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Via alla ristrutturazione dei debiti Inps |
A partire dal 30 maggio
le aziende con debiti previdenziali pregressi avranno 90 giorni di tempo per
aderire all’operazione saldando alle banche una cifra sensibilmente ridotta
e chiudendo definitivamente la questione.
Partirà il prossimo 30 maggio la cosiddetta «ristrutturazione dei crediti
Inps», la complessa operazione di sistemazione dei quasi 6 miliardi di euro
di crediti che l’Istituto previdenziale vanta nei confronti di centinaia di
migliaia di aziende agricole (si veda, da ultimo, L’Informatore Agrario n.
5/2007).
Sarà un’operazione complessa, che coinvolgerà Inps, banche (Deutsche Bank e
Unicredit), associazioni professionali agricole e singoli debitori.
Tutti insieme dovranno lavorare per determinare con precisione l’ammontare
dei debiti di ciascuna azienda interessata per darle la possibilità di
chiudere definitivamente l’annosa questione dei debiti contributivi
pregressi. Va sottolineato che stavolta l’operazione dovrà essere condotta
davvero in modo collegiale da tutto il mondo agricolo, dato che andrà a buon
fine solo se saranno ristrutturati debiti agricoli per 2 miliardi di euro
complessivi (pari a circa 1/3 dell’intero debito per il settore agricolo).
Ma vediamo in dettaglio come si svolgerà l’operazione.
Modalità di adesione
Come detto, la ristrutturazione avrà inizio il 30 maggio per concludersi 90
giorni dopo, anche se è già previsto un possibile prolungamento di ulteriori
30 giorni (120 giorni totali).
Nell’arco di tale periodo le aziende agricole potranno rivolgersi alle
associazioni professionali (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri) per
ricevere informazioni e per avviare la procedura di ristrutturazione.
In sostanza, tramite un apposito codice rilasciato dall’Inps, ogni debitore
potrà chiedere agli operatori delle associazioni professionali di verificare
la propria posizione, al fine di saldare il debito attraverso il pagamento
alle banche di una cifra ridotta e chiudendo definitivamente la questione.
Potranno aderire all’operazione sia i datori di lavoro, sia i lavoratori
agricoli autonomi. Sono potenzialmente ristrutturabili i crediti
originariamente in scadenza entro il 31-12-2004, compresi quelli che sono
stati oggetto in passato di condoni o rateazioni amministrative. La gran
parte di tali crediti, peraltro, sono stati contestati agli agricoltori nel
recente passato tramite cartelle esattoriali o avvisi bonari e potranno
adesso essere ristrutturati a prescindere dalla forma con cui sono stati
richiesti in precedenza.
Debiti ridotti
L’importo da corrispondere sarà pari a una cifra compresa tra il 22 e il
30%, in caso di pagamento immediato in unica soluzione, e tra il 29,2 e il
39,8% in caso di pagamento dilazionato in 10 anni.
La percentuale precisa sarà definita solo al termine dell’operazione di
adesione alla ristrutturazione che, come detto, richiede che vengano
raccolte adesioni per almeno 2 miliardi di euro.
È stato previsto infatti che più alta sarà la partecipazione dei debitori (e
cioè più si raccoglierà), minore sarà la percentuale da pagare. La predetta
percentuale sarà calcolata sull’ammontare totale del debito, composto dal
capitale iniziale più le sanzioni civili e gli interessi maturati fino a
oggi.
Con la formalizzazione dell’adesione alla proposta di ristrutturazione
avanzata dalle banche – formalizzazione che avverrà, dopo l’istruttoria
condotta dalle associazioni professionali, davanti a un notaio – il debitore
avrà diritto, al termine della fase di raccolta e se la soglia di 2 miliardi
di euro verrà raggiunta, all’automatica ristrutturazione del debito.
Il pagamento di una percentuale del debito originario consentirà, pertanto,
la remissione all’agricoltore del debito residuo, con conseguente estinzione
dell’obbligazione contributiva nei confronti dell’Inps, dei concessionari,
delle banche e l’abbandono dei procedimenti eventualmente pendenti in sede
giudiziaria in opposizione alle cartelle esattoriali. Saranno inoltre
revocati le iscrizioni di ipoteche e i fermi amministrativi.
Il ruolo dell’Inps
Per ristrutturare sarà indispensabile, durante la fase di istruttoria della
pratica condotta dalle associazioni, verificare il reale ammontare dei
debiti risultanti all’Inps, dato che, come gli agricoltori sanno bene, le
cartelle esattoriali o gli avvisi bonari emessi nei loro confronti nel
recente passato hanno dimostrato che spesso le banche dati dell’Istituto non
sono attendibili, poiché non tengono conto di debiti già pagati, di sgravi
spettanti, di rate di vecchi condoni onorate.
A tal fine sarà fondamentale il ruolo dell’Inps che sarà impegnato, anche
con strutture dedicate, proprio all’operazione di affinamento delle diverse
posizioni debitorie per mettere gli agricoltori interessati nelle condizioni
di aderire alla ristrutturazione.
Altrettanto importante sarà il ruolo delle associazioni professionali, che
faranno per conto dei loro associati, ma anche di eventuali non associati,
da collettori delle adesioni, istruendo la pratica in contraddittorio con l’Inps
e assistendo i debitori in tutti i passaggi.
Aiuti e regolarità contributiva
Si tratta, com’è evidente, di un’importante occasione per il superamento di
questo diffuso problema, cui si è giunti dopo anni di richieste, proposte e
mancate soluzioni.
Come ogni cosa, anche questa operazione presenta degli aspetti negativi, ad
esempio la mancata possibilità di ristrutturare i debiti più recenti
(successivi al 31-12-2004) o i riflessi negativi sul versante delle
prestazioni per le posizioni dei lavoratori autonomi. Ma nel complesso la
possibilità di definire in modo agevolato i debiti con l’Inps non è cosa di
poco conto, anche in vista del prossimo futuro che, come noto, porterà alle
aziende agricole significative novità in materia di regolarità contributiva.
Infatti risulta sempre più chiaro che, sia a livello nazionale sia
comunitario che regionale, la fruizione di qualsiasi aiuto, agevolazione,
finanziamento, appalto da parte della pubblica amministrazione sarà
subordinata in qualche modo alla correttezza dei versamenti contributivi.
In proposito le disposizioni emanate nell’ultimo anno non lasciano dubbi, a
partire dalla compensazione tra aiuti comunitari e debiti Inps, per arrivare
alle sanzioni penali per l’indebita trattenuta dei contributi previdenziali
del lavoratore e alla presentazione del Durc per far valere il diritto agli
sgravi contributivi per zone montane e svantaggiate.
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