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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
11
 16 - 22 Mar.

  2007
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Attualità PRIMA PAGINA

Il Governo si mobilita contro la siccità

Iniziativa del presidente del consiglio Romano Prodi

Una circolare firmata dal premier invita le autorità preposte a mettere in atto tutte le iniziative per prevenire la possibile crisi idrica. De Castro individua nel Piano irriguo lo strumento più efficace per dare risposte all’emergenza

La siccità sta assumendo in Italia i contorni di vera e propria emergenza e il Governo ha deciso di prendere di petto la situazione allertando ministeri interessati, prefetture, regioni ed enti locali.
Questo, in sintesi, il significato della lunga circolare diffusa il 7 marzo scorso dal presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, che nel prendere atto della diminuzione della disponibilità di risorse idriche superficiali e sotterranee e del sensibile e generalizzato deficit idrico in quasi tutti i principali bacini idrografici, ha invitato i diversi soggetti istituzionali a predisporre celermente e in via precauzionale un piano di misure per rafforzare i sistemi di previsione, monitoraggio e preannuncio, garantendo nel contempo gli indispensabili interventi di prevenzione, contrasto e mitigazione delle crisi e degli effetti conseguenti sulle popolazioni coinvolte.
La circolare del premier nell’auspicare una migliore analisi e valutazione del fenomeno in corso, con una più stretta collaborazione tra gli enti istituzionalmente competenti e le diverse autorità di bacino di interesse nazionale, ricorda tuttavia che le crisi idriche sono state causate, in alcuni casi, anche dall’obsolescenza e dall’inefficienza delle infrastrutture preposte alla captazione, all’accumulo, al trasporto e alla distribuzione delle acque, ovvero da una gestione irrazionale, inadeguata e conflittuale dell’utilizzo della risorsa, in assenza di un’efficace pianificazione dei prelievi e degli usi.
Ciò premesso la missiva del capo del Governo ribadisce alle diverse amministrazioni centrali e periferiche la necessità di concorrere all’attuazione di tutti gli interventi finalizzati all’incremento delle disponibilità, al risparmio nei diversi comparti d’uso – anche realizzando opportune campagne di sensibilizzazione – e alla tutela qualitativa della risorsa idrica, intensificando anche gli sforzi nella vigilanza sui fenomeni dei prelievi abusivi.

I compiti della Protezione civile
Il Dipartimento della protezione civile monitorerà la situazione in stretto raccordo con tutti gli enti competenti in modo da predisporre, se del caso, l’attuazione di misure straordinarie: qualora infatti il complesso degli interventi delineati si dimostrasse non sufficiente a evitare il manifestarsi di situazioni di perdurante criticità, per minimizzare disagi e conseguenze igienico-sanitarie per la popolazione e contenere gli eventuali danni per i comparti d’uso agricolo, industriale ed energetico, sarà possibile prevedere il ricorso, da parte delle autorità competenti, a provvedimenti urgenti per la riduzione ed, eventualmente, l’interdizione delle erogazioni per consumi idrici destinati a usi e servizi non essenziali.

Il Piano irriguo
Il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, nel condividere l’iniziativa del premier perché privilegia la logica della prevenzione rispetto a quella dell’emergenza non ha perso tempo nel fornire indicazioni operative interessanti, ricordando che il Piano irriguo nazionale rappresenta una risposta efficace alla crisi idrica che potrebbe confermarsi nelle prossime settimane.
Di ciò ha parlato nella stessa giornata del 7 marzo scorso a San Giovanni Rotondo (Foggia), in occasione della 2a Conferenza organizzativa dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazione (Anbi), aggiungendo che il decreto attuativo del Piano irriguo nazionale, attualmente alla registrazione della Corte dei conti, stanzia un miliardo e trenta milioni di euro per interventi immediatamente cantierabili.
Il Piano, ha aggiunto il ministro De Castro, consentirà risparmi e ottimizzazione d’uso per la risorsa idrica, ma occorrerà realizzare un gioco di squadra perché le nuove infrastrutture vanno realizzate celermente.
L’attuazione del Piano irriguo nazionale chiude un percorso avviato nella precedente Legislatura, ma che aveva trovato serie difficoltà nel reale reperimento delle risorse, poi definitivamente recuperate con la legge finanziaria 2007 che ha stanziato somme pari a circa il doppio di quelle destinate alle opere pubbliche previste dalla legge obiettivo.
Si tratta in definitiva di un intervento di così vasta portata che per trovarne uno simile bisogna tornare indietro di alcuni decenni.

 

Sommario rivista

Giovanni Tamburrano


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