riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
L'informatore Agrario - settimanale
L'Informatore Agrario - logo
28
 13 - 19 Lug.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità POLITICA

Cartellino «giallo» al Governo Prodi

Centomila coldiretti in piazza a Bologna. La protesta della maggiore organizzazione agricola italiana contro la politica del ministro Paolo De Castro ha trovato il suo momento più spettacolare a Bologna, dove una folla di agricoltori in giallo ha applaudito la dura requisitoria del presidente Sergio Marini.

La grande macchina organizzativa della Coldiretti ha fatto le cose in grande: per una intera mattinata, mercoledì 11 luglio, la parte nord del centro storico di Bologna, a cominciare dalla grande piazza dell’8 Agosto, è stata avvolta in un solo colore, il giallo. L’organizzazione di Sergio Marini ha portato qui, nel cuore dell’agroalimentare italiano, ma anche a due passi dalle abitazioni del presidente del Consiglio, Romano Prodi, e del suo fidato ministro dell’agricoltura, Paolo De Castro, decine di migliaia di associati da ogni parte d’Italia.

L’imputato è il Governo
L'Informatore AgrarioSotto accusa, nel grande manifesto alle spalle del palco (un manifesto alto quattro piani e largo una cinquantina di metri) il ministro De Castro in prima persona, anche se più tardi, nel discorso conclusivo, il presidente Marini ha affermato che la sfida politica riguarda non solo De Castro, ma il Governo Prodi nel suo complesso, suscitando un uragano di applausi.
Insomma, una grandiosa manifestazione, nel cuore della regione più ulivista per consegnare un cartellino giallo a Prodi.
Accusata da De Castro, in un’intervista a un foglio locale, di essere un’organizzazione «bolscevica», la Coldiretti ha dimostrato di avere una macchina organizzativa forse superiore a quella del vecchio Pci.
Almeno centomila persone (ma per Marini erano addirittura 150.000) hanno invaso Bologna.
E a stupire non era solo il numero dei partecipanti (tra i quali tantissimi i giovani) quanto la perfetta adesione alle direttive: cappellini, magliette e zaini rigorosamente giallo-Coldiretti. Striscioni, manifesti, cartelli e bandiere ovunque, enormi palloni gialli veleggiavano in piazza 8 Agosto; davanti al palco una cinquantina di gonfaloni di Comuni con relativi sindaci.
Colonna sonora, mentre il corteo occupava le strade vicine, tutta folk, da «Romagna mia» alle tarantelle napoletane, ai canti popolari sardi.
A portare solidarietà anche un drappello di politici locali dell’Opposizione e l’ex ministro delle politiche agricole del Governo Berlusconi, Gianni Alemanno.
Le accuse della Coldiretti a De Castro sono note: innanzitutto essersi arreso a una parte (preponderante) dell’industria agroalimentare italiana e aver cercato di cancellare la legge 204 sulla etichettatura dei prodotti alimentari, proprio per accontentare, sostiene la Coldiretti, le esigenze delle grandi aziende, soprattutto, ma non solo, multinazionali.
L’elenco delle doleances è lungo: dalla contaminazione ogm nei prodotti biologici senza alcuna indicazione in etichetta all’arrivo quest’anno sulle tavole del primo vino italiano invecchiato con la segatura, alla mancata applicazione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti che ha provocato, secondo Coldiretti, la proliferazione del falso made in Italy a tavola; dal pomodoro cinese all’olio tunisino, passando per il prosciutto olandese, tutti spacciati come italiani.

L’orgoglio Coldiretti
Il presidente Marini, di fronte a una piazza stracolma, ha rilanciato le parole d’ordine della Coldiretti, polemizzando con un una nota di De Castro che parlava di Coldiretti «isolata»: «Siamo il 60% dell’agricoltura italiana – ha affermato dal palco – e se questo è isolamento mi piace molto. Siamo marginali? Dovrebbero chiederlo a voi, invece di allineare solo delle sigle dietro le quali ci sono poche persone».
E riferendosi al tema della manifestazione, espresso dal megamanifesto alle sue spalle («Ministro, giù le mani dalla qualità italiana»), Marini ha confermato che la battaglia andrà avanti fino alla vittoria: «Vogliamo un’industria legata al territorio – ha affermato – con accordi chiari con i produttori e produzioni sempre più distintive perché solo così potremo difendere qualità ed efficienza».
Marini non ha dimenticato la cooperazione, quella buona e quella cattiva. Quella buona, che aiuta il socio, standogli vicino e facendolo migliorare, e quella cattiva «che scimmiotta le grandi spa e non si accorge dell’inefficienza e dei danni che provoca ai soci e ai consumatori».
A conclusione della manifestazione Marini è stato molto chiaro: «Ora ci attendiamo un deciso cambio di rotta della politica agricola del ministro.
Dopo questa manifestazione la responsabilità delle decisioni non sarà solo del ministro, ma dell’intero Governo».

 

 

Sommario rivista

Marco Montaguti


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati