POLITICA |
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Domande pac «al buio» per i bieticoltori |
Agricoltori senza indicazioni precise a pochi giorni
dalla scadenza
Impossibile rispettare il termine del 15 maggio, ma anche con
l’eventuale proroga al 15 giugno l’applicazione del regime del pagamento
unico aziendale nel settore dello zucchero per il 2006 rischia di essere
particolarmente problematica
La prima applicazione della riforma
della pac nel settore dello zucchero sta procurando qualche problema agli
addetti ai lavori. I ridotti tempi a disposizione sono alla base di alcune
criticità emerse nelle ultime settimane che determinano situazioni di
incertezza a danno degli operatori.
Purtroppo, la fase di alternanza tra la vecchia e la nuova Legislatura e il
passaggio delle consegne al Ministero delle politiche agricole hanno
ulteriormente complicato la situazione, impedendo l’azione di indirizzo e
coordinamento politico che in questi casi è assolutamente necessaria, oltre
che opportuna.
L’auspicio è che presto si possa insediare il nuovo Governo e che il
ministro delle politiche agricole assuma come priorità politica quella di
mettere mano al processo di applicazione della politica di sostegno per i
settori che sono entrati nel 2006 nella logica del disaccoppiamento. A dire
il vero i problemi non sono esclusivi per lo zucchero, ma in questo settore
toccano l’apice e la situazione risulta per certi versi paradossale. Entro
il 15 maggio gli agricoltori con produzione storica di barbabietola da
zucchero devono provvedere alla presentazione della domanda unica di
pagamento e prendere decisioni in relazione alla fissazione e all’utilizzo
dei titoli provvisori, all’accesso eventuale alla riserva nazionale, alla
richiesta di pagamenti accoppiati, come i premi supplementari previsti
dall’articolo 69 del regolamento 1782/2003. A oggi, tutte queste delicate
decisioni devono di fatto essere prese «al buio» da parte dei soggetti
interessati, giacché i dati sulle assegnazioni dei titoli provvisori non
sono stati ancora notificati e, a differenza di quanto è successo in
passato, in occasione della prima applicazione del disaccoppiamento nei
settori dei seminativi, della zootecnia, dell’olio e del tabacco, non c’è
stata la fase della
preparazione, non essendo stato sviluppato il processo della ricognizione
preventiva. In più si deve aggiungere un ulteriore, non trascurabile
particolare: i dati di base per la determinazione e l’assegnazione dei
diritti provvisori individuali non sono presenti negli archivi di Agea e
devono essere reperiti presso gli stessi operatori della filiera
(associazioni bieticole, imprese saccarifere, organismo interprofessionale).
Proroga possibile
La stessa Unione Europea è perfettamente consapevole delle difficoltà; non a
caso, nel regolamento n. 658/2006 del 27 aprile scorso evidenzia come «gli
Stati membri dispongono di un periodo di tempo molto limitato per porre in
atto le misure necessarie per provvedere all’inserimento dello zucchero
nell’ambito del regime del pagamento unico aziendale. Occorre pertanto
adottare misure intese a garantire una transizione armoniosa. In particolare
è opportuno garantire agli agricoltori la possibilità di avvalersi dei
propri diritti entro un tempo ragionevole».
A tale riguardo, l’Unione Europea ha quindi deciso di consentire agli Stati
membri la possibilità di prorogare i tempi previsti per la presentazione
della domanda pac, prevedendone lo slittamento di un mese.
In pratica, nel caso l’Italia optasse per la proroga dei termini di
presentazione della domanda, i bieticoltori storici, destinatari di titoli
provvisori disaccoppiati, avrebbero tempo fino al 15 giugno prossimo per
provvedere alla compilazione della domanda unica di pagamenti diretti.
Resta il fatto che nel giro di 30 giorni, i bieticoltori dovrebbero chiudere
il processo di prima applicazione del regime del pagamento unico aziendale,
con lo svolgimento delle diverse fasi della comunicazione dei dati
provvisori, della correzione degli stessi (circostanze eccezionali,
trasformazioni aziendali), della presentazione delle domande di fissazione e
di primo utilizzo dei titoli.
Va sottolineato però il fatto che per svolgere tutte queste operazioni, i
settori dell’olio di oliva e del tabacco hanno avuto a disposizione quasi 8
mesi e i seminativi e la zootecnia da carne circa 10.
I problemi sul tappeto
I problemi pratici che si presenteranno sono molti e alcuni di una certa
delicatezza e gravità. In primo luogo, si deve tenere conto di tutte le
operazioni di trasformazione aziendale che si sono verificate tra il 2000
(primo anno del periodo storico di riferimento) e il 2006 (anno di prima
applicazione del disaccoppiamento). Occorre, a tale riguardo, registrare e
acquisire tutte le informazioni su fusioni, scissioni, cambiamenti di forma
giuridica e denominazione, subentri aziendali, acquisti e affitto di
superfici agricole.
Un secondo problema riguarda il calcolo della superficie di riferimento da
utilizzare per il calcolo del numero dei titoli. Il decreto Mipaf prevede di
prendere in considerazione la resa Istat a livello provinciale, ma è
verosimile che molti bieticoltori vorranno utilizzare dati reali derivanti
dai contratti di coltivazione e dalle dichiarazioni sull’utilizzo delle
superfici.
Un terzo aspetto critico riguarderà la compilazione della domanda unica, in
relazione ai seguenti elementi: l’accesso alla riserva nazionale, il primo
utilizzo dei diritti disaccoppiati per le bietole (quanta superficie sarà
necessaria per utilizzare completamente i titoli assegnati?), la richiesta
degli aiuti accoppiati finanziati dall’Ue, la domanda dei pagamenti
supplementari di cui all’articolo 69.
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