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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
19
 5-11 Mag.

  2006
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Attualità POLITICA

La campagna assicurativa avanza a rilento

Anche sul 2006 pesano troppe incertezze

La cronica mancanza di risorse economiche per il settore e le conseguenti situazioni di dubbio sul futuro rischiano di compromettere un mercato che per crescere deve avere invece riferimenti certi

Il 2005 è stato il primo anno di piena applicazione della riforma dell’assicurazione agevolata contenuta nel decreto legislativo 102/2004. È stato un anno con chiari e scuri; a fronte infatti della positiva entrata in scena delle polizze multirischio e di una presenza più consistente e diffusa di polizze pluririschio, si è registrato un decremento, anche se lieve, del valore assicurato complessivo e del numero dei certificati stipulati dalle imprese agricole a copertura delle produzioni dai rischi climatici.
Probabilmente tali fatti sono da addebitare allo stato di incertezza del quantum contributivo pubblico, stabilito dal Ministero delle politiche agricole ben dopo la stipula delle polizze, ma anche al ritardo con cui è stata aperta la passata campagna assicurativa per l’allungamento dei tempi nell’emanazione degli atti ministeriali.
Campagna 2006

Quest’anno cosa sta succedendo? Di certo tutti gli elementi per la stipula delle polizze sono a disposizione dei consorzi di difesa e delle compagnie di assicurazione. Con i decreti ministeriali di febbraio e marzo sono stati, infatti, stabiliti per il 2006 i prezzi unitari massimi dei prodotti agricoli per la determinazione dei valori assicurabili, ma anche i parametri contributivi, le tipologie di polizza, le aree, le colture e gli eventi assicurabili con agevolazione pubblica. Il Mipaf, su proposta della Commissione tecnica a cui è demandata la predisposizione del Piano assicurativo annuale, al fine proprio di permettere una rapida apertura della campagna assicurativa, ha deciso infatti di prorogare il Piano assicurativo del 2005 e quindi le sue regole.
I consorzi di difesa – forse per la prima volta nella loro storia – hanno così potuto aprire per tempo la campagna assicurativa.
Il mercato assicurativo (ma sono le prime sensazioni, che necessitano di un riscontro da fare fra qualche mese) sembra essere più vivo rispetto agli altri anni. L’offerta assicurativa in particolare appare più attenta alle richieste agricole; spesso insieme al rischio grandine viene offerta anche la copertura di altri rischi climatici.
Le incertezze degli agricoltori
Di contro la domanda assicurativa appare quasi timorosa e l’assunzione delle polizze avanza a un ritmo abbastanza contenuto. Purtroppo, tutta l’agricoltura sta risentendo di una crisi profonda, legata alla contemporanea crescita dei costi fissi produttivi e alle difficoltà di mercato per molti prodotti, in particolare quelli ortofrutticoli, che maggiormente sono oggetto di coperture assicurative.
L’esperienza ci dice che, a fronte di situazioni di incertezza e soprattutto di difficoltà economica, le imprese sono meno disposte a spendere per assicurarsi.
Purtroppo anche in questa campagna non si attenuano le preoccupazioni sul quantum contributivo sui premi. La legge parla di un contributo fino all’80% del parametro per le polizze con soglia di rischio al 30% e fino al 50% per le polizze tradizionali. Il Ministero, per il 2006, si è riservato la decisione sulla determinazione della percentuale contributiva; in pratica gli operatori agricoli conosceranno l’effettivo costo della polizza al netto del contributo solo a fine campagna. Tale situazione di incertezza viene fra l’altro alimentata dallo stato deficitario relativo ai fondi destinati all’assicurazione agevolata.
A oggi i consorzi di difesa sono ancora in attesa del pagamento da parte del Ministero del saldo della campagna 2005 e di quello relativo al 2004. Sono cifre importanti quelle anticipate dai consorzi di difesa, spesso ricorrendo a prestiti bancari. In effetti il Ministero a inizio anno con proprio decreto ha stabilito di coprire con gli stanziamenti previsti dalla legge finanziaria per l’anno 2006 (150 milioni di euro) quanto deve come saldo ai consorzi di difesa per la campagna passata e quasi il 50% del residuo da pagare del 2004. Questa manovra significherà per il Ministero disporre circa della metà della cifra originaria, appena sufficiente per pagare l’acconto di novembre ai consorzi di difesa sulla probabile spesa contributiva per la campagna assicurativa appena iniziata. Da qui lo sconcerto e le preoccupazioni di molti consorzi e, di conseguenza, degli operatori agricoli.
Risorse scarse

La questione delle risorse finanziarie è un problema che ha storicamente caratterizzato l’assicurazione agevolata; a esso finora è stata sempre trovata una soluzione.
Certamente uno dei primi impegni del nuovo Governo sarà quello di cercare nuove risorse finanziarie. È in ballo il futuro dell’intero sistema. È da considerare che la «scelta assicurativa», proposta nel decreto legislativo 102, da tutti considerata oramai necessaria, significa anche avere adeguate risorse finanziarie pubbliche. La mancanza di risorse e le conseguenti situazioni di dubbio sul futuro rischiano di soffocare un mercato che invece ha necessità per crescere di valori certi. Vi è da dire anche che le restrizioni e le limitazioni all’accesso degli aiuti ex post di tipo contributivo o creditizio stabilite con il decreto 102/2004, che avevano lo scopo di spingere le aziende agricole ad assicurarsi di più, non sembra che abbiano avuto effetti importanti. Non c’è stato, come detto, quell’incremento atteso e auspicato sia nell’ammontare dei valori assicurati complessivi, sia nella diffusione territoriale dello strumento assicurativo.
Dalla lettura dei dati sull’assicurazione agricola agevolata del 2005 si evince ancora una presenza di forte concentrazione territoriale in termini di valori assicurati nelle regioni del Nord; la diffusione delle assicurazioni sui rischi agricoli nel Meridione e Centro Italia rimane, invece, molto bassa, con la sola eccezione della Puglia e limitatamente ad alcuni prodotti.
Sono, invece, molte le aziende agricole che hanno scelto di «rischiare» non assicurandosi, o sono state costrette a tale scelta per mancanza o inadeguatezza di un’offerta assicurativa o per il suo alto costo.
«Multirischio» sulle rese,compagnie poco disponibili
Nel decreto legislativo viene data grande rilevanza alle polizze multirischio sulle rese o globali. Si tratta di contratti assicurativi innovativi, certamente di molto interesse per la gran parte delle imprese agricole. Hanno, però, finora trovato scarsa diffusione, soprattutto a causa della poca disponibilità delle compagnie di assicurazione. Le polizze multirischio sulle rese, in pratica, sono state stipulate quasi unicamente in presenza della copertura della riassicurazione pubblica concessa all’Ismea. L’intervento riassicurativo pubblico a favore delle società di assicurazione rappresenta certamente un elemento di spinta per le compagnie; appare, però, necessaria una sua rivisitazione in termini sia finanziari (le risorse disponibili per il fondo di riassicurazione dell’Ismea appaiono insufficienti per una sua operatività su larga scala), sia operativi. Per uno sviluppo assicurativo bisogna in ogni caso lavorare ancora su molti punti: sulle procedure di erogazione degli aiuti sui premi assicurativi, che rimangono complesse e burocratiche, soprattutto non sempre rispettose della tempistica con disagi per le imprese, su elementi come la definizione della quota contributiva concedibile dallo Stato, che non può essere tutti gli anni stabilita a posteriori. Soprattutto è necessario uno sforzo per il reperimento di stanziamenti che permettano veramente un allargamento e una diffusione delle assicurazioni in agricoltura.
 

Sommario rivista Fabio Tracagni


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