POLITICA |
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Rilanciare la ricerca agricola: una priorità
assoluta |
Il Governo sta lavorando per definire il piano di riorganizzazione del
Cra.
Sul numero 17 de L’Informatore Agrario è stato pubblicato un articolo, a
firma del direttore Giovanni Rizzotti, in cui si constata la situazione
precaria in cui continua a trovarsi la ricerca agricola italiana, alle prese
con una riforma che non riesce a decollare e quindi a dare le risposte
necessarie al settore.
Su questo argomento ospitiamo la risposta del ministro delle politiche
agricole, Paolo De Castro.
Il sistema nazionale della ricerca, nel suo complesso, è chiamato ad
affrontare scenari completamenti diversi dal passato e in tal senso
l’esigenza di una incisiva azione riformatrice è più che mai evidente.
In particolare, per quanto concerne la ricerca agricola, le profonde
trasformazioni che in questi ultimi anni hanno caratterizzato il rapporto
tra agricoltura e mercati e tra agricoltura e società nel suo insieme
impongono uno sforzo straordinario per accompagnare il settore
agroalimentare verso nuovi traguardi. L’ampliamento dei mercati, le nuove
sollecitazioni di carattere collettivo che legano l’agricoltura ai temi
della salute umana, della protezione ambientale, dei cambiamenti climatici,
della produzione di energia richiedono non solo una diversa organizzazione
del sistema della ricerca, ma anche l’implementazione di approcci
interdisciplinari che esulano dalla tradizionale funzione
economico-produttiva del settore agroalimentare per abbracciare i nuovi temi
che derivano dal citato cambiamento.
Gli sviluppi che hanno interessato i sistemi agricoli e i territori rurali
richiedono una rapida evoluzione delle capacità afferenti al sistema della
ricerca pubblica e le istituzioni che ne sono protagoniste sono chiamate ad
adeguare la propria missione e a definire percorsi sinergici per rispondere
alla nuova domanda di ricerca.
All’interno di questa visione si inserisce lo stesso processo di riforma del
Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) che ha
avuto inizio nel 1999 e che aveva, e ha, l’obiettivo di riorganizzare e
razionalizzare diverse strutture di ricerca tra cui, in particolare, i 23
Istituti di ricerca e sperimentazione agricola presenti nel panorama
nazionale.
Un percorso che, come è stato rilevato recentemente su queste pagine, è
stato accompagnato da ritardi e non poche difficoltà, molte delle quali
connaturate a un processo di riforma così ambizioso e nello stesso tempo
indispensabile. Ora più che volgere lo sguardo al passato occorre provare a
guardare al futuro, considerando in primo luogo gli sforzi che questo
Governo sta producendo sul fronte della stabilizzazione e del
ringiovanimento del personale dedicato alla ricerca e sul fronte della
programmazione.
Stiamo lavorando alacremente per dare alla luce il piano di riorganizzazione
del Cra, che ne identifichi le prospettive future sia in termini di
contenuti che in termini di dotazioni e modello organizzativo. Uno sforzo
che non interessa solo il Cra ma che sta vedendo il protagonismo positivo di
tutte le componenti del sistema della ricerca che si occupano di
agricoltura. In questo orizzonte l’obiettivo è quello di lavorare alla
costruzione di un vero sistema, con collegamenti permanenti e funzionali,
capace di integrare le diverse competenze e informazioni a partire dalle
attività svolte dagli Istituti di ricerca strumentali del Mipaaf (Cra, Inran,
Inea) per arrivare al coinvolgimento degli altri soggetti della ricerca,
come le Università, l’Enea, il Cnr, e delle istituzioni che si occupano di
formazione e di quelle che producono statistiche.
Il sistema agricolo necessita di nuove spinte propulsive, rispetto alle
quali il ruolo delle attività di ricerca e sviluppo dell’innovazione è
fondamentale. La crescita della competitività internazionale e il dualismo
strutturale che caratterizza il nostro contesto agricolo mettono in primo
piano la funzione della ricerca quale leva su cui poggiare percorsi di
crescita competitiva delle nostre filiere, dei nostri territori e del ruolo
multifunzionale dell’azienda agricola.
In questa visione non secondario è poi il collegamento con gli altri
soggetti che a livello europeo si occupano di ricerca agricola. Infatti, la
stessa competizione per le risorse sul mercato della ricerca si intensifica
e premia, sempre più e giustamente, la capacità di creare relazioni e
network ampi. Questa in sintesi la prospettiva che tende a rafforzare la
ricerca nazionale e il sistema europeo della ricerca.
L’obiettivo è quello di costruire un sistema dinamico in grado di recepire
la domanda esplicita e latente di ricerca e innovazione, che sappia
promuovere linee di formazione coerenti con le esigenze degli operatori: una
direzione indispensabile per affrontare le nuove sfide del mercato globale e
assicurare la produzione di quei valori collettivi che la società richiede
al sistema agricolo.
Il contributo della ricerca nella promozione della competitività e della
sostenibilità dei sistemi agroalimentari rappresenta un fattore chiave per
lo sviluppo del comparto agricolo e alimentare e in questa direzione la
missione che ci siamo dati è quella di accrescere la qualità dell’intero
sistema della ricerca agricola nazionale al fine di garantire uno sviluppo
durevole in termini economici, sociali e ambientali della nostra
agricoltura. Strumentalmente a tale obiettivo stiamo promuovendo non solo un
rapporto maggiormente intenso con gli operatori al fine di raccoglierne i
bisogni, ma anche la crescita delle opportunità di accesso alla conoscenza e
all’innovazione.
Una strada non semplice, ma ineludibile e sulla quale stiamo promuovendo un
impegno importante, che troverà un tassello significativo nel processo di
riorganizzazione del Cra e che ha già trovato alcuni momenti estremamente
interessanti, come nel caso della recente approvazione del piano triennale
dell’Istituto nazionale di economia agraria (Inea) che traccia un sentiero
rinnovato per l’agenda della ricerca economico-agraria e che individua
proprio nell’integrazione tra le diverse esperienze della ricerca
l’orizzonte per la definizione della futura visione dell’Istituto.
Stiamo lavorando per migliorare performance e prospettive della nostra
agricoltura e per questo stiamo privilegiando il potenziamento delle
attività di ricerca e sperimentazione, oltre che la valorizzazione e la
diffusione delle innovazioni. I fronti sui quali siamo impegnati sono
molteplici. Dal tema della gestione delle risorse idriche a quello delle
agroenergie, che ci vede impegnati non solo sul fronte della promozione e
dell’organizzazione ma anche su quello della ricerca (selezione di varietà,
sviluppo di tecniche di coltivazione per colture da biodiesel, bioetenaolo e
combustione diretta); dai temi che riguardano la tutela del suolo a quelli
relativi allo sviluppo dell’innovazione tecnica e organizzativa finalizzata
a migliorare le prestazioni competitive e ambientali dei nostri produttori e
delle nostre filiere.
Ripongo estrema fiducia nel lavoro che stiamo conducendo, ripreso, peraltro,
in una situazione complessivamente non facile per il sistema Paese e in
particolare per il mondo della ricerca. Stiamo dando alcune risposte
importanti, altre stanno scaturendo da una riflessione ampia e collegiale
che penso possa portare presto a risultati concreti, rivitalizzando il ruolo
della ricerca pubblica nazionale e il suo protagonismo all’interno del
sistema Europa.
Quella della ricerca è una priorità assoluta all’interno dell’agenda
politica di questo Ministero.
Sommario rivista |
di Paolo De Castro
Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
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