POLITICA |
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Le armate Coldiretti contro De Castro |
Grande manifestazione a bologna l'11 luglio.
Dopo alcune scaramucce in corso da mesi scoppia la battaglia contro il
ministro accusato di aver tradito il percorso verso la qualità
dell’agricoltura italiana.
La
più grande organizzazione agricola italiana è entrata in rotta di collisione
con il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro. Uno scontro duro,
come raramente se ne sono visti n Italia nel settore agricolo. E senza
esclusione di colpi. Coldiretti cerca, e sembra aver trovato, alleati
politici per la sua battaglia su tutti fronti: dal segretario di
Rifondazione Comunista Franco Giordano a quello di Alleanza Nazionale,
Gianfranco Fini. Quest’ultimo, incontrato personalmente lo scorso 27 giugno
dal presidente di Coldiretti Sergio Marini, ha dato assieme all’ex ministro
dell’agricoltura Gianni Alemanno tutta la sua solidarietà.
Le avvisaglie dell’imminente bufera erano già nell’aria da tempo. In più
occasioni il presidente dell’Organizzazione, Sergio Marini, aveva dichiarato
la sua insoddisfazione per l’operato di De Castro. E nella sua denuncia
Marini aveva usato spesso toni forti. L’ultimo episodio si è verificato a
Bruxelles lo scorso 5 giugno durante le conclusioni del Forum internazionale
«Dal territorio la salute per la nuova Europa» (L’Informatore Agrario n.
23/2007 pag. 8).
Dal tavolo dei relatori Marini aveva tuonato contro il ministro per non aver
difeso a sufficienze in sede Ue il provvedimento sull’indicazione
obbligatoria dell’origine dei prodotti agroalimentari in etichetta. Un
provvedimento secondo l’Organizzazione fondamentale per la sopravvivenza del
settore agricolo nazionale. E il risultato dell’indecisione del ministro,
secondo Coldiretti, è una legge che pur continuando a esistere resta
sospesa, ovvero inapplicata.
Ma Coldiretti contesta a De Castro anche le modalità con cui sono state
condotte le consultazioni con i rappresentanti delle filiere in occasione di
importanti riforme, come quelle delle ocm ortofrutta e vino. Marini addebita
al ministro la volontà di preferire riunioni ristrette ai tavoli
istituzionali di confronto con l’obiettivo di difendere le rendite di una
parte, piccola, dell’agricoltura italiana.
I capi di imputazione mossi da Coldiretti sono tanti altri, ad esempio la
lentezza con cui vengono emanati i decreti applicativi che consentono di
rendere operativo quanto previsto dalla Finanziaria 2007 in materia di
agroenergie, di nuove società agricole, ecc. E ancora il via libera
all’invecchiamento artificiale del vino con i trucioli.
Ma a far traboccare l’acqua dal vaso è stata la recente proposta del
Ministero di sperimentare gli ogm in Italia. Un tentativo, secondo
Coldiretti, di standardizzare e omologare verso il basso la qualità
dell’agricoltura italiana per asservirla a un modello di sviluppo
produttivistico, contrario all’interesse delle imprese, dell’ambiente e dei
consumatori.
Per questo Coldiretti ha organizzato il prossimo 11 luglio a Bologna una
grande manifestazione per chiedere al ministro un netto cambiamento di
rotta.
Quella che secondo Coldiretti sarà la più grande manifestazione promossa
dagli agricoltori italiani negli ultimi anni partirà da Piazza 8 agosto alle
ore 10, poi il corteo si muoverà per Piazza Maggiore dove sarà allestito un
megapalco.
«Ministro, giù le mani dalla qualità italiana» sarà lo slogan della
manifestazione, necessaria per difendere i primati dell’agroalimentare
italiano, e con essi la salute dei cittadini, la qualità dell’ambiente e il
reddito delle imprese agricole.
In sostanza l’organizzazione professionale chiede al ministro di sbloccare i
tanti provvedimenti in attesa di attuazione da quello sulle nuove società
agricole, a quello per la gestione assicurativa delle calamità atmosferiche
e per le crisi di mercato, dalla vendita diretta degli agricoltori alle
intese di filiera fino alla questione agroenergie il cui sviluppo è bloccato
per la mancanza di strumenti normativi di incentivazione.
E ancora Coldiretti chiede l’applicazione dell’indicazione obbligatoria
dell’origine nelle etichette dei prodotti agroalimentari, l’applicazione
delle ocm ortofrutta e vino coerente con il percorso di orientamento al
mercato delle produzioni agricole senza la distorsione degli aiuti
accoppiati e la ripresa della concertazione con le organizzazioni
professionali.
Ma il ministro non è solo: solidarietà dal mondo cooperativo
È con una lettera che alcune tra le più importanti cooperative
agricole del settore ortofrutticolo italiano tra cui Apoconerpo,
Apofruit Italia, Melinda e Conserve Italia e le rappresentanze del
mondo cooperativo nazionale, Agci Agrital, Fedagri, Legacoop
agroalimentare, hanno espresso il loro ringraziamento al ministro
delle politiche agricole Paolo De Castro in relazione alla
trattativa sull’ocm ortofrutta.
«Il lavoro svolto dalla delegazione italiana in merito alla riforma
dell’organizzazione comune di mercato dell’ortofrutta – si legge
nella lettera - ha consentito di ottenere importanti risultati, sia
per il settore del fresco che del trasformato».
«Sono aumentate le risorse per il nostro Paese – continua la lettera
– si sono rafforzati gli strumenti organizzativi dell’offerta e si è
conseguita la possibilità di applicare un atterraggio morbido al
disaccoppiamento totale».
«Ministro – conclude la missiva – nel ringraziarLa per l’impegno e
per le capacità negoziali dimostrate, Le chiediamo di continuare la
strada intrapresa».
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