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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
20
 12-18 Mag.

  2006
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Attualità POLITICA

Domande pac «al buio» per i bieticoltori

Agricoltori senza indicazioni precise a pochi giorni dalla scadenza

Impossibile rispettare il termine del 15 maggio, ma anche con l’eventuale proroga al 15 giugno l’applicazione del regime del pagamento unico aziendale nel settore dello zucchero per il 2006 rischia di essere particolarmente problematica

La prima applicazione della riforma della pac nel settore dello zucchero sta procurando qualche problema agli addetti ai lavori. I ridotti tempi a disposizione sono alla base di alcune criticità emerse nelle ultime settimane che determinano situazioni di incertezza a danno degli operatori.
Purtroppo, la fase di alternanza tra la vecchia e la nuova Legislatura e il passaggio delle consegne al Ministero delle politiche agricole hanno ulteriormente complicato la situazione, impedendo l’azione di indirizzo e coordinamento politico che in questi casi è assolutamente necessaria, oltre che opportuna.
L’auspicio è che presto si possa insediare il nuovo Governo e che il ministro delle politiche agricole assuma come priorità politica quella di mettere mano al processo di applicazione della politica di sostegno per i settori che sono entrati nel 2006 nella logica del disaccoppiamento. A dire il vero i problemi non sono esclusivi per lo zucchero, ma in questo settore toccano l’apice e la situazione risulta per certi versi paradossale. Entro il 15 maggio gli agricoltori con produzione storica di barbabietola da zucchero devono provvedere alla presentazione della domanda unica di pagamento e prendere decisioni in relazione alla fissazione e all’utilizzo dei titoli provvisori, all’accesso eventuale alla riserva nazionale, alla richiesta di pagamenti accoppiati, come i premi supplementari previsti dall’articolo 69 del regolamento 1782/2003. A oggi, tutte queste delicate decisioni devono di fatto essere prese «al buio» da parte dei soggetti interessati, giacché i dati sulle assegnazioni dei titoli provvisori non sono stati ancora notificati e, a differenza di quanto è successo in passato, in occasione della prima applicazione del disaccoppiamento nei settori dei seminativi, della zootecnia, dell’olio e del tabacco, non c’è stata la fase della preparazione, non essendo stato sviluppato il processo della ricognizione preventiva. In più si deve aggiungere un ulteriore, non trascurabile particolare: i dati di base per la determinazione e l’assegnazione dei diritti provvisori individuali non sono presenti negli archivi di Agea e devono essere reperiti presso gli stessi operatori della filiera (associazioni bieticole, imprese saccarifere, organismo interprofessionale).
Proroga possibile
La stessa Unione Europea è perfettamente consapevole delle difficoltà; non a caso, nel regolamento n. 658/2006 del 27 aprile scorso evidenzia come «gli Stati membri dispongono di un periodo di tempo molto limitato per porre in atto le misure necessarie per provvedere all’inserimento dello zucchero nell’ambito del regime del pagamento unico aziendale. Occorre pertanto adottare misure intese a garantire una transizione armoniosa. In particolare è opportuno garantire agli agricoltori la possibilità di avvalersi dei propri diritti entro un tempo ragionevole».
A tale riguardo, l’Unione Europea ha quindi deciso di consentire agli Stati membri la possibilità di prorogare i tempi previsti per la presentazione della domanda pac, prevedendone lo slittamento di un mese.
In pratica, nel caso l’Italia optasse per la proroga dei termini di presentazione della domanda, i bieticoltori storici, destinatari di titoli provvisori disaccoppiati, avrebbero tempo fino al 15 giugno prossimo per provvedere alla compilazione della domanda unica di pagamenti diretti.
Resta il fatto che nel giro di 30 giorni, i bieticoltori dovrebbero chiudere il processo di prima applicazione del regime del pagamento unico aziendale, con lo svolgimento delle diverse fasi della comunicazione dei dati provvisori, della correzione degli stessi (circostanze eccezionali, trasformazioni aziendali), della presentazione delle domande di fissazione e di primo utilizzo dei titoli.
Va sottolineato però il fatto che per svolgere tutte queste operazioni, i settori dell’olio di oliva e del tabacco hanno avuto a disposizione quasi 8 mesi e i seminativi e la zootecnia da carne circa 10.
I problemi sul tappeto
I problemi pratici che si presenteranno sono molti e alcuni di una certa delicatezza e gravità. In primo luogo, si deve tenere conto di tutte le operazioni di trasformazione aziendale che si sono verificate tra il 2000 (primo anno del periodo storico di riferimento) e il 2006 (anno di prima applicazione del disaccoppiamento). Occorre, a tale riguardo, registrare e acquisire tutte le informazioni su fusioni, scissioni, cambiamenti di forma giuridica e denominazione, subentri aziendali, acquisti e affitto di superfici agricole.
Un secondo problema riguarda il calcolo della superficie di riferimento da utilizzare per il calcolo del numero dei titoli. Il decreto Mipaf prevede di prendere in considerazione la resa Istat a livello provinciale, ma è verosimile che molti bieticoltori vorranno utilizzare dati reali derivanti dai contratti di coltivazione e dalle dichiarazioni sull’utilizzo delle superfici.
Un terzo aspetto critico riguarderà la compilazione della domanda unica, in relazione ai seguenti elementi: l’accesso alla riserva nazionale, il primo utilizzo dei diritti disaccoppiati per le bietole (quanta superficie sarà necessaria per utilizzare completamente i titoli assegnati?), la richiesta degli aiuti accoppiati finanziati dall’Ue, la domanda dei pagamenti supplementari di cui all’articolo 69.
 

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