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L'Informatore Agrario
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14
 31 Mar. - 6 Apr.

  2006
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Attualità POLITICA

L’agricoltura ai margini della campagna elettorale

Gli italiani al voto il 9 e 10 aprile

Nel dibattito spesso aspro di questo periodo nessuno parla di agricoltura. Poiché, però, anche gli agricoltori votano, abbiamo cercato di capire le posizioni dei due schieramenti riguardo al settore primario

Con il nuovo sistema elettorale proporzionale a sbarramento, con il quale voteremo il 9 e 10 aprile, la campagna elettorale per la Camera e il Senato, caratterizzata peraltro da un clima di aspra polemica, non ha premiato l’agricoltura i cui temi sono rimasti molto marginali sia negli incontri sia nelle trasmissioni radiotelevisive. Una delle ragioni di ciò è legata alla decisione dei partiti politici di spostare i candidati da una circoscrizione a un’altra spesso sradicandoli dal proprio territorio. Questo fenomeno, che ha suscitato molte polemiche, non ha impedito però, soprattutto ai veterani dell’agricoltura, di impegnarsi a fondo in vista delle elezioni. Così è avvenuto in tutti i gruppi politici. Da An, dove il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno ha dedicato parte del suo tempo al programma agricolo insieme al presidente dell’Agea Antonio Buonfiglio, candidato in Calabria e Puglia, ai Verdi per i quali la senatrice Loredana De Petris guida la lista a Roma per il Senato e ha affrontato i temi più spinosi dell’agricoltura in decine di incontri con gli agricoltori; dai Ds all’Udc, anch’essi impegnati su alcune questioni agricole con Claudio Franci, componente della Commissione agricoltura della Camera nell’attuale Legislatura e candidato per i Ds in Toscana, ed Edoardo Mazzocchi (Udc) che si presenta in Umbria per il Senato.
Forza Italia schiera numerosi parlamentari uscenti a cominciare dal sottosegretario alle politiche agricole e forestali Paolo Scarpa Bonazza, candidato alla Camera nel Veneto, per arrivare al presidente della Commissione agricoltura della Camera Giacomo de Ghislanzoni, candidato alla Camera in Lombardia. La Margherita, a sua volta, ha candidato Luca Marcora al Senato in Emilia-Romagna e, nella quota di Romano Prodi, corre in Puglia per la Camera Paolo De Castro, sostenuto dai circoli Nuova agricoltura.
A Scarpa Bonazza e a Marcora abbiamo chiesto i punti salienti del programma elettorale agricolo del Centro-destra e del Centro-sinistra. Per quanto riguarda il primo schieramento va sottolineato che non esiste un vero programma unitario, mentre nel secondo caso gli intenti programmatici sono stati sottoscritti da tutti i partiti dell’Unione.

Cdl: proseguiremo sulla strada intrapresa
«Nei cinque anni trascorsi – esordisce Scarpa Bonazza, responsabile per il settore agricolo di Forza Italia – abbiamo realizzato importanti riforme per modernizzare il settore e semplificare la vita di quanti vi operano. Mi riferisco soprattutto – spiega – all’introduzione delle nuove figure imprenditoriali, come lo iap (imprenditore agricolo professionale) e la società agricola, alle riforme fiscali, come l’eliminazione della tassa di successione e la stabilizzazione del regime Iva speciale; ma anche alla riforma del Fondo di solidarietà nazionale e all’introduzione di nuovi strumenti finanziari e assicurativi a sostegno della competitività delle imprese».
«Il lavoro fin qui svolto – avverte il sottosegretario – è il punto di partenza per la prossima Legislatura, nel corso della quale puntiamo innanzitutto a consolidare le riforme realizzate e assicurarne la piena applicazione. Sul piano fiscale, la riforma dell’Irap dovrà garantire al settore quantomeno il mantenimento dell’attuale livello di contribuzione agevolata di cui beneficia; sarà inoltre opportuno razionalizzare, d’intesa con le Amministrazioni regionali, i tanti trattamenti tributari che a livello locale gravano sulle imprese».
«Intensificheremo ulteriormente la lotta alla contraffazione alimentare, così da tutelare ancora più efficacemente la salute dei cittadini e la difesa del made in Italy agroalimentare. Per questo – prosegue l’esponente di Forza Italia – proporremo all’Ue di adottare criteri più restrittivi nei controlli doganali sull’importazione di alimenti e materie prime, soprattutto nelle aree sensibili e di confine come l’Italia».
«Con gli altri Paesi comunitari – sottolinea Scarpa Bonazza – proseguirà l’impegno per evitare ulteriori ridimensionamenti della pac, dopo quelli voluti dalla Commissione Prodi, che intendeva convincere l’Europa a rinunciare alla propria agricoltura. Viceversa, come accaduto con il memorandum condiviso in occasione del Consiglio dei ministri agricoli del 20 marzo scorso, bisogna difendere la competitività e la sostenibilità di lungo periodo dell’agricoltura europea, evitando misure di rinazionalizzazione della pac. Quest’ultima – conclude l’esponente del Governo Berlusconi – sicuramente può essere migliorata, con l’adozione di nuovi strumenti che, nel rispetto del libero mercato e senza gravare oltremodo sul bilancio comunitario, supportino le imprese durante le fasi di congiuntura sfavorevole e di eccessiva fluttuazione dei prezzi dei prodotti e dei fattori di produzione».

Unione: quattro punti per rilanciare l’agricoltura
«L’agroalimentare italiano, apprezzato e imitato in tutto il mondo, è al centro del programma di governo di Romano Prodi che lo considera, insieme all’agricoltura che ne è alla base, una scelta strategica per lo sviluppo economico del nostro Paese», spiega Marcora, coordinatore della Consulta agricola nazionale dell’Unione e responsabile per l’agricoltura della Margherita.
«L’Unione affida il rilancio del made in Italy agroalimentare a quattro strade individuate nel lavoro del Tavolo del programma che ho coordinato», sottolinea l’esponente della Margherita.
- «La prima – dice – è quella di un deciso intervento sulla fase della commercializzazione, che significa difesa giuridica e promozione dei marchi dop e igp nel mercato globalizzato, aggregazione dell’offerta dei prodotti agricoli, regole nei rapporti all’interno della filiera, eliminazione della forbice dei prezzi tra produttore e consumatore, reti logistiche e infrastrutture di trasporto, nuovi rapporti con la grande distribuzione organizzata, valorizzazione del cibo di qualità».
- «La seconda strada del rilancio passa dal rafforzamento della competitività dei nostri prodotti attraverso il potenziamento del legame tra agricoltura e industria agroalimentare, la riorganizzazione delle filiere agroalimentari, la valorizzazione di un lavoro di qualità come condizione necessaria per un’agricoltura di qualità, la riduzione dei costi di produzione e di sistema (terreno, credito, oneri contributivi, energia, assicurazioni, acqua, amministrazione), l’impulso alla ricerca e al trasferimento dell’innovazione alle imprese».
- «L’agricoltura non ha solo un valore produttivo, ma anche sociale – fa notare Marcora – e di conseguenza la terza priorità del programma riguarda la valorizzazione della sua multifunzionalità che si esprime nel presidio del territorio, nella tutela dell’ambiente, nella lotta al dissesto idrogeologico, nell’essere fonte di energia rinnovabile e di crediti ambientali secondo il Protocollo di Kyoto. Per questo incentiveremo il mantenimento dell’agricoltura nelle aree marginali e di montagna, moduleremo il sostegno europeo sulla capacità delle imprese di produrre beni e valori socialmente rilevanti, custodiremo la biodiversità, incentiveremo il biologico, applicheremo per gli ogm il principio di massima precauzione, vareremo un piano nazionale di settore per nuove politiche forestali».
- «Tutto questo si realizzerà solo con un nuovo governo del settore. E' la quarta priorità – conclude Marcora – che si concretizza nella creazione di un nuovo Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che sappia tutelare e interpretare le esigenze di tutta la filiera, dal produttore al consumatore, e nella costituzione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare che, all’interno dell’Unione Europea, solo l’Italia non ha attivato. Occorrerà poi reimpostare un nuovo rapporto tra Stato e Regioni basato su cooperazione, sussidiarietà e flessibilità, e ridefinire il ruolo e la composizione del Tavolo agroalimentare che deve diventare il luogo delle decisioni rapide».

Sommario rivista Letizia Martirano


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