POLITICA |
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Passate le elezioni comincia il totoministri |
Non è ancora ben chiaro quando verrà nominato il Governo Prodi, ma
già, come sempre succede, si fa la lista dei «papabili». Per l’agricoltura
si parladi Clemente Mastella
Quando nascerà il nuovo Governo? In molti se lo chiedono, a cominciare da
Romano Prodi, presidente del Consiglio in pectore che vorrebbe al più presto
l’incarico dall’attuale presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Spera invece in un allungamento dei tempi il presidente del Consiglio
uscente, Silvio Berlusconi, convinto che a conferire il mandato debba essere
il prossimo presidente della Repubblica che dovrebbe essere eletto intorno
alla metà di maggio.
Nonostante le elezioni del 9 aprile siano ormai lontane la tensione tra i
due poli è molto alta, anche se qualche sporadico segno di disgelo sta
avvenendo. Proprio il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno, a
quanto riferiscono uomini del suo entourage, ha telefonato a Prodi per
parlare con lui del Tavolo delle filiera energetica appena insediato e i due
hanno scherzato sulla successione al Ministero agricolo.
A favore dei tempi rapidi gioca la sollecitazione del Fondo monetario
internazionale che chiede di «fare in fretta». Un monito al quale Ciampi
potrebbe non essere insensibile. A favore di uno slittamento c’è, invece,
non solo la non sottovalutabile ostinazione di Berlusconi che sostiene che
sia stato proprio il presidente della Repubblica a dire che non avrebbe dato
lui l’incarico, ma anche il pericolo dell’ingorgo istituzionale:
convocazione delle Camere (28 aprile), elezione del capo dello Stato (13
maggio), elezioni amministrative (fine maggio) e referendum (24 giugno). Se
a prevalere sarà la decisione di Ciampi di dare lui l’incarico sarà però
necessario fare il Governo molto in fretta. Al massimo in una settimana.
La possibilità di un’accelerazione improvvisa dei tempi di formazione
dell’Esecutivo fa fibrillare il «totonomine», anche per quel che riguarda il
Ministero delle politiche agricole. Un Dicastero considerato non di
primissima serie, ma pur sempre con un portafoglio di tutto rispetto.
I possibili inquilini del Mipaf
Fonti non giornalistiche piuttosto accreditate collocano tra il papabili
Clemente Mastella, segretario dell’Udeur, che alla sua prima uscita pubblica
sui temi agricoli, durante la campagna elettorale, ha sollecitato le
organizzazione agricole a unirsi. La sua nomina pare creerebbe qualche
malumore tra i Ds.
Altrettanto accreditata è la voce che quasi certamente in via XX Settembre
non siederà più il verde Alfonso Pecoraro Scanio.
Rimane in piedi la possibilità che all’agricoltura torni Paolo De Castro,
eletto in Puglia, alla Camera. Il professore è molto vicino a Prodi, tanto
che fonti giornalistiche lo hanno accreditato tra i possibili sottosegretari
alla presidenza. Voci che egli ha smentito dicendosi impegnato nel tentare
di ottenere il Ministero delle politiche agricole. A suo favore pende la
propensione del leader dell’Unione verso un Governo dove siedano anche
persone con competenze specifiche elevate.
Altri nomi che girano sono quelli di Ermete Realacci, deputato della
Margherita, presidente onorario di Legambiente e molto sensibile ai temi
agricoli.
Va poi considerato l’ampio capitolo dei sottosegretari che verranno scelti
per completare il Governo. Su questo fronte le indiscrezioni sono poche,
almeno per quel che riguarda l’area agricola. Tra i pochissimi nomi in
circolazione ci sono quelli del diessino piemontese Lino Rava,
dell’esponente della Margherita Luca Marcora e della Verde Loredana De
Petris. A lei però potrebbe toccare la presidenza della Commissione
agricoltura del Senato, sempre che non vada ai Comunisti italiani.
In ogni caso, sembra confermata anche in questa legislatura la regola che
vuole che i presidenti di commissione siano di partiti diversi da quelli del
ministro di riferimento.
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