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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
14
 6 - 12 Apr.

  2007
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Attualità PRIMA PAGINA

Ocm e mercato protagonisti a Vinitaly 2007

Conclusa a Verona la 41A edizione del salone
La manifestazione veronese continua a inanellare record di pubblico e di espositori, ma quest’anno, oltre agli aspetti commerciali, ha tenuto banco il tema della prossima organizzazione di mercato del settore vino, una tappa decisiva per il futuro della vitivinicoltura


Se lo stato di salute del settore vitivinicolo italiano dovesse essere giudicato dall’andamento della fiera che meglio lo rappresenta, il Vinitaly di Verona, ci sarebbe da essere euforici, o quasi. Stando ai dati forniti da Veronafiere, suscettibili di successiva certificazione ma comunque significativi, siamo di fronte a un successo che non accenna a calare, ma anzi continua a crescere: l’edizione di quest’anno, svoltasi dal 29 marzo al 1° aprile, ha fatto registrare 150.000 visitatori (+4% rispetto al 2006) dei quali 38.000 provenienti dall’estero. Un dato, quest’ultimo, tanto più significativo se si pensa che fra meno di tre mesi ci sarà anche Vinexpo a Bordeaux.
Se a questo aggiungiamo l’aumento degli espositori, che va di pari passo con l’incremento dell’area a disposizione, abbiamo il quadro di un successo mondiale, nel vero senso della parola, per Vinitaly; un successo alla base del quale, ovviamente, c’è il prodotto vino (senza dimenticare l’olio).
Tutto bene, dunque, per l’enologia italiana? Non proprio.

Preoccupa l’ocm
Forse è esagerato dire che uno spettro si aggirava tra i padiglioni di Vinitaly, ma sicuramente si può affermare che la prossima ocm, in via di elaborazione da parte della Commissione europea, incombe piuttosto minacciosa sul futuro del settore vitivinicolo, e non a caso è stata al centro del dibattito in numerosi incontri e convegni in fiera.
Ha cominciato il ministro Paolo De Castro che, parlando a margine della cerimonia inaugurale, si è augurato che i documenti legislativi che gli uffici della Commissione Ue stanno mettendo a punto, e che dovrebbero essere presentati dopo l’estate, recepiscano le osservazioni che i principali Paesi produttori hanno fatto al documento di discussione presentato nei mesi scorsi e che contiene diversi elementi non condivisibili e altri decisamente pericolosi per il vino italiano.
L’obiettivo principale della nuova ocm, così come enunciato in varie occasioni dal commissario europeo Mariann Fischer Boel, è quello di razionalizzare la spesa per il settore privilegiando la promozione e la competitività a scapito delle misure destinate a tamponare gli effetti dell’eccessiva produzione, come distillazioni e stoccaggio, che attualmente occupano più della metà della spesa totale. Niente da eccepire su questo, ma da più parti si è osservato che mentre i tagli sono ben chiari ed espliciti, le misure di sostegno sono, al momento, piuttosto vaghe.
L’aspetto più eclatante del documento di riflessione sulla futura ocm è senz’altro quello degli espianti: come si sa è stata proposta l’eliminazione di 400.000 ha di vigneto e a questo scopo è destinato il 40% delle risorse totali: troppo, a giudizio di tutti, per una misura peraltro di dubbia efficacia, lenta e poco selettiva. E comunque non è chiara la logica per cui da un lato si propone di eliminare una consistente fetta del vigneto europeo per diminuire la produzione e dall’altro si prevede di dare il via libera all’utilizzo di vini e mosti extraeuropei.

Denominazioni: riordino o rivoluzione?
Tra le proposte di Bruxelles ce n’è un’altra che inquieta non poco i produttori italiani: si tratta del riordino del sistema delle denominazioni. La Commissione parte dalla constatazione che la normativa comunitaria sulle denominazioni di origine protetta e le indicazioni geografiche dei vini e delle bevande alcoliche è diversa da quella relativa agli altri prodotti, il che genera confusione. Da qui la proposta di istituire un registro con una duplice classificazione: «vini con indicazione geografica» e «vini senza indicazione geografica», oltre alla possibilità di indicare in etichetta su tutti i vini il vitigno e l’annata.
L’opinione prevalente tra i produttori è sintetizzabile in un semplice concetto: l’attuale normativa può sicuramente essere razionalizzata e migliorata, ma se la soluzione deve essere l’accentramento di tutte le decisioni alla Commissione, con le stesse regole di dop e igp, siamo decisamente fuori strada.

Controlli e controllori
Il secondo argomento politico che ha tenuto banco in questo Vinitaly 2007 è quello dei controlli: già durante la cerimonia inaugurale il ministro De Castro ha annunciato di aver firmato, dopo il via libera della Conferenza Stato-Regioni, il decreto che riguarda i controlli sui vqprd: in pratica si tratta della conferma dei «famosi» controlli erga omnes di cui tanto si è parlato, affidati in via sperimentale ai Consorzi di tutela fin dal 2001.
Spesso in Italia le cose provvisorie hanno la tendenza a durare di più di quelle definitive e il sospetto è che nel caso in questione la strada imboccata sia proprio questa: il ministro, comunque, ha spiegato che i controlli rimarranno in questa forma fino alla riforma della legge 164/92, nell’ambito della quale dovrà essere introdotto il concetto di terzietà dei controlli, così come avviene per gli altri prodotti alimentari a denominazione protetta.
A questo proposito si può osservare che attualmente Bruxelles non prevede l’obbligo della terzietà dei controlli, e anzi parla di «un migliore controllo di qualità grazie al ruolo rafforzato delle organizzazioni settoriali». Si può anche aggiungere che lo stesso decreto De Castro afferma, nelle premesse, che «a seguito dell’attività di monitoraggio effettuata sull’azione di controllo svolta in via sperimentale dai Consorzi di tutela, sono emersi risultati positivi circa la tracciabilità del prodotto in tutte le fasi del processo produttivo».
Insomma, visto che nella precedente Legislatura il sottosegretario Teresio Delfino ha cercato per tre anni, senza riuscirci, di giungere a un progetto di revisione della 164 condiviso da tutta la filiera, e visto che comunque bisognerà prima aspettare che venga approvata la nuova ocm di settore, i tempi si preannunciano lunghi. Un sicuro argomento di discussione anche per le prossime edizioni di Vinitaly.
 

 

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Alberto Andrioli


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