottolineato il titolare delle politiche agricole – invitando
sia l’Anbi sia le Regioni a parteciparvi attivamente con progetti.
L’assemblea della Associazione bonifiche – alla quale hanno partecipato
sottosegretario, presidenti di commissioni parlamentari, deputati e
rappresentanti delle organizzazioni agricole, tra cui i presidenti della
Coldiretti Sergio Marini, della Cia Giuseppe Politi, Mario Vigo della giunta
della Confagricoltura, e rappresentanti di centri di ricerca – è stata
aperta dal presidente Massimo Gargano e conclusa dal segretario generale
Anna Maria Martuccelli. L’Anbi – hanno sottolineato Gargano e Martuccelli –
ha a cuore alcune questioni, prima tra le quali la manutenzione
straordinaria delle infrastrutture idriche, e chiede che invece di spendere
per contrastare l’inquinamento siano privilegiati sistemi di produzione meno
inquinanti.
L’Associazione si oppone anche, proponendo di dare continuità al Piano
irriguo nazionale, a chi chiede di superare l’esperienza dei Consorzi di
bonifica per affidarne la competenza alle Province o alle Comunità montane.
L’Anbi è infatti convinta che l’impostazione abolizionista sia innanzitutto
in contrasto «con i moderni concetti di ambito territoriale per il governo
del territorio». Inoltre – ha ricordato Gargano – l’Anbi vuole «procedere
lealmente con le altre istituzioni» come Unione province italiane,
Protezione civile, Autorità di bacino, Regioni, aziende elettriche. Ha,
inoltre, centinaia di collaborazioni in essere con Comuni, Comunità montane,
Parchi, nonché associazioni come Lipu e Wwf.
La non facile situazione dei Consorzi di bonifica del Sud ha indotto il
presidente Gargano a ribadire la richiesta «di istituire immediatamente una
task force ministeriale in grado di affiancare e affrancare i Consorzi di
bonifica del Sud, per rendere da subito cantierabili i progetti. Solo
qualora tale gruppo di lavoro fallisse l’obiettivo – ha aggiunto – si
dovrebbe lavorare per una soluzione diversa, non umiliante per il Sud, la
sua economia, la sua cultura».
Il ruolo dei Consorzi di bonifica nella gestione della recente crisi idrica
al Nord è stato messo in evidenza dal presidente: «Rivendico a questi
Consorzi di bonifica – ha asserito – di avere individuato i problemi, di
averne sottolineato l’urgenza, ... di voler essere fra i soggetti che devono
e possono impegnarsi» a lavorare con logiche non emergenziali.
L’Anbi propone infine l’avvio, nelle regioni del Nord, di un Piano nazionale
degli invasi. Soprattutto piccoli invasi, anche aziendali, che i Consorzi di
bonifica, con la loro esperienza, potrebbero aiutare a realizzare. «Vi è
però – ha sottolineato Gargano – la necessità di una chiara indicazione da
parte delle istituzioni».
|