riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
23
 2-8 Giu.

  2006
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità POLITICA

Controlli sul vino: una «grana» non risolta

Diviso il mondo produttivo

Gli ultimi tre ministri dell’agricoltura si sono trovati alle prese con questo problema, ora tocca a De Castro cercare di risolverlo, ma non sarà facile

Tra i tanti problemi che il nuovo ministro Paolo De Castro in queste prime settimane di lavoro si trova ad affrontare c’è quello del piano dei controlli dei vini vqprd (doc, docg e igt). Una «grana» lasciata in eredità dall’ex ministro Giani Alemanno che alla fine del suo mandato decise di non firmare il decreto di rinnovo per l’affidamento definitivo (e non più in via sperimentale come deciso da Alfonso Pecoraro Scanio) ai Consorzi di tutela del nuovo piano controlli.
Nonostante il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni, ma anche alla luce delle numerose opposizioni, a partire da quella dell’Unione italiana vini, Alemanno preferì evitare una firma in tempi troppo stretti per un problema decisamente complesso.
La morale è che oggi i controlli da parte dei Consorzi di tutela stanno continuando in via sperimentale e non è chiaro, allo stato attuale, quale sarà la posizione del nuovo ministro.
Qualche delucidazione in più la si dovrebbe avere entro pochi giorni dal momento che mercoledì 31 maggio si è tenuto al Ministero delle politiche agricole, alla presenza del ministro De Castro, un Tavolo della filiera vitivinicola che ha visto la partecipazione di tutte le organizzazioni professionali afferenti al mondo vitivinicolo, a eccezione dell’Unione italiana vini. Difficile la lettura di questa defezione dell’Uiv, che ha dichiarato, attraverso le parole del rappresentante di Federvini (l’organizzazione con la quale recentemente ha stretto un importante accordo di partnership) presente al Tavolo ministeriale, di non essere stata invitata ufficialmente.
Al di là delle giustificazioni ufficiali, dalle dichiarazioni del presidente dell’Unione italiana vini, Andrea Sartori, da noi intervistato, appare chiara la posizione della più importante organizzazione delle imprese vinicole italiane nei confronti dell’attuale piano controlli in mano ai Consorzi di tutela.
Le obiezioni dell’Unione italiana vini
«Innanzitutto – ci spiega Sartori – voglio che sia chiaro un fatto: non è assolutamente vero che noi, imprenditori del vino, non vogliamo i controlli. C’è chi sta strumentalizzando la nostra posizione facendoci passare per coloro che si oppongono alla trasparenza e alla tracciabilità. In realtà è l’esatto contrario perché è evidente che i primi a rimetterci in caso di frodi, di non rispetto delle leggi e delle regole sono proprio gli imprenditori onesti, cioè la stragrande maggioranza del sistema vitivinicolo italiano».
«C’è chi sta facendo passare i produttori di vino italiani – dice Sartori – come un mondo di truffatori. Addirittura, giorni fa ho sentito affermare da qualcuno che circa l’80% delle fascette dei vini italiani sarebbe falso».
«Quello che noi chiediamo, quindi, prima di tutto – aggiunge Sartori – è che prima di parlare di piano controlli si definisca la riforma della legge 164/92. È assurdo, infatti, fissare i criteri dell’ultimo elemento, i controlli, in assenza ancora oggi di un impianto legislativo rinnovato per le nostre denominazioni di origine».
A questo riguardo la posizione del presidente dell’Unione italiana vini è chiara: «Penso che la riforma della 164 debba necessariamente tenere conto del nuovo mercato, della globalizzazione. Deve dare strumenti più agili. Fino a oggi, infatti, abbiamo scritto regole rigidissime, difficilissime da applicare, che ci rendono meno competitivi. Per questo è veramente assurdo da un lato avere una rigidità folle, insostenibile, e dall’altro una struttura di controlli con costi eccessivi e senza nemmeno garanzie di risultato».
«Non solo – spiega Sartori – ma noi, sempre nell’ambito di questa riforma, chiediamo anche di rivedere i criteri di rappresentatività dei Consorzi di tutela che allo stato attuale non ci sembrano corretti. Senza dimenticare che il piano controlli, così come è stato concepito in questa fase sperimentale, non rispetta assolutamente i criteri di terzietà (da parte dell’ente che li realizza) e segretezza dei dati. E poi a noi sembra paradossale che si stiano facendo controlli in assenza ancora oggi, in gran parte dell’Italia, di dati pubblici ufficiali certi. Insomma senza Catasto viticolo, come si fa a controllare? Senza avere un dato certo su cosa verificare?».
Riguardo, allora, a chi dovrebbe essere preposto ai controlli, secondo il presidente dell’Uiv si deve dare maggiore spazio all’Amministrazione pubblica con un rafforzamento ulteriore alla Repressione frodi «così come aveva già giustamente annunciato l’ex ministro Alemanno».
Altro aspetto denunciato da Sartori è quello relativo ai costi di questi controlli.
«Sono troppo onerosi per le imprese, non c’è ombra di dubbio – sottolinea Sartori. Da nostre verifiche, in denominazioni molto importanti i costi potrebbero essere ridotti notevolmente senza con questo limitarne l’efficacia. In presenza di dati dell’Amministrazione pubblica aggiornati, anche l’attività dei Consorzi di tutela con reale rappresentatività potrebbe essere limitata a un funzionario con relativa segretaria con una spesa che difficilmente supererebbe i 100.000 euro all’anno».
Sartori non è nemmeno troppo convinto che l’allargamento della fascetta a tutti i vini vqprd (doc, docg e igt) e l’obbligo dell’imbottigliamento in zona sarebbero risolutivi. «I veri truffatori – spiega Sartori – non si fermano certo di fronte a questi obblighi».
Fiduciosi i consorzi
Le parole di Sartori assumono un valore ancora più importante alla luce di quanto ci ha dichiarato il presidente di Federdoc (l’organizzazione che rappresenta i Consorzi di tutela italiani), Riccardo Ricci Curbastro, che abbiamo contattato durante una pausa dei lavori del Tavolo di filiera.
«Il ministro De Castro – ci ha spiegato Ricci Curbastro – ha ascoltato con molta attenzione tutte le osservazioni dei rappresentanti della filiera vitivinicola e si è detto disponibile a chiudere in tempi anche brevissimi tutta questa vicenda».
«Va evidenziato – ha aggiunto il presidente di Federdoc – che tutti i presenti all’incontro, a partire da Confagricoltura, Coldiretti, Confcooperative, si sono detti d’accordo sull’affidamento del piano dei controlli ai Consorzi di tutela. Alcune obiezioni sono state espresse da Federvini che ha chiesto delle modifiche, in particolare riguardo ai contrassegni delle bottiglie. Si tratta, comunque, di modifiche che non pregiudicano in alcun modo il principio di affidamento ai Consorzi dell’attività di controllo. Credo fermamente che ormai siano cadute praticamente tutte le riserve riguardo a questo problema e sono convinto che a breve ci sarà anche la firma del ministro».
Insomma, adesso non ci resta che attendere, ma ormai, per esperienza, pensiamo che la «partita» potrebbe avere ulteriori colpi di scena.
Quello che è chiaro è che il vino italiano ha bisogno di certezze: da troppo tempo alcune pendenze si trascinano a partire dalla riforma della 164, che ormai non può più essere prorogata.
Lo avevamo scritto all’inizio, è difficile il compito del ministro delle politiche agricole italiano. Buon lavoro.

 

Sommario rivista Fabio Piccoli


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati