VINITALY |
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Far crescere il vino è la nostra missione |
Intervista al presidente di Veronafiere
Luigi Castelletti: orgoglio per il successo di Vinitaly e al contempo
impegno per migliorare sempre più e offrire agli operatori opportunità di
sviluppo e crescita sul mercato
Nel panorama fieristico italiano Vinitaly rappresenta uno dei non moltissimi
appuntamenti di livello veramente internazionale, e di questo va dato atto
all’ente fieristico veronese che l’ha inventato, innanzi tutto, e poi ha
saputo portarlo ai livelli attuali di eccellenza assoluta.
Alla vigilia dell’edizione numero 41 abbiamo rivolto alcune domande al
presidente di Veronafiere Luigi Castelletti per inquadrare l’evento prossimo
ma anche per dare uno sguardo al futuro.
Presidente, varcata la soglia degli «anta» Vinitaly affronta la 41ª
edizione confermandosi la prima manifestazione mondiale per il vino. Che
effetto fa essere i numeri uno?
È una grande responsabilità, anche perché mantenere le posizioni è più
difficile che scalare la classifica. Stiamo lavorando con impegno e sulla
base di un progetto serio, che vuole garantire alle aziende opportunità di
sviluppo e crescita, sia in Italia che all’estero. Il mercato risponde
positivamente e questa è la nostra principale soddisfazione. Basti pensare
che il 93% delle aziende presenti dichiara di aver concluso contratti
commerciali.
Il successo di una manifestazione è decretato ovviamente dal pubblico ma
prima ancora dagli operatori. Quali sono le novità di quest’anno per
soddisfare sempre meglio le loro esigenze?
Abbiamo investito molto su questa categoria, creando una database
dettagliato e completo in cui si registrano sia gli operatori italiani che
esteri e con i quali è possibile rimanere in contatto per tutto l’anno. A
questo bisogna aggiungere il sistema degli inviti da parte delle aziende,
che direttamente o attraverso Veronafiere si rivolgono al mercato. Tra le
novità bisogna segnalare «Taste Italy», un’iniziativa che coinvolge una
serie di aziende italiane selezionate e 5.000 operatori stranieri e
giornalisti di settore, gli incontri e i convegni sul turismo del vino, i
vini italiani nella grande distribuzione estera, la presenza di vini
stranieri nei ristoranti italiani, e altro ancora. L’obiettivo è di essere
un tramite tra l’espositore e il visitatore in base alla caratteristiche
specifiche dell’uno e dell’altro.
Ci sarà poi un nuovo padiglione di oltre 13.000 m², che si aggiunge ai due
inaugurati nel 2006. Inoltre è stata messa ancora più attenzione verso i
servizi per gli espositori e i visitatori, in modo che la loro permanenza in
quartiere sia piacevole e concentrata su incontri e affari. La possibilità
poi di organizzare le visite attraverso il preaccredito via Internet è
particolarmente apprezzato dalle aziende e dai visitatori. Il nostro fine è
di rendere la manifestazione sempre più ordinata e efficiente, ma anche
accogliente. Chi viene in Fiera deve sentirsi a suo agio, deve stare bene.
La nostra filosofia è semplicemente questa.
Il mercato internazionale è sempre più determinante per il prodotto vino
e Veronafiere ha investito molto su questo, portando il marchio Vinitaly in
Cina, India, Russia, Stati Uniti, Giappone. Che tipo di riscontro c’è stato
e quali sono gli obiettivi futuri?
Vinitaly World Tour ci ha permesso di conoscere nuovi mercati e soprattutto
nuovi operatori, che a loro volta sono incentivati a partecipare a Vinitaly.
È un rapporto in costante crescita, che permette di esportare i vini made in
Italy e nello stesso tempo di promuovere la manifestazione. I risultati sono
particolarmente positivi e non è escluso che ci muoveremo anche su altre
piazze. Al momento, comunque, i mercati di riferimento sono quelli che lei
ha citato.
I continui miglioramenti e ampliamenti del quartiere fieristico
permetteranno quest’anno di valorizzare meglio il Sol? E rimanendo nel campo
dell’olio non meriterebbe anch’esso una promozione a livello internazionale?
Il Sol torna ad essere centrale, non più in una posizione periferica. Sarà
ospitato in una tensostruttura di fronte a Porta San Zeno e avrà al suo
interno la Haute Cuisine curata dall’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe.
L’olio diventa quindi protagonista della rassegna, all’interno di un
percorso studiato proprio per avere una maggiore visibilità. Quanto alla
promozione internazionale, viene già fatta insieme al Vinitaly Tour, dato
che molte aziende producono sia vino che olio. Noi crediamo che questo
comparto abbia ancora notevoli margini di crescita, non solo all’estero. La
forza dei nostri marchi agroalimentari ne accompagnerà lo sviluppo a livello
nazionale e internazionale.
Torniamo al vino guardando avanti: nel 2008 Verona sarà sede di un
importantissimo evento con la conferenza mondiale dell’Oiv, un altro segno
del ruolo che Verona svolge in campo vitivinicolo. Prevedete iniziative
particolari per questa occasione?
Sicuramente sì, anche se non è possibile in questo momento entrare nel
dettaglio perché stiamo mettendo a punto gli aspetti organizzativi del
prestigioso incontro. Verona avrà ancora una volta i riflettori del mondo su
di sé e questo rappresenta una grande opportunità da sfruttare in termini
promozionali. La scelta della sede non è stata casuale. Sarà una sfida per
l’intero sistema Verona.
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