POLITICA |
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Psr: lo Stato anticipa,gli agricoltori incassano |
Finalmente sbloccata la vicenda.
Le domande ancora inevase riferite al periodo 2000-2006 potranno essere
pagate grazie all’anticipazione del Ministero dell’economia, che verrà poi
rimborsato con i fondi riferiti al 2007-2013.
Il 12 aprile il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro ha reso
noto che il Ministero dell’economia ha concesso un’anticipazione di cassa di
645 milioni di euro per pagare gli impegni aggiuntivi assunti dalle Regioni
per i Piani di sviluppo rurale 2000-2006. L’aumento dei fondi a favore dei
Psr è scattato in seguito al comportamento virtuoso che l’Italia ha avuto e
che ha fruttato al nostro Paese un premio di 50 milioni di euro da parte
dell’Unione Europea.
I fondi sbloccati – subito ripartiti in base alle previsioni dall’Agea tra i
vari organismi pagatori – saranno rendicontati sul capitolo di bilancio
relativo ai Piani di sviluppo rurale 2007-2013 e la Commissione europea,
fatte le verifiche necessarie, restituirà al Tesoro la quota parte
comunitaria. Cosa che avverrà solo man mano che i singoli programmi
regionali di sviluppo 2007-2013 saranno approvati.
Il meccanismo dell’anticipazione permette di non incappare nelle misure
previste dal nuovo regolamento sullo sviluppo rurale che sanziona
rigorosamente gli Stati membri incapaci di spendere i fondi messi a
disposizione.
Il ministro ha sottolineato che, anche se questa «non è la soluzione
definitiva al problema delle carenze di cassa per lo sviluppo rurale,
sofferenza conseguente, peraltro, al ritardo con cui i primi programmi
regionali saranno approvati dalla Commissione europea, la disponibilità di
questi fondi consente alle Amministrazioni regionali di uscire da una
situazione di stallo e agli agricoltori di percepire quanto loro dovuto».
La questione resta aperta
«Anche se in ritardo, è stata accolta la richiesta da tempo avanzata dalla
nostra organizzazione relativa all’anticipazione dei fondi necessari per i
pagamenti non effettuati nel corso del 2006 sui Piani di sviluppo rurale»,
ha commentato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori
Giuseppe Politi, ricordando che nelle scorse settimane l’organizzazione
sindacale aveva sollecitato un tempestivo intervento del ministro De Castro.
«Adesso che il nodo è stato sciolto, non possiamo – ha concluso Politi – che
esprimere la nostra soddisfazione, anche se sappiamo che le questioni di
disponibilità finanziaria sono tutt’altro che risolte».
«Paradossalmente – ha fatto notare il presidente della Confagricoltura
Federico Vecchioni – il problema dei mancati finanziamenti di una parte
delle domande del vecchio Psr non è sintomo di scarsa efficienza del nostro
Paese ma, al contrario, è un segnale della capacità dell’Italia di saper
utilizzare al meglio le opportunità offerte dal secondo pilastro della pac.
Non a caso l’Italia ha beneficiato della ripartizione dei fondi che non sono
stati spesi da altri Paesi membri. Gli agricoltori sono pronti a investire e
scommettere sul futuro – ha sottolineato Vecchioni – ma hanno bisogno di
essere messi nelle condizioni di farlo».
Paolo Carnemolla, presidente di Federbio, ha accolto con soddisfazione la
notizia e ha ricordato che «proprio le aziende più impegnate sul fronte
dell’innovazione e degli investimenti sono quelle che hanno più sofferto di
questa situazione e che chiedono, anche per il futuro, certezze rispetto
agli impegni assunti. Ora – ha concluso – ci aspettiamo tempi rapidi nella
ripartizione dei fondi, e nei pagamenti, e altrettanto impegno per trovare
una soluzione definitiva al problema».
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