de file="../../../../BROWSER.js" -->

riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
25
 22 - 28 Giu.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità POLITICA

Il biologico italiano più forte degli ogm

I consumatori possono stare tranquilli.
I prodotti biologici italiani non contenevano ogm e continueranno a non contenerne, indipendentemente dalla fissazione del limite di contaminazione accidentale allo 0,9%. La proposta di regolamento comprende anche indicazioni positive.



Lo scorso 12 giugno il Consiglio dei ministri agricoli dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico su un nuovo regolamento inerente alle produzioni biologiche, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2009 e che solo a partire da quella data «manderà in pensione» l’attuale regolamento Cee 2092/91. Fra le varie novità, su cui torneremo più avanti, è balzato all’onore della cronaca solo il fatto che il Consiglio ha approvato una soglia di contaminazione accidentale e inevitabile da ogm pari allo 0,9%; la stessa soglia esistente per i prodotti convenzionali (vedi L’Informatore Agrario n. 24/2007, pag. 10).
 



Preoccupazioni eccessive
È bastata questa notizia per «dare fuoco alle polveri», ovvero per assistere alla moltiplicazione di comunicati stampa provenienti dalle associazioni dei produttori biologici, da quelle ambientaliste, dalle organizzazioni che a vario titolo si occupano di produzione agricola e da qualsiasi altra sigla che accampa il diritto-dovere di occuparsi di produzioni biologiche, per dare l’immagine di un biologico improvvisamente contaminato da ogm.
Televisione, radio e quotidiani a diffusione nazionale hanno ripreso la notizia amplificandola a dismisura e dando la sensazione all’opinione pubblica che a partire dal 12 giugno il biologico può contenere ogm e/o loro derivati.
Nulla di più falso perché la medesima proposta di regolamento vieta espressamente il ricorso a qualsiasi organismo geneticamente modificato o da esso derivato così come oggi ne è fatto divieto nell’attuale regolamento Cee 2092/91.
I ministri europei hanno solamente aggiunto una soglia tecnica di contaminazione accidentale così come la Commissione aveva anticipato nella decisione Ce n. 556 del 2003, sulla coesistenza fra produzioni ogm-free e transgeniche, dove aveva previsto che, in assenza di specifiche soglie definite per le produzioni biologiche nel citato regolamento, si doveva presumere che anche per queste dovesse valere il limite dello 0,9%. Questo a testimonianza che la Commissione non ha mai avuto alcun dubbio sul fatto che anche per i prodotti biologici dovesse valere la stessa soglia di contaminazione accidentale dei prodotti convenzionali.
Il Consiglio avrebbe potuto trovare l’accordo su una soglia tecnica dello 0,1%? Certamente, avrebbe potuto fare suo il voto che il Parlamento europeo espresse lo scorso 29 marzo con una schiacciante maggioranza a favore dello 0,1%: 585 voti a favore, 38 astensioni e 35 contrari.
Nonostante questo, però, che rientra nei meccanismi istituzionali degli organi europei, il biologico italiano è assolutamente esente da ogm, così come si evince dai comunicati stampa emanati da Federbio. Gli organismi di certificazione aderenti a quest’ultima, che certificano più del 90% delle produzioni biologiche nazionali, hanno fin dal 2003 aderito al regolamento tecnico Sincert n. 16, il quale prevede per le produzioni biologiche una soglia tecnica di contaminazione accidentale al massimo dello 0,1%, e che i prodotti che superano detta soglia non possano essere certificati come biologici; fra l’altro le poche contaminazioni che superano lo 0,1% sono ascrivibili agli alimenti e ai mangimi per animali che possono essere contaminati da mais e soia gm.
Su questo versante non abbiamo quindi capito la polemica contro il ministro Paolo De Castro che, coerentemente con quanto emerso in tutte le sedi nazionali, ha perorato anche in Consiglio dei ministri europei la posizione italiana della soglia dello 0,1%, pur non riuscendo a formare una minoranza di blocco essendosi «sfilata» all’ultimo momento la Polonia ed essendo rimasti con l’Italia solo Grecia, Belgio e Ungheria.
Probabilmente si sarebbe potuto raggiungere questo risultato se le associazioni e le coalizioni avessero operato fin dall’inizio per una soglia tecnica dello 0,1% senza spingere sulla «tolleranza zero», che ha contribuito a isolarci in sede europea, e avessero portato alla Commissione una serie di dati storici per testimoniare che il biologico italiano da sempre e tuttora è nelle condizioni di stare al di sotto dello 0,1%.

Le novità del regolamento
Accanto, però, al tema degli ogm, la proposta di regolamento presenta molte altre interessanti novità, a cominciare dalla possibilità di disciplinare l’acquacoltura, la vitivinicoltura, la produzione di alghe e lieviti, che fino a oggi non erano disciplinati dall’attuale regolamento.
Relativamente alla ristorazione privata e collettiva, gli Stati membri potranno disciplinare la produzione biologica in attesa di un riesame a livello europeo nel 2011.
Il logo Ue che contraddistingue i prodotti biologici sarà obbligatorio per i prodotti di origine comunitaria, mentre sarà facoltativo per i prodotti di provenienza extracomunitaria, consentendo l’uso di marchi nazionali o privati; in qualsiasi caso sarà obbligatorio indicare il luogo di provenienza delle materie prime agricole indicando almeno se tali prodotti provengono dall’Ue o da Paesi non-Ue o misti.
Potranno essere etichettati come biologici solamente i prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici sul totale degli ingredienti di origine agricola, mentre nei prodotti convenzionali che contengono ingredienti di origine agricola potranno essere indicati nella lista degli ingredienti quelli che provengono da agricoltura biologica riportandone la percentuale complessiva sul totale.
Sul versante dell’attività di controllo e certificazione, viene rafforzato il concetto di controllo basato sul rischio, mantenendo una specifica attività di certificazione per i prodotti biologici, delegandola a organismi di controllo accreditati in base alla norma UNI CEI EN 45011, e allineando l’attività di vigilanza e sorveglianza pubbliche a quanto disposto nell’Ue per il sistema di controllo vigente per i prodotti agroalimentari e per i mangimi nel loro complesso.
Queste sono le principali novità contenute nella proposta di regolamento europeo sul biologico. Novità che possono avere un impatto ben superiore alla tematica della soglia degli ogm sia a livello di produzione europea che nazionale, non dimenticando il nostro ruolo di principale Paese produttore nell’Unione e senza sottovalutare il peso che le produzioni biologiche hanno nella diffusione del made in Italy nel mondo.
Proprio per questo è bene prestare molta attenzione qualora si ritenga di legiferare in Italia su una soglia tecnica di contaminazione accidentale più restrittiva rispetto a quella europea; già nel 2001 abbiamo fatto esperienza di decreti più restrittivi su alcune condizioni di allevamento che certo non hanno favorito il decollo delle produzioni animali biologiche.
 

 

Sommario rivista

Fabrizio Piva


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati