riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
26
 29 Giu. - 5 Lug.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita
 

Editoriale

Capitale umano fattore strategico per l’agricoltura
G. Gios

Formazione continua, rivalutazione dei saperi tradizionali legati alle specificità ambientali e sociali, creazione di reti di relazioni con altre componenti della società sono elementi fondamentali per la competitività delle aziende.

Il secondo Festival dell’economia che si è svolto recentemente a Trento aveva come tema: capitale umano e capitale sociale.
Nel corso dei lavori è stato confermato che il futuro economico di una Nazione è legato alla sua dotazione di capitale umano e di capitale sociale molto più che alla disponibilità di risorse naturali, di infrastrutture, di capitale finanziario. Quello che vale per le Nazioni vale anche per i singoli settori e quindi anche per l’agricoltura. Investire in capitale umano e capitale sociale può, allora, essere la ricetta vincente anche per il settore agricolo.
Prima di avanzare ulteriori considerazioni sembra opportuno, a costo di ripetere cose già note, chiarire cosa si intende con tali termini.
Per capitale umano si intende il livello di istruzione e il bagaglio di conoscenze che il singolo individuo o l’insieme di più persone possiede. È importante osservare da un lato che molti esempi di crescita economica sono spiegabili con la presenza di manodopera istruita e ben addestrata, dall’altro che si possono identificare due tipologie diverse di conoscenza. La prima è sviluppata attraverso la ricerca scientifica e trasmessa attraverso il sistema scolastico. Tale conoscenza è generalmente di tipo ubiquitario, vale a dire risulta valida in qualsiasi luogo. La seconda è trasmissibile attraverso l’interazione con il contesto e la società in cui si vive e ha validità solo in quel determinato ambiente.
A titolo di esempio relativamente a questo secondo aspetto si può pensare alla conoscenza relativa al fatto che una brinata primaverile, nella maggior parte dei casi, interessa una porzione di terreno ben individuata sulla base dell’esperienza, o che certi patogeni si presentano più facilmente in un campo invece che in un altro, o che l’asfissia radicale interessa una porzione di campo e solo certe colture e via di questo passo.
Per molto tempo si è ritenuto che il secondo tipo di conoscenza fosse destinato a essere soppiantato dal primo. In realtà si è visto che ciò è vero solo in parte; per le conoscenze legate alla variabilità dei fattori naturali e per quelle relative ad alcuni problemi sociali non è così. Entrambe le tipologie di conoscenza sono importanti, anche se l’importanza relativa delle medesime è andata modificandosi nel tempo.
Per capitale sociale si intendono le reti informali di relazioni tra persone. Tali reti sono basate sulla condivisione di norme e valori e facilitano la trasmissione e condivisione delle informazioni.
Le reti informali sono alla base della fiducia reciproca tra le diverse persone e, quindi, della cooperazione tra le medesime. Il capitale sociale, agevolando la comprensione reciproca, permette di gestire meglio le risorse comuni e consente di contenere la funzione di regolazione dello Stato in campo economico e sociale.
Capitale sociale e capitale umano sono tra loro legati nel senso che l’aumento dell’uno favorisce la crescita dell’altro e viceversa. Tradizionalmente nel mondo rurale il capitale sociale era presente in grande quantità. La riduzione del numero di agricoltori, la diversificazione delle attività agricole, il prevalere di visioni del mondo basate su valori del tutto estranei alla cultura rurale ne hanno fortemente eroso l’ammontare.
Al tempo stesso il progressivo invecchiamento degli addetti, il diffondersi di nuove coltivazioni e le nuove tecnologie disponibili, le rapide modifiche nelle regole a cui è necessario uniformarsi per produrre, tendono a rendere obsolete conoscenze che si ritenevano acquisite una volta per tutte.
Un esempio in proposito può servire meglio di lunghi discorsi. La zootecnia padana è tra le più avanzate al mondo, ma il vincolo nel numero di capi/ettaro derivante dalla direttiva nitrati potrebbe rendere obsolete conoscenze che hanno richiesto decenni per formarsi in quanto lo scenario in cui si deve operare si è completamente modificato.
Formazione continua, rivalutazione dei saperi tradizionali legati alle specificità ambientali e sociali locali, creazione di reti di relazione con altre componenti della società locale sono, in quest’ottica, elementi fondamentali per mantenere un’agricoltura competitiva.
A differenza del passato, tuttavia, il rafforzamento di tali elementi non può essere lasciato al caso o all’iniziativa isolata di qualche singolo e richiede una partecipazione convinta della maggior parte se non di tutti i protagonisti del mondo agricolo. In tale logica vanno con tutta probabilità ricercati alcuni di quei nuovi strumenti di politica rurale e agricola che dovrebbero sostituire dopo il 2013 l’attuale impostazione comunitaria.
 

Sommario rivista Geremia Gios


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati