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2006 |
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Cereale minore in leggera ripresa
Ibridi a confronto in Italia centrale e Sicilia
Per le semine del sorgo nel 2006 l’Istat stima un incremento del 2,8%
rispetto al 2005, quando la superficie investita contava 31.600 ha,
dimostrando che la coltura continua a rimanere un cereale «minore». La
rusticità del sorgo ne consente la coltivazione in aree marginali e in
condizioni ambientali difficili, con terreni poco fertili e in presenza di
ridotte disponibilità idriche.
Le prospettive della coltura sono legate anche ai diversi utilizzi della
produzione finale; a oggi la maggior parte del sorgo è coltivato per la
produzione di granella a uso zootecnico, ma la sperimentazione si sta
orientando al sorgo come fonte energetica e per la produzione di biomasse.
Il futuro di questi utilizzi alternativi appare ancora incerto, ma
l’interesse per le tematiche ambientali e lo sviluppo tecnologico apre
un’ulteriore strada all’utilizzo e alla sua espansione. Per quanto riguarda
le sperimentazioni del 2005 è emersa una maggiore produttività negli areali
emiliano-romagnoli da parte delle varietà a ciclo medio-tardivo, mentre per
il Centro Italia, in prove condotte senza sussidio idrico, le migliori
performance produttive sono da ricondurre a genotipi di ciclo medio (classi
400 e 500).
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