POLITICA |
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Un confronto a tutto campo |
Le accuse della Coldiretti e la difesa del Ministro. Il confronto in
atto da diverse settimane tra la Coldiretti di Sergio Marini e il titolare
del Mipaaf Paolo De Castro ha raggiunto toni di un’asprezza inusitata. Di
seguito abbiamo cercato di sintetizzare le accuse di Coldiretti e la difesa
del Ministro.
Coldiretti: una politica sbagliata
Lo slogan della manifestazione bolognese: «Giù le mani dalla qualità
italiana» racchiude in realtà una serie di precise rivendicazioni che di
seguito sintetizziamo.
Centralità della concertazione come metodo di confronto tra le
vere rappresentanze e le Istituzioni.
Una forte azione di sensibilizzazione in Europa per affermare
la centralità del consumatore europeo, dei suoi interessi, delle sue
aspettative che dovranno essere presenti in tutti i documenti politici, nei
regolamenti e nelle direttive di mercato.
Emanazione dei decreti attuativi della legge 204
sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dei prodotti
agricoli. Una assenza di legge che offende il vero made in Italy, ostacola
la crescita del Paese in un settore determinante e strategico.
Emanazione dei decreti attuativi per la produzione di agroenergie
da microimpianti che esaltino il valore e il legame con il territorio
italiano.
Applicazione dell’ocm ortofrutta e dell’ocm vino coerentemente
con quanto già previsto e attuato dalla riforma Fischler del 2003.
Emanazione dei decreti previsti dalla Finanziaria 2007. A
titolo esemplificativo:
– emanazione del decreto che disciplina le modalità applicative della
«Nuova società agricola», strumento indispensabile per affrontare i veri
mercati ;
– attuazione di tutte le misure previste nel Dpef 2007 per la gestione
assicurativa nei rischi atmosferici e del fondo per favorire la ripresa
economica e produttiva delle aziende colpite da crisi di mercato;
– emanazione del decreto previsto nella Finanziaria 2007 per la disciplina
dei farmer markets e l’esercizio della vendita diretta ai consumatori;
– attuazione della legge 231 sulle intese di filiera per lo sviluppo di
nuove forme di collaborazione fra le imprese agricole, le grandi strutture
di vendita o i centri commerciali.
Stabilizzazione di alcuni dei regimi fiscali in agricoltura.
Promuovere un nuovo rapporto di filiera fondato sulla
possibilità per l’impresa agricola di giocarsi il suo ruolo in condizioni di
pari opportunità con il resto degli attori economici. Interrompendo la
stagione di finanziamenti pubblici ad alcune strutture economiche che non
hanno più né capacità né ruolo nel mercato o non sono in condizioni di
rimanervi senza le stesse sovvenzioni pubbliche.
Le verità di De Castro
Il commento del ministro delle politiche agricole alla manifestazione di
Bologna è stato molto sobrio: «Le manifestazioni sono sempre utili perché
sono espressioni di democrazia e noi le vediamo assolutamente con favore.
Fare qualità e sicurezza alimentare – ha continuato il ministro – significa
mantenere gli obiettivi lungo tutta la filiera, quindi coinvolgendo le
cooperative, le industrie alimentari e i lavoratori».
Nei giorni precedenti la manifestazione di Bologna De Castro aveva avuto
modo di entrare nel merito delle accuse rivoltegli dalla Coldiretti, a
cominciare da quella sulla mancata attuazione dei provvedimenti per
l’agricoltura contenuti in Finanziaria.
Venerdì 6, nel corso dell’incontro organizzato per illustrare l’accordo con
tutte le parti della filiera (Coldiretti esclusa) sull’ocm frutta (vedi a
pag. 10) il ministro aveva dichiarato che «nell’ultima settimana si sono
sbloccati tre importanti provvedimenti attuativi della Finanziaria 2007. Il
primo è quello sulle società agricole, che, acquisito il parere del
Consiglio di Stato, è ora operativo. Il secondo è quello sul fondo giovani,
per il quale è stato definitivamente varato il decreto applicativo, e il
terzo è quello sulle vendite dirette».
«Con questi ultimi tre provvedimenti – secondo De Castro – sono state rese
applicative i due terzi delle norme che erano contenute nella Finanziaria
2007. Resta da concludere il decreto sul credito di imposta per
l’internazionalizzazione per il quale stiamo lavorando con Bruxelles».
Nella stessa occasione De Castro ha anche spiegato di aver avuto un incontro
con il ministro Pier Luigi Bersani sulle sanzioni per le industrie che
contravvengono all’obbligo di miscelazione previsto dalla Finanziaria e che
su questo ci sarà a breve un comunicato congiunto.
Sui certificati verdi, invece, ha detto ancora il ministro, «la situazione è
più articolata perché c’è in atto un ricco dibattito parlamentare. Noi
abbiamo espresso la volontà di premiare le intese di filiera per promuovere
la produzione nazionale a prescindere però dal limite dei 70 chilometri
d’area. Per trovare un punto di intesa– ha detto De Castro – abbiamo
promosso una riunione con il senatore Ronchi, promotore di un emendamento
parlamentare in tal senso, insieme alle altre amministrazioni».
Per quanto riguarda il «vino alla segatura», il ministro ha fatto notare in
diverse occasioni che sono le norme europee ad aver autorizzato questa
pratica enologica e che, anzi, lui è stato l’unico ministro in Europa a
vietarne l’uso nei vini doc e docg.
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