TRIBUTARIA |
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Agricoltori in trincea per gli estimi catastali |
Migliaia di contenziosi in vista.
L’aggiornamento in poco tempo delle rendite catastali sulla base dei dati
delle domande pac si è rivelato un fallimento a causa delle approssimazioni
dei risultati ottenuti e del metodo utilizzato. Il Governo non cede alle
richieste di proroga al 2008.
Sulla revisione degli estimi catastali, in meno di quattro mesi, si sono
volute applicare le disposizioni, dalla portata storica, previste nel
decreto legge 262/2006 e poi modificate dalla Finanziaria 2007 (si veda
anche L’Informatore Agrario n. 15/2007), e i risultati purtroppo si vedono.
Per cercare di aggiornare i dati catastali, rappresentativi di
un’agricoltura ormai superata da decenni, anziché di procedere con
un’analisi in profondità della situazione attuale si è scelto il metodo più
sbrigativo, il quale, invece di portare nuove entrate alle casse dell’Erario
e attualizzare le rendite sulla base della situazione reale delle colture,
ha creato finora soltanto confusione, generato dati approssimativi e finirà
per produrre solamente costi per i tantissimi contenziosi che si
instaureranno, a discapito sia dei contribuenti, come al solito i più
colpiti, sia dello Stato, che si vedrà così annullare le maggiori entrate
previste dall’operazione.
L’aggiornamento delle rendite catastali, sulla base dei dati reperiti dalle
domande pac, era una disposizione nata con l’intento di semplificare gli
adempimenti burocratici, ma si sta rivelando un fallimento a causa delle
approssimazioni dei risultati ottenuti (in breve tempo si sono dovute
adattare le oltre 700 varietà colturali delle domande pac alle circa 100
classificazioni catastali, coinvolgendo oltre 7.000 comuni e variando 3
milioni e mezzo di particelle catastali) e dei discutibili metodi seguiti
per procedere con l’operazione.
Lo Statuto del contribuente, garanzia dei buoni rapporti tra Fisco e
cittadini, è stato infatti non solo disatteso, ma privato di ogni autorità e
completamente ignorato. Oltre a stabilire che i rapporti tra Fisco e
contribuente debbano essere improntati sul principio della collaborazione e
buona fede, la legge n. 212/2000, infatti, prevederebbe che debba essere
assicurata l’effettiva conoscenza, da parte del cittadino, degli atti che lo
riguardano, passaggio non certo adempiuto con la pubblicazione del
comunicato sulla Gazzetta Ufficiale, per avvertire che sono state completate
le operazioni di revisione catastale, e nemmeno dai dati messi a
disposizione sul sito Internet dell’Agenzia del territorio.
Lo stesso Statuto del contribuente, prevede inoltre che le disposizioni
tributarie non possono avere effetto retroattivo e non possono prevedere
adempimenti a carico del contribuente con scadenza anteriore a 60 giorni
dalla loro entrata in vigore; anche in questi casi c’è un contrasto con la
procedura seguita per la revisione degli estimi catastali, in quanto, come
risaputo, le nuove rendite hanno efficacia dal 2006, e questo significa
anche che devono essere utilizzate per le prossime dichiarazioni dei
redditi, a partire dai modelli 730, la cui prima scadenza è fissata per il
30 aprile.
Poco tempo a disposizione
In ogni caso, anche per gli agricoltori che dichiarano i propri redditi con
il modello Unico, con scadenza a metà giugno per versare imposte sul reddito
e Ici, il tempo a disposizione è davvero esiguo. I 60 giorni decorrenti
dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del comunicato relativo al
completamento delle operazioni di aggiornamento catastale (avvenuto lo
scorso 2 aprile) utili per verificare le eventuali variazioni che sono state
fatte e inoltrare eventuale ricorso alla Commissione tributaria, scadono
infatti il 1° giugno.
In questo breve tempo i contribuenti devono verificare l’esattezza o meno
delle variazioni ed eventualmente presentare all’Agenzia del territorio
istanza di autotutela per chiedere l’annullamento della nuova rendita, o la
correzione, evidenziando circostanze o elementi che non sono stati
considerati in fase di aggiornamento.
L’istanza può essere presentata in forma libera, su carta semplice, anche
utilizzando l’apposito modello messo a disposizione dall’Agenzia del
territorio sul proprio sito Internet; la stessa Agenzia prevede la
possibilità, ancora in fase di attuazione, di presentare la stessa istanza
di autotutela per via telematica.
L’istanza, però, non sospende i termini per presentare ricorso, cosicché,
qualora non venga accolta entro il 1° giugno, si renderà necessario l’avvio
del contenzioso.
Il ricorso deve essere opportunamente argomentato e contenere la richiesta
di sospensione degli effetti delle nuove rendite. In attesa delle decisioni
dei giudici, per evitare eventuali sanzioni in caso di esiti negativi, il
contribuente può eventualmente utilizzare le nuove rendite per il calcolo
delle imposte di quest’anno, salvo chiedere successivamente il rimborso nel
caso di vittoria.
Se l’istanza non viene accolta, e non viene presentato ricorso, le nuove
rendite diventano invece definitive.
Visto il gran numero di istanze che verranno presentate in questi giorni, la
possibilità di ottenere risposta in tempi utili da parte dell’Agenzia appare
remota; così, per coloro che volessero opporsi alle variazioni, la strada
del contenzioso appare obbligata, anche se più onerosa per i contribuenti e
incerta negli esiti e nei tempi, dato che i molti ricorsi intaseranno le
Commissioni tributarie.
Niente proroghe
Nonostante la confusione e i malumori che si sono creati in questi giorni,
il Governo (per il momento) non ha invece voluto cedere alle richieste di
proroga al 2008 presentate dalle associazioni di categoria, dichiarando, in
risposta a un’interrogazione presentata in Commissione finanze della Camera
dei deputati, che le modalità seguite dall’Agenzia del territorio sono
idonee sia a supportare i contribuenti nei prossimi adempimenti fiscali,
anche se imminenti, sia al fine di eventuali verifiche e rettifiche.
A tale scopo l’Agea si è anche impegnata a mettere a disposizione dei Caa
(Centri di assistenza agricola) le informazioni relative alle variazioni
catastali effettuate utilizzando i dati delle domande pac 2006, unitamente
alle informazioni riguardanti le qualità catastali presenti nelle banche
dati prima delle stesse variazioni.
Per il momento, comunque, anche se privato di riconoscimento ufficiale, lo
stato di crisi rimane e si fa sempre più preoccupante.
La situazione dovrà come al solito essere affrontata e risolta dai
contribuenti solamente con le proprie forze.
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