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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
21
 25 - 31 Mag.

  2007
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Attualità POLITICA

Via alla ristrutturazione dei debiti Inps

A partire dal 30 maggio
le aziende con debiti previdenziali pregressi avranno 90 giorni di tempo per aderire all’operazione saldando alle banche una cifra sensibilmente ridotta e chiudendo definitivamente la questione.


Partirà il prossimo 30 maggio la cosiddetta «ristrutturazione dei crediti Inps», la complessa operazione di sistemazione dei quasi 6 miliardi di euro di crediti che l’Istituto previdenziale vanta nei confronti di centinaia di migliaia di aziende agricole (si veda, da ultimo, L’Informatore Agrario n. 5/2007).
Sarà un’operazione complessa, che coinvolgerà Inps, banche (Deutsche Bank e Unicredit), associazioni professionali agricole e singoli debitori.
Tutti insieme dovranno lavorare per determinare con precisione l’ammontare dei debiti di ciascuna azienda interessata per darle la possibilità di chiudere definitivamente l’annosa questione dei debiti contributivi pregressi. Va sottolineato che stavolta l’operazione dovrà essere condotta davvero in modo collegiale da tutto il mondo agricolo, dato che andrà a buon fine solo se saranno ristrutturati debiti agricoli per 2 miliardi di euro complessivi (pari a circa 1/3 dell’intero debito per il settore agricolo).
Ma vediamo in dettaglio come si svolgerà l’operazione.

Modalità di adesione
Come detto, la ristrutturazione avrà inizio il 30 maggio per concludersi 90 giorni dopo, anche se è già previsto un possibile prolungamento di ulteriori 30 giorni (120 giorni totali).
Nell’arco di tale periodo le aziende agricole potranno rivolgersi alle associazioni professionali (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri) per ricevere informazioni e per avviare la procedura di ristrutturazione.
In sostanza, tramite un apposito codice rilasciato dall’Inps, ogni debitore potrà chiedere agli operatori delle associazioni professionali di verificare la propria posizione, al fine di saldare il debito attraverso il pagamento alle banche di una cifra ridotta e chiudendo definitivamente la questione.
Potranno aderire all’operazione sia i datori di lavoro, sia i lavoratori agricoli autonomi. Sono potenzialmente ristrutturabili i crediti originariamente in scadenza entro il 31-12-2004, compresi quelli che sono stati oggetto in passato di condoni o rateazioni amministrative. La gran parte di tali crediti, peraltro, sono stati contestati agli agricoltori nel recente passato tramite cartelle esattoriali o avvisi bonari e potranno adesso essere ristrutturati a prescindere dalla forma con cui sono stati richiesti in precedenza.

Debiti ridotti
L’importo da corrispondere sarà pari a una cifra compresa tra il 22 e il 30%, in caso di pagamento immediato in unica soluzione, e tra il 29,2 e il 39,8% in caso di pagamento dilazionato in 10 anni.
La percentuale precisa sarà definita solo al termine dell’operazione di adesione alla ristrutturazione che, come detto, richiede che vengano raccolte adesioni per almeno 2 miliardi di euro.
È stato previsto infatti che più alta sarà la partecipazione dei debitori (e cioè più si raccoglierà), minore sarà la percentuale da pagare. La predetta percentuale sarà calcolata sull’ammontare totale del debito, composto dal capitale iniziale più le sanzioni civili e gli interessi maturati fino a oggi.
Con la formalizzazione dell’adesione alla proposta di ristrutturazione avanzata dalle banche – formalizzazione che avverrà, dopo l’istruttoria condotta dalle associazioni professionali, davanti a un notaio – il debitore avrà diritto, al termine della fase di raccolta e se la soglia di 2 miliardi di euro verrà raggiunta, all’automatica ristrutturazione del debito.
Il pagamento di una percentuale del debito originario consentirà, pertanto, la remissione all’agricoltore del debito residuo, con conseguente estinzione dell’obbligazione contributiva nei confronti dell’Inps, dei concessionari, delle banche e l’abbandono dei procedimenti eventualmente pendenti in sede giudiziaria in opposizione alle cartelle esattoriali. Saranno inoltre revocati le iscrizioni di ipoteche e i fermi amministrativi.

Il ruolo dell’Inps
Per ristrutturare sarà indispensabile, durante la fase di istruttoria della pratica condotta dalle associazioni, verificare il reale ammontare dei debiti risultanti all’Inps, dato che, come gli agricoltori sanno bene, le cartelle esattoriali o gli avvisi bonari emessi nei loro confronti nel recente passato hanno dimostrato che spesso le banche dati dell’Istituto non sono attendibili, poiché non tengono conto di debiti già pagati, di sgravi spettanti, di rate di vecchi condoni onorate.
A tal fine sarà fondamentale il ruolo dell’Inps che sarà impegnato, anche con strutture dedicate, proprio all’operazione di affinamento delle diverse posizioni debitorie per mettere gli agricoltori interessati nelle condizioni di aderire alla ristrutturazione.
Altrettanto importante sarà il ruolo delle associazioni professionali, che faranno per conto dei loro associati, ma anche di eventuali non associati, da collettori delle adesioni, istruendo la pratica in contraddittorio con l’Inps e assistendo i debitori in tutti i passaggi.

Aiuti e regolarità contributiva
Si tratta, com’è evidente, di un’importante occasione per il superamento di questo diffuso problema, cui si è giunti dopo anni di richieste, proposte e mancate soluzioni.
Come ogni cosa, anche questa operazione presenta degli aspetti negativi, ad esempio la mancata possibilità di ristrutturare i debiti più recenti (successivi al 31-12-2004) o i riflessi negativi sul versante delle prestazioni per le posizioni dei lavoratori autonomi. Ma nel complesso la possibilità di definire in modo agevolato i debiti con l’Inps non è cosa di poco conto, anche in vista del prossimo futuro che, come noto, porterà alle aziende agricole significative novità in materia di regolarità contributiva. Infatti risulta sempre più chiaro che, sia a livello nazionale sia comunitario che regionale, la fruizione di qualsiasi aiuto, agevolazione, finanziamento, appalto da parte della pubblica amministrazione sarà subordinata in qualche modo alla correttezza dei versamenti contributivi.
In proposito le disposizioni emanate nell’ultimo anno non lasciano dubbi, a partire dalla compensazione tra aiuti comunitari e debiti Inps, per arrivare alle sanzioni penali per l’indebita trattenuta dei contributi previdenziali del lavoratore e alla presentazione del Durc per far valere il diritto agli sgravi contributivi per zone montane e svantaggiate.

 

Sommario rivista

Tania Pagano


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