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Il Governo si mobilita contro la siccità |
Iniziativa del presidente del consiglio Romano Prodi
Una circolare firmata dal premier invita le autorità preposte a mettere
in atto tutte le iniziative per prevenire la possibile crisi idrica. De
Castro individua nel Piano irriguo lo strumento più efficace per dare
risposte all’emergenza
La siccità sta assumendo in Italia i contorni di vera e propria emergenza e
il Governo ha deciso di prendere di petto la situazione allertando ministeri
interessati, prefetture, regioni ed enti locali.
Questo, in sintesi, il significato della lunga circolare diffusa il 7 marzo
scorso dal presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, che nel
prendere atto della diminuzione della disponibilità di risorse idriche
superficiali e sotterranee e del sensibile e generalizzato deficit idrico in
quasi tutti i principali bacini idrografici, ha invitato i diversi soggetti
istituzionali a predisporre celermente e in via precauzionale un piano di
misure per rafforzare i sistemi di previsione, monitoraggio e preannuncio,
garantendo nel contempo gli indispensabili interventi di prevenzione,
contrasto e mitigazione delle crisi e degli effetti conseguenti sulle
popolazioni coinvolte.
La circolare del premier nell’auspicare una migliore analisi e valutazione
del fenomeno in corso, con una più stretta collaborazione tra gli enti
istituzionalmente competenti e le diverse autorità di bacino di interesse
nazionale, ricorda tuttavia che le crisi idriche sono state causate, in
alcuni casi, anche dall’obsolescenza e dall’inefficienza delle
infrastrutture preposte alla captazione, all’accumulo, al trasporto e alla
distribuzione delle acque, ovvero da una gestione irrazionale, inadeguata e
conflittuale dell’utilizzo della risorsa, in assenza di un’efficace
pianificazione dei prelievi e degli usi.
Ciò premesso la missiva del capo del Governo ribadisce alle diverse
amministrazioni centrali e periferiche la necessità di concorrere
all’attuazione di tutti gli interventi finalizzati all’incremento delle
disponibilità, al risparmio nei diversi comparti d’uso – anche realizzando
opportune campagne di sensibilizzazione – e alla tutela qualitativa della
risorsa idrica, intensificando anche gli sforzi nella vigilanza sui fenomeni
dei prelievi abusivi.
I compiti della Protezione civile
Il Dipartimento della protezione civile monitorerà la situazione in stretto
raccordo con tutti gli enti competenti in modo da predisporre, se del caso,
l’attuazione di misure straordinarie: qualora infatti il complesso degli
interventi delineati si dimostrasse non sufficiente a evitare il
manifestarsi di situazioni di perdurante criticità, per minimizzare disagi e
conseguenze igienico-sanitarie per la popolazione e contenere gli eventuali
danni per i comparti d’uso agricolo, industriale ed energetico, sarà
possibile prevedere il ricorso, da parte delle autorità competenti, a
provvedimenti urgenti per la riduzione ed, eventualmente, l’interdizione
delle erogazioni per consumi idrici destinati a usi e servizi non
essenziali.
Il Piano irriguo
Il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, nel condividere
l’iniziativa del premier perché privilegia la logica della prevenzione
rispetto a quella dell’emergenza non ha perso tempo nel fornire indicazioni
operative interessanti, ricordando che il Piano irriguo nazionale
rappresenta una risposta efficace alla crisi idrica che potrebbe confermarsi
nelle prossime settimane.
Di ciò ha parlato nella stessa giornata del 7 marzo scorso a San Giovanni
Rotondo (Foggia), in occasione della 2a Conferenza organizzativa
dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazione (Anbi), aggiungendo che
il decreto attuativo del Piano irriguo nazionale, attualmente alla
registrazione della Corte dei conti, stanzia un miliardo e trenta milioni di
euro per interventi immediatamente cantierabili.
Il Piano, ha aggiunto il ministro De Castro, consentirà risparmi e
ottimizzazione d’uso per la risorsa idrica, ma occorrerà realizzare un gioco
di squadra perché le nuove infrastrutture vanno realizzate celermente.
L’attuazione del Piano irriguo nazionale chiude un percorso avviato nella
precedente Legislatura, ma che aveva trovato serie difficoltà nel reale
reperimento delle risorse, poi definitivamente recuperate con la legge
finanziaria 2007 che ha stanziato somme pari a circa il doppio di quelle
destinate alle opere pubbliche previste dalla legge obiettivo.
Si tratta in definitiva di un intervento di così vasta portata che per
trovarne uno simile bisogna tornare indietro di alcuni decenni.
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