POLITICA |
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La campagna assicurativa avanza a rilento |
Anche sul 2006 pesano troppe incertezze
La cronica mancanza di risorse economiche per il settore
e le conseguenti situazioni di dubbio sul futuro rischiano di compromettere
un mercato che per crescere deve avere invece riferimenti certi
Il 2005 è stato il primo anno di piena applicazione della
riforma dell’assicurazione agevolata contenuta nel decreto legislativo
102/2004. È stato un anno con chiari e scuri; a fronte infatti della
positiva entrata in scena delle polizze multirischio e di una presenza più
consistente e diffusa di polizze pluririschio, si è registrato un
decremento, anche se lieve, del valore assicurato complessivo e del numero
dei certificati
stipulati dalle imprese agricole a copertura delle
produzioni dai rischi climatici.
Probabilmente tali fatti sono da addebitare allo stato di
incertezza del quantum contributivo pubblico, stabilito dal Ministero
delle politiche agricole ben dopo la stipula delle polizze, ma anche al
ritardo con cui è stata aperta la passata campagna assicurativa per
l’allungamento dei tempi nell’emanazione degli atti ministeriali.
Campagna 2006
Quest’anno cosa sta succedendo? Di certo tutti gli
elementi per la stipula delle polizze sono a disposizione dei consorzi di
difesa e delle compagnie di assicurazione. Con i decreti ministeriali di
febbraio e marzo sono stati, infatti, stabiliti per il 2006 i prezzi unitari
massimi dei prodotti agricoli per la determinazione dei valori assicurabili,
ma anche i parametri contributivi, le tipologie di polizza, le aree, le
colture e gli eventi assicurabili con agevolazione pubblica. Il Mipaf, su
proposta della Commissione tecnica a cui è demandata la predisposizione del
Piano assicurativo annuale, al fine proprio di permettere una rapida
apertura della campagna assicurativa, ha deciso infatti di prorogare il
Piano assicurativo del 2005 e quindi le sue regole.
I consorzi di difesa – forse per la prima volta nella
loro storia – hanno così potuto aprire per tempo la campagna assicurativa.
Il mercato assicurativo (ma sono le prime sensazioni, che
necessitano di un riscontro da fare fra qualche mese) sembra essere più vivo
rispetto agli altri anni. L’offerta assicurativa in particolare appare più
attenta alle richieste agricole; spesso insieme al rischio grandine viene
offerta anche la copertura di altri rischi climatici.
Le incertezze degli agricoltori
Di contro la domanda assicurativa appare quasi timorosa e
l’assunzione delle polizze avanza a un ritmo abbastanza contenuto.
Purtroppo, tutta l’agricoltura sta risentendo di una crisi profonda, legata
alla contemporanea crescita dei costi fissi produttivi e alle difficoltà di
mercato per molti prodotti, in particolare quelli ortofrutticoli, che
maggiormente sono oggetto di coperture assicurative.
L’esperienza ci dice che, a fronte di situazioni di incertezza e soprattutto
di difficoltà economica, le imprese sono meno disposte a spendere per
assicurarsi.
Purtroppo anche in questa campagna non si attenuano le
preoccupazioni sul quantum contributivo sui premi. La legge parla di
un contributo fino all’80% del parametro per le polizze con soglia di
rischio al 30% e fino al 50% per le polizze tradizionali. Il Ministero, per
il 2006, si è riservato la decisione sulla determinazione della percentuale
contributiva; in pratica gli operatori agricoli conosceranno l’effettivo
costo della polizza al netto del contributo solo a fine campagna. Tale
situazione di incertezza viene fra l’altro alimentata dallo stato
deficitario relativo ai fondi destinati all’assicurazione agevolata.
A oggi i consorzi di difesa sono ancora in attesa del
pagamento da parte del Ministero del saldo della campagna 2005 e di quello
relativo al 2004. Sono cifre importanti quelle anticipate dai consorzi di
difesa, spesso ricorrendo a prestiti bancari. In effetti il Ministero a
inizio anno con proprio decreto ha stabilito di coprire con gli stanziamenti
previsti dalla legge finanziaria per l’anno 2006 (150 milioni di euro)
quanto deve come saldo ai consorzi di difesa per la campagna passata e quasi
il 50% del residuo da pagare del 2004. Questa manovra significherà per il
Ministero disporre circa della metà della cifra originaria, appena
sufficiente per pagare l’acconto di novembre ai consorzi di difesa sulla
probabile spesa contributiva per la campagna assicurativa appena iniziata.
Da qui lo sconcerto e le preoccupazioni di molti consorzi e, di conseguenza,
degli operatori agricoli.
Risorse scarse
La questione delle risorse finanziarie è un problema che
ha storicamente caratterizzato l’assicurazione agevolata; a esso finora è
stata sempre trovata una soluzione.
Certamente uno dei primi impegni del nuovo Governo sarà
quello di cercare nuove risorse finanziarie. È in ballo il futuro
dell’intero sistema. È da considerare che la «scelta assicurativa», proposta
nel decreto legislativo 102, da tutti considerata oramai necessaria,
significa anche avere adeguate risorse finanziarie pubbliche. La mancanza di
risorse e le conseguenti situazioni di dubbio sul futuro rischiano di
soffocare un mercato che invece ha necessità per crescere di valori certi.
Vi è da dire anche che le restrizioni e le limitazioni all’accesso degli
aiuti ex post di tipo contributivo o creditizio stabilite con il
decreto 102/2004, che avevano lo scopo di spingere le aziende agricole ad
assicurarsi di più, non sembra che abbiano avuto effetti importanti. Non c’è
stato, come detto, quell’incremento atteso e auspicato sia nell’ammontare
dei valori assicurati complessivi, sia nella diffusione territoriale dello
strumento assicurativo.
Dalla lettura dei dati sull’assicurazione agricola
agevolata del 2005 si evince ancora una presenza di forte concentrazione
territoriale in termini di valori assicurati nelle regioni del Nord; la
diffusione delle assicurazioni sui rischi agricoli nel Meridione e Centro
Italia rimane, invece, molto bassa, con la sola eccezione della Puglia e
limitatamente ad alcuni prodotti.
Sono, invece, molte le aziende agricole che hanno scelto
di «rischiare» non assicurandosi, o sono state costrette a tale scelta per
mancanza o inadeguatezza di un’offerta assicurativa o per il suo alto costo.
«Multirischio» sulle rese,compagnie poco disponibili
Nel decreto legislativo viene data grande rilevanza alle
polizze multirischio sulle rese o globali. Si tratta di contratti
assicurativi innovativi, certamente di molto interesse per la gran parte
delle imprese agricole. Hanno, però, finora trovato scarsa diffusione,
soprattutto a causa della poca disponibilità delle compagnie di
assicurazione. Le polizze multirischio sulle rese, in pratica, sono state
stipulate quasi unicamente in presenza della copertura della riassicurazione
pubblica concessa all’Ismea. L’intervento riassicurativo pubblico a favore
delle società di assicurazione rappresenta certamente un elemento di spinta
per le compagnie; appare, però, necessaria una sua rivisitazione in termini
sia finanziari (le risorse disponibili per il fondo di riassicurazione dell’Ismea
appaiono insufficienti per una sua operatività su larga scala), sia
operativi. Per uno sviluppo assicurativo bisogna in ogni caso lavorare
ancora su molti punti: sulle procedure di erogazione degli aiuti sui premi
assicurativi, che rimangono complesse e burocratiche, soprattutto non sempre
rispettose della tempistica con disagi per le imprese, su elementi come la
definizione della quota contributiva concedibile dallo Stato, che non può
essere tutti gli anni stabilita a posteriori. Soprattutto è necessario uno
sforzo per il reperimento di stanziamenti che permettano veramente un
allargamento e una diffusione delle assicurazioni in agricoltura.
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