POLITICA |
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L’agricoltura ai margini della campagna
elettorale |
Gli italiani al voto il 9 e 10 aprile
Nel dibattito spesso aspro di questo periodo nessuno parla di
agricoltura. Poiché, però, anche gli agricoltori votano, abbiamo cercato di
capire le posizioni dei due schieramenti riguardo al settore primario
Con il nuovo sistema elettorale proporzionale a sbarramento, con il quale
voteremo il 9 e 10 aprile, la campagna elettorale per la Camera e il Senato,
caratterizzata peraltro da un clima di aspra polemica, non ha premiato
l’agricoltura i cui temi sono rimasti molto marginali sia negli incontri sia
nelle trasmissioni radiotelevisive. Una delle ragioni di ciò è legata alla
decisione dei partiti politici di spostare i candidati da una circoscrizione
a un’altra spesso sradicandoli dal proprio territorio. Questo fenomeno, che
ha suscitato molte polemiche, non ha impedito però, soprattutto ai veterani
dell’agricoltura, di impegnarsi a fondo in vista delle elezioni. Così è
avvenuto in tutti i gruppi politici. Da An, dove il ministro delle politiche
agricole Gianni Alemanno ha dedicato parte del suo tempo al programma
agricolo insieme al presidente dell’Agea Antonio Buonfiglio, candidato in
Calabria e Puglia, ai Verdi per i quali la senatrice Loredana De Petris
guida la lista a Roma per il Senato e ha affrontato i temi più spinosi
dell’agricoltura in decine di incontri con gli agricoltori; dai Ds all’Udc,
anch’essi impegnati su alcune questioni agricole con Claudio Franci,
componente della Commissione agricoltura della Camera nell’attuale
Legislatura e candidato per i Ds in Toscana, ed Edoardo Mazzocchi (Udc) che
si presenta in Umbria per il Senato.
Forza Italia schiera numerosi parlamentari uscenti a cominciare dal
sottosegretario alle politiche agricole e forestali Paolo Scarpa Bonazza,
candidato alla Camera nel Veneto, per arrivare al presidente della
Commissione agricoltura della Camera Giacomo de Ghislanzoni, candidato alla
Camera in Lombardia. La Margherita, a sua volta, ha candidato Luca Marcora
al Senato in Emilia-Romagna e, nella quota di Romano Prodi, corre in Puglia
per la Camera Paolo De Castro, sostenuto dai circoli Nuova agricoltura.
A Scarpa Bonazza e a Marcora abbiamo chiesto i punti salienti del programma
elettorale agricolo del Centro-destra e del Centro-sinistra. Per quanto
riguarda il primo schieramento va sottolineato che non esiste un vero
programma unitario, mentre nel secondo caso gli intenti programmatici sono
stati sottoscritti da tutti i partiti dell’Unione.
Cdl: proseguiremo sulla strada intrapresa
«Nei cinque anni trascorsi – esordisce Scarpa Bonazza, responsabile per il
settore agricolo di Forza Italia – abbiamo realizzato importanti riforme per
modernizzare il settore e semplificare la vita di quanti vi operano. Mi
riferisco soprattutto – spiega – all’introduzione delle nuove figure
imprenditoriali, come lo iap (imprenditore agricolo professionale) e la
società agricola, alle riforme fiscali, come l’eliminazione della tassa di
successione e la stabilizzazione del regime Iva speciale; ma anche alla
riforma del Fondo di solidarietà nazionale e all’introduzione di nuovi
strumenti finanziari e assicurativi a sostegno della competitività delle
imprese».
«Il lavoro fin qui svolto – avverte il sottosegretario – è il punto di
partenza per la prossima Legislatura, nel corso della quale puntiamo
innanzitutto a consolidare le riforme realizzate e assicurarne la piena
applicazione. Sul piano fiscale, la riforma dell’Irap dovrà garantire al
settore quantomeno il mantenimento dell’attuale livello di contribuzione
agevolata di cui beneficia; sarà inoltre opportuno razionalizzare, d’intesa
con le Amministrazioni regionali, i tanti trattamenti tributari che a
livello locale gravano sulle imprese».
«Intensificheremo ulteriormente la lotta alla contraffazione alimentare,
così da tutelare ancora più efficacemente la salute dei cittadini e la
difesa del made in Italy agroalimentare. Per questo – prosegue l’esponente
di Forza Italia – proporremo all’Ue di adottare criteri più restrittivi nei
controlli doganali sull’importazione di alimenti e materie prime,
soprattutto nelle aree sensibili e di confine come l’Italia».
«Con gli altri Paesi comunitari – sottolinea Scarpa Bonazza – proseguirà
l’impegno per evitare ulteriori ridimensionamenti della pac, dopo quelli
voluti dalla Commissione Prodi, che intendeva convincere l’Europa a
rinunciare alla propria agricoltura. Viceversa, come accaduto con il
memorandum condiviso in occasione del Consiglio dei ministri agricoli del 20
marzo scorso, bisogna difendere la competitività e la sostenibilità di lungo
periodo dell’agricoltura europea, evitando misure di rinazionalizzazione
della pac. Quest’ultima – conclude l’esponente del Governo Berlusconi –
sicuramente può essere migliorata, con l’adozione di nuovi strumenti che,
nel rispetto del libero mercato e senza gravare oltremodo sul bilancio
comunitario, supportino le imprese durante le fasi di congiuntura
sfavorevole e di eccessiva fluttuazione dei prezzi dei prodotti e dei
fattori di produzione».
Unione: quattro punti per rilanciare l’agricoltura
«L’agroalimentare italiano, apprezzato e imitato in tutto il mondo, è al
centro del programma di governo di Romano Prodi che lo considera, insieme
all’agricoltura che ne è alla base, una scelta strategica per lo sviluppo
economico del nostro Paese», spiega Marcora, coordinatore della Consulta
agricola nazionale dell’Unione e responsabile per l’agricoltura della
Margherita.
«L’Unione affida il rilancio del made in Italy agroalimentare a quattro
strade individuate nel lavoro del Tavolo del programma che ho coordinato»,
sottolinea l’esponente della Margherita.
- «La prima – dice – è quella di un deciso intervento sulla fase della
commercializzazione, che significa difesa giuridica e promozione dei marchi
dop e igp nel mercato globalizzato, aggregazione dell’offerta dei prodotti
agricoli, regole nei rapporti all’interno della filiera, eliminazione della
forbice dei prezzi tra produttore e consumatore, reti logistiche e
infrastrutture di trasporto, nuovi rapporti con la grande distribuzione
organizzata, valorizzazione del cibo di qualità».
- «La seconda strada del rilancio passa dal rafforzamento della
competitività dei nostri prodotti attraverso il potenziamento del legame tra
agricoltura e industria agroalimentare, la riorganizzazione delle filiere
agroalimentari, la valorizzazione di un lavoro di qualità come condizione
necessaria per un’agricoltura di qualità, la riduzione dei costi di
produzione e di sistema (terreno, credito, oneri contributivi, energia,
assicurazioni, acqua, amministrazione), l’impulso alla ricerca e al
trasferimento dell’innovazione alle imprese».
- «L’agricoltura non ha solo un valore produttivo, ma anche sociale – fa
notare Marcora – e di conseguenza la terza priorità del programma riguarda
la valorizzazione della sua multifunzionalità che si esprime nel presidio
del territorio, nella tutela dell’ambiente, nella lotta al dissesto
idrogeologico, nell’essere fonte di energia rinnovabile e di crediti
ambientali secondo il Protocollo di Kyoto. Per questo incentiveremo il
mantenimento dell’agricoltura nelle aree marginali e di montagna, moduleremo
il sostegno europeo sulla capacità delle imprese di produrre beni e valori
socialmente rilevanti, custodiremo la biodiversità, incentiveremo il
biologico, applicheremo per gli ogm il principio di massima precauzione,
vareremo un piano nazionale di settore per nuove politiche forestali».
- «Tutto questo si realizzerà solo con un nuovo governo del settore. E' la
quarta priorità – conclude Marcora – che si concretizza nella creazione di
un nuovo Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che
sappia tutelare e interpretare le esigenze di tutta la filiera, dal
produttore al consumatore, e nella costituzione dell’Agenzia nazionale per
la sicurezza alimentare che, all’interno dell’Unione Europea, solo l’Italia
non ha attivato. Occorrerà poi reimpostare un nuovo rapporto tra Stato e
Regioni basato su cooperazione, sussidiarietà e flessibilità, e ridefinire
il ruolo e la composizione del Tavolo agroalimentare che deve diventare il
luogo delle decisioni rapide».
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