riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
19
 11-17 Mag.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita
 

EditorialePOLITICA

Nel Regno Unito la gdo tende la mano agli allevatori
E. Comegna

La politica di Tesco sul latte fresco dimostra che collaborare è possibile.

I rapporti tra grande distribuzione organizzata e agricoltori sono conflittuali o inesistenti, a seconda dei casi in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Una cosa è però certa: quello che fa la distribuzione moderna è fondamentale per gli interessi della componente agricola.
Le scelte di rifornimento dei punti di vendita, la politica dei prezzi (in entrata e in uscita), le strategie di marketing adottate influiscono sulle fortune o, sarebbe meglio dire, sulle sfortune dei produttori agricoli.
Da tempo, in Italia e ovunque in Europa si sta cercando di porre rimedio allo strapotere della distribuzione.
A Bruxelles è stato creato un comitato delle organizzazioni agricole che si pone come obiettivo quello di promuovere un maggior equilibrio nell’ambito della catena alimentare.
La stessa Commissione europea è assai sensibile al tema, tanto che negli anni scorsi ha realizzato dei rapporti nei quali si effettuava un monitoraggio sui rapporti di forza tra agricoltori, industria alimentare e distribuzione.
Il valore dell’origine
In Italia è stata varata una normativa specifica, poi mai applicata, pare per le contestazioni provenienti da Bruxelles, con la quale si introduceva per legge l’obbligo alle catene della distribuzione organizzata di riservare una certa percentuale di spazio alle produzioni alimentari di origine locale.
Sempre da noi in Italia, nel 2004, c’è stata l’approvazione della legge sull’indicazione dell’origine della materia prima agricola negli alimenti, come strumento per differenziare la produzione nazionale e per sfuggire dalla «tirannia» degli operatori che, nella filiera, detengono il potere contrattuale. Il provvedimento è stato contestato dalla Commissione europea che ne ha preteso la cancellazione, intervenuta di recente con la legge comunitaria per il 2007.
I tentativi di trovare una soluzione che sia adeguata sono molteplici e reiterati, ma finora il dilemma resta e alla componente agricola è sempre più difficile mantenere inalterata la quota di valore aggiunto che intercetta.
Una soluzione alternativa è stata di recente trovata nel Regno Unito: la strada della mano tesa della grande distribuzione nei confronti dei produttori agricoli locali. Lo schema è stato messo a punto dalla principale catena distributiva del Paese (Tesco) e si applica al settore del latte alimentare.
La proposta di Tesco
Sarà per le dure proteste dei produttori di latte negli anni scorsi, culminate anche con manifestazioni clamorose dirette nei confronti dei distributori, oppure per la situazione di acuta crisi nella quale si dibatte la zootecnia da latte del Regno Unito, o ancora per le reiterate indagini parlamentari e di apposite commissioni sulla concorrenza che denunciano la progressiva perdita di potere contrattuale dei produttori agricoli, fatto sta che Tesco (poco meno di 1 milione di tonnellate di latte alimentare fresco venduto ogni anno) ha deciso di uscire allo scoperto con una proposta che ha lasciato piacevolmente impressionate le stesse organizzazioni degli agricoltori.
La politica di Tesco sul latte fresco consiste nel sottoscrivere dei contratti diretti di fornitura con gli allevatori locali e corrispondere loro un prezzo più elevato, rispetto al latte standard.
Ai consumatori Tesco offre la possibilità di scegliere un prodotto ottenuto e commercializzato a livello locale, senza ritoccare verso l’alto il prezzo di vendita.
A fronte di un prezzo di riferimento pagato agli allevatori di 26,5 centesimi di euro per litro, Tesco offre quasi 33 centesimi, con contratti di durata annuale, rivedibile ogni sei mesi, sulla base dell’evoluzione dei costi di produzione che gravano sull’azienda zootecnica. Al momento queste condizioni sono state offerte a 850 allevatori.
Se nel Regno Unito è stato possibile mettere in atto una politica di collaborazione tra produttori agricoli e distributori, perché la stessa cosa non può essere fatta anche in Italia? Magari sperimentandola su settori diversi, dove però la dimensione locale del mercato e il legame tra consumatore e territorio giocano un ruolo ugualmente elevato, come accade, ad esempio, nel caso della frutta e degli ortaggi.
La grande catena distributiva inglese ha coniugato in modo creativo e coraggioso la minaccia del progressivo declino della produzione locale di materia prima agricola con l’opportunità di soddisfare l’emergente esigenza del consumatore di poter scegliere le produzioni locali.
Una soluzione che potrebbe assicurare interessanti risultati.
 

Sommario rivista Ermanno Comegna



la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati