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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
25
 22 - 28 Giu.

  2007
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Attualità POLITICA

La condizionalità imboccala strada della semplificazione

Il rispetto dell’ambiente non deve trasformarsi in burocrazia.
I ministri agricoli europei hanno dato il via libera alla Commissione per mettere a punto un apposito regolamento, che dovrebbe prevedere maggiore tolleranza per le piccole infrazioni, nonché uniformità e semplificazione nei controlli.


Durante l’ultimo Consiglio agricolo che si è svolto a Bruxelles l’11 e il 12 giugno è stato esaminato, tra l’altro, il rapporto della Commissione sulla condizionalità (cross compliance). I ministri dei 27 Paesi membri hanno deciso di procedere alla semplificazione e al miglioramento delle norme in vigore, in modo da avere un’applicazione agevole, ma coerente con gli obiettivi di fondo stabiliti nel 2003.
La condizionalità è stata introdotta nell’ambito della pac riformata per conseguire tre importanti obiettivi di politica agraria: promuovere una agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale; rendere accettabile la pac agli occhi dei consumatori e dei contribuenti; prevenire l’abbandono dei terreni e mantenerli in buone condizioni di fertilità e agronomiche.
Il sistema si fonda sull’individuazione di regole standard in materia di ambiente, salute e sicurezza alimentare, benessere degli animali e buone condizioni agronomiche e ambientali e nel condizionare la concessione degli aiuti a favore degli agricoltori al rispetto di tali standard. Nei casi di inadempienza si interviene con la decurtazione e, nei casi più gravi, con l’azzeramento dei pagamenti diretti della pac.
Nel mese di marzo scorso, la Commissione ha presentato un rapporto sull’applicazione della condizionalità in Europa nei primi due anni. In tale documento si effettua un’analisi delle principali difficoltà emerse in sede di prima applicazione, si espongono i risultati ottenuti e si formulano una serie di proposte per la semplificazione e il miglior funzionamento del dispositivo.
I ministri agricoli hanno esaminato il rapporto della Commissione e hanno redatto e approvato un documento di conclusione che approva il lavoro fatto e invita l’esecutivo comunitario a presentare al più presto le proposte di regolamento per modificare il sistema della cross compliance, in modo che possa essere approvato rapidamente e quindi applicato prima della fine del corrente anno.
Il Consiglio dei ministri «è convinto che sia necessario esplorare in futuro ulteriori possibilità per semplificare i requisiti di condizionalità, andando oltre il rapporto presentato dalla Commissione. Il carico burocratico per gli agricoltori e per la pubblica amministrazione non deve essere aumentato e, dove possibile conclude il documento del Consiglio deve essere ridotto».



 

Le principali novità
Dopo il passaggio politico ci sarà il lavoro da parte dei servizi comunitari e del gruppo di esperti che condurrà alla preparazione della proposta di regolamento che, in base alle previsioni, dovrebbe essere pronta per il prossimo mese di ottobre.
Ma quali sono le modifiche più importanti che saranno apportate al regime della condizionalità?
Una prima novità riguarda la tolleranza delle inadempienze di minore entità che non saranno oggetto di sanzione, ma solo di una lettera di richiamo indirizzata all’agricoltore, al quale si chiederà di rimuovere il problema. Ci sarà da definire cosa si intende per irregolarità di minore importanza. In base ai documenti della Commissione si devono classificare come tali le inadempienze che determinano una sanzione complessiva inferiore all’1% rispetto al montante dei pagamenti diretti che sarebbero destinati all’azienda agricola, oppure le irregolarità trascurabili, come ad esempio la mancanza di una marca auricolare dell’animale.
Una seconda modifica riguarderà l’introduzione della regola de minimis, in virtù della quale non saranno applicate le sanzioni il cui importo complessivo per azienda risulta inferiore a un dato ammontare (il Consiglio dei ministri indica 100 euro).
In materia di controlli, si pensa di uniformare il tasso di accertamento in loco all’1%, eliminando la regola attuale che prevede di utilizzare la percentuale di controllo prevista in ogni specifica legislazione.
Inoltre si intende introdurre la prassi di preavvisare l’agricoltore della visita ispettiva, fino a 14 giorni prima, a eccezione degli accertamenti che riguardano la registrazione degli animali, il loro benessere e le norme sulla sicurezza alimentare, che sarebbero eseguite senza preventivo avvertimento.
In materia di campione di aziende da sottoporre alle verifiche, si propone di introdurre l’analisi del rischio e, in questo contesto, di tener conto della partecipazione delle aziende ai sistemi di consulenza aziendale e di certificazione e di considerare anche la frequenza delle inadempienze riscontrate a livello di area geografica.
Dopo lo svolgimento del controllo deve essere stilato un rapporto, da trasmettere all’agricoltore entro un intervallo di tempo di tre mesi.
Infine, degna di attenzione è la volontà politica di sopprimere la cosiddetta regola dei 10 mesi, prevista all’articolo 44, paragrafo 3 del regolamento 1782/2003, in base alla quale, per essere eleggibile al regime dei pagamenti diretti disaccoppiati e ricevere i relativi aiuti, una parcella agricola deve rimanere nella disponibilità del richiedente per un periodo di almeno 10 mesi, che inizia tra il primo settembre e il 30 aprile dell’anno successivo. Si va nella direzione di ridurre in modo sensibile tale periodo e di affidare la responsabilità di deciderne la durata al singolo Paese membro.

 

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C.Di.


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