- Vendemmia meccanica sempre più precisa e pulita
- Confronto tra vendemmiatrici
di generazioni diverse
La vendemmia meccanica rappresenta oggi un’opportunità
non solo per contenere i costi, ma anche per elevare il livello qualitativo
delle uve, raccogliendole tempestivamente alla maturità voluta.
Negli ultimi modelli, infatti, l’evoluzione degli organi di raccolta, in
sinergia con un’appropriata struttura verticale del vigneto, consente un
distacco degli acini sempre più preciso e delicato grazie alle possibilità
offerte dalle molte regolazioni degli organi di scuotimento.
Un nuovo gruppo funzionale – il sistema diraspatore – si è aggiunto a
rendere ancora più raffinato e controllabile il livello qualitativo della
raccolta.
Oltre a ciò si è sviluppata l’architettura e l’impiantistica della parte
motrice, che può essere impiegata in tutto il ciclo colturale come centrale
mobile di potenza polivalente.
A fronte di questi enormi miglioramenti, in Italia la vendita annuale di
vendemmiatrici si attesta solamente su un centinaio di macchine all’anno, di
cui il 50% semoventi, a fronte delle 1.700 circa della Francia.
Le cause della difficoltà di penetrazione della vendemmia meccanica in
Italia risiedono senz’altro in carenze strutturali: superfici aziendali
troppo limitate, vigneti non adeguati alla meccanizzazione, magari in
pendenza, elevati costi di acquisto delle macchine, scarsa diffusione del
controterzismo, ma anche in un’immagine ancora legata all’idea di un
vendemmiato di bassa qualità, proprio però delle prime vendemmiatrici
comparse sul mercato e ora decisamente superato.
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