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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
11
 16 - 22 Mar.

  2007
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Attualità VINITALY

Far crescere il vino è la nostra missione

Intervista al presidente di Veronafiere
Luigi Castelletti: orgoglio per il successo di Vinitaly e al contempo impegno per migliorare sempre più e offrire agli operatori opportunità di sviluppo e crescita sul mercato


Nel panorama fieristico italiano Vinitaly rappresenta uno dei non moltissimi appuntamenti di livello veramente internazionale, e di questo va dato atto all’ente fieristico veronese che l’ha inventato, innanzi tutto, e poi ha saputo portarlo ai livelli attuali di eccellenza assoluta.
Alla vigilia dell’edizione numero 41 abbiamo rivolto alcune domande al presidente di Veronafiere Luigi Castelletti per inquadrare l’evento prossimo ma anche per dare uno sguardo al futuro.
Presidente, varcata la soglia degli «anta» Vinitaly affronta la 41ª edizione confermandosi la prima manifestazione mondiale per il vino. Che effetto fa essere i numeri uno?
È una grande responsabilità, anche perché mantenere le posizioni è più difficile che scalare la classifica. Stiamo lavorando con impegno e sulla base di un progetto serio, che vuole garantire alle aziende opportunità di sviluppo e crescita, sia in Italia che all’estero. Il mercato risponde positivamente e questa è la nostra principale soddisfazione. Basti pensare che il 93% delle aziende presenti dichiara di aver concluso contratti commerciali.
Il successo di una manifestazione è decretato ovviamente dal pubblico ma prima ancora dagli operatori. Quali sono le novità di quest’anno per soddisfare sempre meglio le loro esigenze?
Abbiamo investito molto su questa categoria, creando una database dettagliato e completo in cui si registrano sia gli operatori italiani che esteri e con i quali è possibile rimanere in contatto per tutto l’anno. A questo bisogna aggiungere il sistema degli inviti da parte delle aziende, che direttamente o attraverso Veronafiere si rivolgono al mercato. Tra le novità bisogna segnalare «Taste Italy», un’iniziativa che coinvolge una serie di aziende italiane selezionate e 5.000 operatori stranieri e giornalisti di settore, gli incontri e i convegni sul turismo del vino, i vini italiani nella grande distribuzione estera, la presenza di vini stranieri nei ristoranti italiani, e altro ancora. L’obiettivo è di essere un tramite tra l’espositore e il visitatore in base alla caratteristiche specifiche dell’uno e dell’altro.
Ci sarà poi un nuovo padiglione di oltre 13.000 m², che si aggiunge ai due inaugurati nel 2006. Inoltre è stata messa ancora più attenzione verso i servizi per gli espositori e i visitatori, in modo che la loro permanenza in quartiere sia piacevole e concentrata su incontri e affari. La possibilità poi di organizzare le visite attraverso il preaccredito via Internet è particolarmente apprezzato dalle aziende e dai visitatori. Il nostro fine è di rendere la manifestazione sempre più ordinata e efficiente, ma anche accogliente. Chi viene in Fiera deve sentirsi a suo agio, deve stare bene. La nostra filosofia è semplicemente questa.
Il mercato internazionale è sempre più determinante per il prodotto vino e Veronafiere ha investito molto su questo, portando il marchio Vinitaly in Cina, India, Russia, Stati Uniti, Giappone. Che tipo di riscontro c’è stato e quali sono gli obiettivi futuri?
Vinitaly World Tour ci ha permesso di conoscere nuovi mercati e soprattutto nuovi operatori, che a loro volta sono incentivati a partecipare a Vinitaly.
È un rapporto in costante crescita, che permette di esportare i vini made in Italy e nello stesso tempo di promuovere la manifestazione. I risultati sono particolarmente positivi e non è escluso che ci muoveremo anche su altre piazze. Al momento, comunque, i mercati di riferimento sono quelli che lei ha citato.
I continui miglioramenti e ampliamenti del quartiere fieristico permetteranno quest’anno di valorizzare meglio il Sol? E rimanendo nel campo dell’olio non meriterebbe anch’esso una promozione a livello internazionale?
Il Sol torna ad essere centrale, non più in una posizione periferica. Sarà ospitato in una tensostruttura di fronte a Porta San Zeno e avrà al suo interno la Haute Cuisine curata dall’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe. L’olio diventa quindi protagonista della rassegna, all’interno di un percorso studiato proprio per avere una maggiore visibilità. Quanto alla promozione internazionale, viene già fatta insieme al Vinitaly Tour, dato che molte aziende producono sia vino che olio. Noi crediamo che questo comparto abbia ancora notevoli margini di crescita, non solo all’estero. La forza dei nostri marchi agroalimentari ne accompagnerà lo sviluppo a livello nazionale e internazionale.
Torniamo al vino guardando avanti: nel 2008 Verona sarà sede di un importantissimo evento con la conferenza mondiale dell’Oiv, un altro segno del ruolo che Verona svolge in campo vitivinicolo. Prevedete iniziative particolari per questa occasione?
Sicuramente sì, anche se non è possibile in questo momento entrare nel dettaglio perché stiamo mettendo a punto gli aspetti organizzativi del prestigioso incontro. Verona avrà ancora una volta i riflettori del mondo su di sé e questo rappresenta una grande opportunità da sfruttare in termini promozionali. La scelta della sede non è stata casuale. Sarà una sfida per l’intero sistema Verona.

 

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A.A.


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