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Contratti quadro speranza agricola |
Lo strapotere contrattuale della grande distribuzione può essere
arginato con l’applicazione delle disposizioni contenute nel decreto sulla
regolazione dei mercati. L’intesa raggiunta tra il gruppo Auchan e Unaproa
fa ben sperare
Uno dei temi su cui maggiormente si sono impegnati gli studiosi di
economia agraria e che più preoccupa gli organismi di rappresentanza del
mondo agricolo è il potere contrattuale degli agricoltori. Di fronte al
ruolo, assolutamente dominante, della grande distribuzione organizzata (gdo)
nella commercializzazione dei prodotti alimentari sembra che né gli
studiosi, né gli organismi di rappresentanza, né quegli Stati che hanno
sentito la necessità di intervenire abbiano trovato delle soluzioni efficaci
per ridimensionare il suo potere contrattuale. D’altra parte, come si può
affrontare la sfida di un competitor che ha la dimensione di uno Stato di
media importanza, come nel caso Wal-Mart la prima insegna a livello
mondiale, o la forza contrattuale di sei centrali d’acquisto attraverso le
quali nel 2005 è passato ben il 92% di tutto il volume d’affari della gdo
presente in Italia? Le stesse grandi industrie di marca, dalla Barilla alla
Parmalat, devono andare a patti con la gdo, per cui è molto difficile
rispondere con la solita ricetta, vale a dire, che gli agricoltori devono
concentrare l’offerta. è difficile poter immaginare che i successi di
imprese cooperative come Caviro con il suo Tavernello o di Granarolo con un
marchio fortemente affermato presso il consumatore siano facilmente
ripetibili. Ne sanno qualche cosa cooperative come Apofruit, a cui la gdo
non stende tappeti rossi per facilitare la distribuzione dei suoi prodotti a
marchio Almaverde e lo stesso consorzio della mela Melinda. Se vuoi entrare
nella gdo devi puntare tutto sulla concorrenza di prezzo e, se ti va bene,
adattarti a distribuire con marchi commerciali della gdo o, «lussuria
massima», con marchi dedicati in esclusiva della gdo, ovviamente rispettando
capitolati di produzione imposti dalla gdo e adottando criteri di
certificazione messi a punto dalla stessa gdo.
In questi anni tra alcune organizzazioni professionali agricole e gli
organismi di rappresentanza della grande distribuzione sono stati firmati
protocolli d’intesa diretti a disciplinare i rapporti tra settore
distributivo e offerta agricola. Ma sono rimasti delle pie affermazioni di
principio che poco o nulla hanno inciso a favore della parte agricola.
Tuttavia la strada degli accordi intreprofessionali pare rimanere l’unica
che possa portare a qualche risultato, ma è necessario che a concludere
l’accordo siano, da una parte, coloro che detengono concretamente il
prodotto e, dall’altra, le imprese interessate al suo acquisto.
Il decreto sulla «Regolazione dei mercati agroalimentari» n. 102/2005 ha
introdotto alcune importanti innovazioni per cercare di dare una mossa a una
situazione italiana che sul piano dell’interprofessione è forse la più
arretrata a livello europeo. Ha riformulato la disciplina delle
organizzazioni di produttori confermando la loro natura societaria e
prevedendo la costituzione delle organizzazioni comuni, soluzione che mira a
fare uscire le Unioni nazionali da un limbo per cui erano più strutture
sindacali che operative; ha disciplinato le intese di filiera, espressione
delle linee strategiche fissate dal Tavolo agroalimentare; ha istituito i
contratti quadro che devono stabilire tutti gli aspetti dei rapporti di
scambio fino a definire i contratti-tipo da stipulare tra le singole parti
contraenti, il tutto da depositare presso il Mipaf, che li sanziona.
Dopo l’intesa di filiera raggiunta dall’Organismo interprofessionale del
settore ortofrutticolo ai primi di marzo, il 16 dello stesso mese l’Unaproa,
come organizzazione comune riconosciuta ai sensi del decreto legislativo n.
102/2005, ha firmato con Auchan e Sma, società del gruppo Auchan, importante
catena francese della distribuzione moderna presente in Italia, il primo
contratto quadro della nuova era aperta dal dlgs. n. 102/2005. Con questo
contratto Unaproa si impegna a fornire attraverso le proprie associate, e
Auchan-Sma a distribuire, fino a 3.500 t di mele. Assieme al contratto
quadro sono stati approvati anche il contratto tipo e una serie di allegati
con i quali verranno fissati i volumi da acquistare per varietà di mele; il
calendario delle promozioni e la stima dei volumi; i prezzi di acquisto per
varietà e categoria.
Fa una certa impressione leggere che Auchan-Sma si impegna a collocare il
prodotto a scaffale in condizioni di privilegio; ad acquistare il prodotto a
un prezzo sufficiente a garantire un’equa remunerazione del produttore; a
estendere lo spazio disponibile alla collocazione del prodotto a marchio
delle associazioni aderenti a Unaproa e che, in ogni caso, il prezzo di
vendita al consumatore finale non potrà essere superiore al doppio del
prezzo di acquisto del prodotto reso deposito. Lette così possono sembrare
ancora solo parole, ma la differenza sta nel fatto che i sottoscrittori del
contratto sono gli stessi soggetti direttamente e concretamente impegnati a
rispettarlo. Speriamo bene!
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