POLITICA |
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Le proposte del Governo sull’immigrazione |
Parte la riforma della legge bossi-fini.
Il disegno di legge prevede diverse novità sia per l’ingresso nel nostro
Paese che per l’accesso al lavoro, a cominciare dalle quote massime di
stranieri da far entrare in Italia e dalle liste di collocamento. L’iter
della legge richiederà almeno un anno e si annunciano forti polemiche.
Parte ufficialmente la riforma della legge sull’immigrazione. Il Governo ha
infatti approvato a fine aprile un disegno di legge delega per la modifica
del testo unico che attualmente regola l’accesso e lo status dei cittadini
stranieri nel nostro Paese, la cosiddetta legge Bossi-Fini. Nella legge
delega – che dovrà essere esaminata e approvata nei prossimi mesi dal
Parlamento – vengono indicati i criteri cui dovrà ispirarsi il decreto
legislativo di attuazione.
L’intero iter legislativo richiederà non meno di un anno e mezzo, sempre che
il Parlamento e il Governo riescano effettivamente a varare,
rispettivamente, la legge delega e il decreto legislativo delegato. È
infatti già alta l’attenzione del mondo politico sul progetto di riforma e
sono già partite le critiche dell’Opposizione al testo elaborato
congiuntamente dai ministri Giuliano Amato (Interno) e Paolo Ferrero
(Solidarietà sociale).
La riforma rivede alcuni dei principi cardine della legge vigente, con
l’intento di risolvere alcune delle questioni che la sua applicazione ha
sollevato negli ultimi anni, a partire dalle condizioni di accesso alle
lungaggini burocratiche, per finire con i Cpt (Centri di permanenza
temporanea) e le sanzioni per le prestazioni di lavoro di immigrati
irregolari.
In particolare sul fronte dell’accesso al lavoro, che molto interessa i
datori di lavoro agricolo, a giudicare dai primi commenti politici e tecnici
saranno aspri sia la discussione parlamentare che il dibattito nell’intera
società italiana.
Ma vediamo nel dettaglio i principi della riforma disegnata dal Governo, con
particolare riferimento a quelli relativi ai rapporti di lavoro, anche
stagionali e tenendo presente che il disegno di legge delega si propone
espressamente di promuovere l’immigrazione regolare, favorendo l’incontro
tra domanda e offerta di lavoro di cittadini stranieri, al fine di superare
il cospicuo fenomeno di presenze straniere clandestine.
Determinazione dei flussi di ingresso
Viene prevista una programmazione triennale delle quote massime di cittadini
stranieri da far entrare in Italia, in luogo di quella vigente che è
annuale.
Essa dovrà tener conto del fabbisogno effettivo di lavoratori
extracomunitari rilevato dai Ministeri della solidarietà sociale e del
lavoro sulla base delle indicazioni provenienti dai Consigli territoriali
per l’immigrazione presso le Prefetture, dalle organizzazioni dei lavoratori
e dei datori di lavoro, dalle Regioni (in merito alle locali capacità di
assorbimento del tessuto sociale e produttivo).
Sarà possibile adeguare annualmente le quote predeterminate su base
triennale, in caso di ulteriori e nuove esigenze del mercato del lavoro.
Domanda e offerta di lavoro
e liste di collocamento
Vengono previste specifiche azioni volte a promuovere l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro domestico e di assistenza alla persona. Saranno inoltre
allestite liste di collocamento, organizzate per nazionalità e per data di
iscrizione, per l’iscrizione dei cittadini stranieri che intendano fare
ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale.
Le liste saranno realizzate prioritariamente con gli Stati che abbiano
dimostrato un atteggiamento collaborativo in materia di contrasto
all’immigrazione clandestina. Saranno gestite da organismi nazionali o
internazionali (ancora da individuare) e trasmesse alle rappresentanze
diplomatiche e consolari all’estero.
Per l’iscrizione nelle liste si terrà conto del grado di conoscenza della
lingua italiana, della professionalità, della frequenza a corsi di
formazione che abbiano fatto conoscere ai cittadini stranieri i principi
della Costituzione italiana e i principi su cui si basa la convivenza della
comunità italiana.
Sponsor e autosponsor
I cittadini extracomunitari interessati a lavorare in Italia iscritti nelle
liste all’estero potranno entrare nel nostro Paese su richiesta (nominativa
o numerica) di Regioni, Province autonome, enti locali, associazioni
imprenditoriali, professionali e sindacali, patronati.
Tali soggetti, in sostanza, potranno sponsorizzare l’ingresso degli
extracomunitari attraverso un’apposita garanzia patrimoniale. Gli ingressi
tramite sponsor saranno consentiti solo in quote limitate e definite ad hoc
dai decreti di programmazione.
Ma i cittadini extracomunitari potranno anche autosponsorizzarsi, se in
possesso di risorse finanziarie adeguate al periodo di permanenza in Italia,
per entrare e cercare un lavoro. Così come potranno farsi garantire da un
cittadino italiano o europeo o da altro extracomunitario in possesso di
permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, che abbiano un
reddito adeguato a prestare idonea garanzia patrimoniale.
Semplificazione
Al fine di sveltire le procedure per il rilascio del visto d’ingresso in
Italia vengono previsti:
- la revisione della documentazione da esibire all’autorità consolare
italiana;
- la semplificazione delle procedure e dei requisiti necessari per il
rilascio del nulla osta, del permesso di soggiorno e del suo rinnovo;
- l’eliminazione del cosiddetto contratto di soggiorno;
- l’istituzione di sportelli unici presso i Comuni per il rilascio e il
rinnovo del permesso di soggiorno (nel primo periodo la competenza resterà
alle Prefetture ma presso i Comuni verranno istituiti appositi sportelli per
la presentazione e il ritiro del permesso);
- l’allungamento della durata iniziale dei permessi di soggiorno non
stagionali (1 anno per lavoro determinato inferiore o pari a 6 mesi; 2 anni
per lavori superiori a 6 mesi; 3 anni per lavoro a tempo indeterminato o
autonomo) e la razionalizzazione dei relativi procedimenti di rilascio e
rinnovo (in caso di rinnovo peraltro la durata iniziale sarà raddoppiata);
- l’estensione della validità del permesso di soggiorno in caso di perdita
del lavoro a 1 anno (oggi è di 6 mesi);
- la riorganizzazione degli sportelli unici per l’immigrazione presso le
Prefetture anche attraverso forme di collaborazione con altre Pubbliche
amministrazioni e con le associazioni dei datori di lavoro.
Altre disposizioni
Naturalmente molte altre sono le materie toccate dal disegno di legge delega
che non riguardano direttamente i rapporti di lavoro. Viene prevista, ad
esempio, l’estensione del diritto di elettorato attivo e passivo per le
elezioni amministrative all’immigrato titolare del permesso Ce per
soggiornanti di lungo periodo.
E ancora, viene introdotto il cosiddetto rimpatrio volontario e assistito,
finanziato da un apposito Fondo nazionale rimpatri alimentato da contributi
versati dagli sponsor e viene superato l’attuale sistema dei Centri di
permanenza temporanea (Cpt), che verranno sostituiti da nuove strutture che
valorizzino la funzione di accoglienza.
Infine saranno adottate misure volte a garantire un’adeguata tutela delle
vittime di riduzione o mantenimento in schiavitù, delle vittime di tratta,
delle vittime di violenza o grave sfruttamento.
Lo schema di legge delega sommariamente sopra descritto, qualora venisse
approvato dal Parlamento, darebbe origine al decreto legislativo delegato
contenente le misure di dettaglio dei principi contenuti nella delega. Sarà
perciò necessario attendere ancora parecchi mesi prima di vedere reali
modifiche all’attuale disciplina sull’immigrazione che dunque continua a
essere applicata alle richieste di nulla osta al lavoro per l’anno 2007.
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