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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
18
 28 Apr. - 4 Mag.

  2006
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Editoriale

Contratti quadro speranza agricola
Corrado Giacomini

Lo strapotere contrattuale della grande distribuzione può essere arginato con l’applicazione delle disposizioni contenute nel decreto sulla regolazione dei mercati. L’intesa raggiunta tra il gruppo Auchan e Unaproa fa ben sperare

Uno dei temi su cui maggiormente si sono impegnati gli studiosi di economia agraria e che più preoccupa gli organismi di rappresentanza del mondo agricolo è il potere contrattuale degli agricoltori. Di fronte al ruolo, assolutamente dominante, della grande distribuzione organizzata (gdo) nella commercializzazione dei prodotti alimentari sembra che né gli studiosi, né gli organismi di rappresentanza, né quegli Stati che hanno sentito la necessità di intervenire abbiano trovato delle soluzioni efficaci per ridimensionare il suo potere contrattuale. D’altra parte, come si può affrontare la sfida di un competitor che ha la dimensione di uno Stato di media importanza, come nel caso Wal-Mart la prima insegna a livello mondiale, o la forza contrattuale di sei centrali d’acquisto attraverso le quali nel 2005 è passato ben il 92% di tutto il volume d’affari della gdo presente in Italia? Le stesse grandi industrie di marca, dalla Barilla alla Parmalat, devono andare a patti con la gdo, per cui è molto difficile rispondere con la solita ricetta, vale a dire, che gli agricoltori devono concentrare l’offerta. è difficile poter immaginare che i successi di imprese cooperative come Caviro con il suo Tavernello o di Granarolo con un marchio fortemente affermato presso il consumatore siano facilmente ripetibili. Ne sanno qualche cosa cooperative come Apofruit, a cui la gdo non stende tappeti rossi per facilitare la distribuzione dei suoi prodotti a marchio Almaverde e lo stesso consorzio della mela Melinda. Se vuoi entrare nella gdo devi puntare tutto sulla concorrenza di prezzo e, se ti va bene, adattarti a distribuire con marchi commerciali della gdo o, «lussuria massima», con marchi dedicati in esclusiva della gdo, ovviamente rispettando capitolati di produzione imposti dalla gdo e adottando criteri di certificazione messi a punto dalla stessa gdo.
In questi anni tra alcune organizzazioni professionali agricole e gli organismi di rappresentanza della grande distribuzione sono stati firmati protocolli d’intesa diretti a disciplinare i rapporti tra settore distributivo e offerta agricola. Ma sono rimasti delle pie affermazioni di principio che poco o nulla hanno inciso a favore della parte agricola. Tuttavia la strada degli accordi intreprofessionali pare rimanere l’unica che possa portare a qualche risultato, ma è necessario che a concludere l’accordo siano, da una parte, coloro che detengono concretamente il prodotto e, dall’altra, le imprese interessate al suo acquisto.
Il decreto sulla «Regolazione dei mercati agroalimentari» n. 102/2005 ha introdotto alcune importanti innovazioni per cercare di dare una mossa a una situazione italiana che sul piano dell’interprofessione è forse la più arretrata a livello europeo. Ha riformulato la disciplina delle organizzazioni di produttori confermando la loro natura societaria e prevedendo la costituzione delle organizzazioni comuni, soluzione che mira a fare uscire le Unioni nazionali da un limbo per cui erano più strutture sindacali che operative; ha disciplinato le intese di filiera, espressione delle linee strategiche fissate dal Tavolo agroalimentare; ha istituito i contratti quadro che devono stabilire tutti gli aspetti dei rapporti di scambio fino a definire i contratti-tipo da stipulare tra le singole parti contraenti, il tutto da depositare presso il Mipaf, che li sanziona.
Dopo l’intesa di filiera raggiunta dall’Organismo interprofessionale del settore ortofrutticolo ai primi di marzo, il 16 dello stesso mese l’Unaproa, come organizzazione comune riconosciuta ai sensi del decreto legislativo n. 102/2005, ha firmato con Auchan e Sma, società del gruppo Auchan, importante catena francese della distribuzione moderna presente in Italia, il primo contratto quadro della nuova era aperta dal dlgs. n. 102/2005. Con questo contratto Unaproa si impegna a fornire attraverso le proprie associate, e Auchan-Sma a distribuire, fino a 3.500 t di mele. Assieme al contratto quadro sono stati approvati anche il contratto tipo e una serie di allegati con i quali verranno fissati i volumi da acquistare per varietà di mele; il calendario delle promozioni e la stima dei volumi; i prezzi di acquisto per varietà e categoria.
Fa una certa impressione leggere che Auchan-Sma si impegna a collocare il prodotto a scaffale in condizioni di privilegio; ad acquistare il prodotto a un prezzo sufficiente a garantire un’equa remunerazione del produttore; a estendere lo spazio disponibile alla collocazione del prodotto a marchio delle associazioni aderenti a Unaproa e che, in ogni caso, il prezzo di vendita al consumatore finale non potrà essere superiore al doppio del prezzo di acquisto del prodotto reso deposito. Lette così possono sembrare ancora solo parole, ma la differenza sta nel fatto che i sottoscrittori del contratto sono gli stessi soggetti direttamente e concretamente impegnati a rispettarlo. Speriamo bene!

Sommario rivista Corrado Giacomini


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