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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
20
 18 - 24 Mag.

  2007
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Editoriale

I nuovi Psr, ovvero le nozze con i fichi secchi
C. Giacomini

Prima della riforma Fischler le risorse erano poche ma l’agricoltura era fortemente protetta. Oggi i fondi sono di poco maggiori, ma le sfide da affrontare sono più numerose, prima fra tutte quella di migliorare la competitività delle imprese.

Si sta avvicinando l’approvazione dei Programmi regionali di sviluppo rurale (Prsr) per il periodo 2007-2013, dove sono concentrate le misure del famoso secondo Pilastro della riforma Fischler .
È possibile che già entro la fine dell’anno vengano applicate le prime misure della nuova politica di sviluppo rurale. Credo che si possa parlare proprio di «nuova» politica di sviluppo rurale. Anche i precedenti Prsr 2000-2006 erano programmi di sviluppo rurale, ma le misure di intervento e i loro criteri di applicazione erano troppo influenzati dalla tradizionale politica delle strutture diretta soprattutto alle imprese.
Nella programmazione 2007-2013 si potrebbe dire che le parole chiave sono tre: governance, progettazione e territorializzazione.
Il primo «parolone» sta a significare che nella progettazione dell’intervento deve essere definita la struttura decisionale, anche pubblica, con cui vengono individuati gli obiettivi e i mezzi per raggiungere i risultati; con il secondo che gli interventi devono essere conseguenti a un approccio progettuale che realizzi un’integrazione tra le diverse misure in funzione degli obiettivi da raggiungere. Il terzo sta a significare, che la nuova programmazione deve individuare l’impatto territoriale dei diversi interventi al fine di concentrarne gli effetti con obiettivi non strettamente di carattere individuale.
L’esempio più significativo di tale approccio è l’introduzione, con carattere di priorità, nella strumentazione della nuova programmazione dei contratti di filiera, che rendono partecipi di un unico progetto i soggetti che operano nelle diverse fasi di una stessa filiera produttiva. Pure molto significativo è l’inserimento dell’approccio Leader come quarto Asse del programma, in quanto rappresenta l’attuazione concreta a livello locale dei tre principi a cui deve ispirarsi la nuova programmazione.
Si è parlato tanto di secondo Pilastro, ma cosa ci si può attendere dalla nuova programmazione? Temo non molto più di quanto è avvenuto in passato. Se prendiamo il programma di una delle Regioni più importanti dal punto di vista agricolo, come l’Emilia Romagna, si può rilevare che per la programmazione 2007-2013 potrà contare su un incremento di risorse comunitarie poco superiore al 10% rispetto a quanto ricevuto per il Prsr 2000-2006.
Se osserviamo poi, che su circa 86.000 aziende attive nel 2000, vale a dire quelle iscritte al registro delle Camere di commercio, le domande ammesse fino al 31-12-2005 sono state complessivamente poco più di 23.000, ma solo 3.700 per investimenti nelle aziende agricole, a cui si aggiungono 6.000 domande per l’insediamento dei giovani agricoltori, mentre il resto si è disperso in indennità compensative, misure agroambientali e in molti altri rivoli compreso un intervento importante per l’industria agroalimentare (155 domande per oltre 104 milioni di contributo), diventa difficile pensare che solo con un incremento del 10% dei fondi comunitari si possa fare più di quanto è stato fatto nel precedente periodo di programmazione.
Non si può dimenticare, tuttavia, che è completamente cambiato il quadro di riferimento.
Siamo tutti felici che la riforma Fischler abbia aperto la nostra agricoltura alla competizione internazionale, infatti l’abbandono della politica dei prezzi garantiti e il passaggio al disaccoppiamento ci permette finalmente di essere market oriented, cioè orientati al mercato nelle nostre scelte produttive. Resta però da verificare se disponiamo delle strutture e dell’organizzazione per affrontare la competizione comunitaria e internazionale.
Non pare che il passaggio dalla politica delle strutture a quella dello sviluppo rurale abbia migliorato il rapporto tra risorse destinate al secondo e al primo Pilastro, mentre è sicuro che avremmo bisogno di maggiori risorse finanziarie per adeguare le nostre strutture alla sfida che ci viene oggi dal mercato.
Sia ben chiaro, non si vuole tornare indietro: sviluppo rurale, ambiente, qualità della vita sono valori che possono ridare una nuova legittimazione al ruolo dell’agricoltura nell’economia e nella società moderna, ma non si può, come dice un antico proverbio, fare le nozze con i fichi secchi. Prima della riforma Fischler le risorse della politica delle strutture erano poche, ma l’agricoltura era fortemente protetta. Oggi con poco più di quelle risorse si vuole migliorare la competitività delle imprese, l’ambiente, lo spazio rurale, la qualità della vita e dare attuazione a strategie di sviluppo locale, ma le sfide da affrontare sono aumentate.
 

Sommario rivista di Corrado Giacomini


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