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Nuovo passo avanti per le agrienergie |
Nonostante qualche dubbio di tipo applicativo
È particolarmente soddisfacente l’obbligo a carico dei produttori di
carburanti di immettere al consumo biocarburanti di origine agricola a
partire dal prossimo 1° luglio. La produzione di energia termica da fonti
agroforestali è ora considerata attività agricola connessa e quindi
assoggettata al reddito agrario
Dopo le novità introdotte nell’ultima legge finanziaria 2006, il Parlamento
è nuovamente intervenuto, e in maniera piuttosto articolata, nel corso
dell’iter per la conversione in legge del decreto 10-1-2006 n. 2.
Il provvedimento si riferisce a una serie di interventi urgenti per i
settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della pesca, nonché in materia
di fiscalità d’impresa. In questo contesto vengono affrontate importanti
misure per lo sviluppo dei biocarburanti e più in generale per le fonti
energetiche rinnovabili di origine agricola e forestale.
Il testo ha subito un percorso piuttosto tribolato, con numerosi passaggi ai
due rami del Parlamento. Dopo le osservazioni del capo dello Stato circa la
mancata copertura finanziaria, in particolare per gli aspetti previdenziali,
il provvedimento è tornato al Senato con modifiche e il giorno successivo è
stato definitivamente approvato dalla Camera dei deputati. In ogni caso la
parte della legge che riguarda il settore agrienergetico non ha subito
modifiche ed è rimasta invariata fino alla definitiva approvazione.
Le conferme sul bioetanolo
Passando all’esame dei contenuti dell’articolo 2-quater, la lunga sequenza
degli interventi si apre con la conferma degli incentivi previsti per la
produzione e commercializzazione del bioetanolo fino al 2013, dando quindi
continuità e certezze per l’auspicato decollo di una filiera che ancora non
è concretamente partita.
La parte più importante di questa norma riguarda l’attivazione delle
cosiddette obbligation poste a carico dei produttori di carburanti diesel e
benzina. A partire dall’1-7-2006 questi ultimi sono obbligati a immettere al
consumo biocarburanti di origine agricola, oggetto di un’intesa di filiera o
di un contratto quadro o di un contratto di programma agrienergetico, in
misura pari all’1% dei carburanti diesel e della benzina consumati nell’anno
precedente. Quota che verrà ogni anno incrementata di un punto fino al 2010
quando avrà raggiunto il 5%, espressa in termini di potere calorifico
inferiore.
Come concretamente funzionerà questo meccanismo non è ancora dato sapere;
sicuramente saranno emessi appositi decreti e circolari che daranno conto
dell’applicazione operativa. Va però evidenziato positivamente il
riferimento agli strumenti contrattuali e programmatici previsti dal decreto
legislativo 27-5-2005 n. 102, poiché tutta la quantità di biocarburanti
introdotti sul mercato dovrà essere collegata alla filiera produttiva delle
colture agricole energetiche attraverso i contratti di coltivazione.
Per avere maggiori informazioni circa i criteri operativi e di funzionamento
del nuovo strumento introdotto da questo provvedimento denominato «Contratti
di programma agrienergetici» dovremmo attendere una delibera del Cipe che
sarà preceduta dalla concertazione tra la Conferenza Stato-Regioni e due
Ministeri: quello delle politiche agricole e forestali e quello delle
attività produttive.
Ciò che è certo è che queste intese, tra soggetti della filiera
agrienergetica e la Pubblica amministrazione avranno rilevanza nazionale e
saranno finalizzati a creare nuovi impianti e nuova occupazione. Viene data
priorità ai contratti che assicurano agli imprenditori agricoli una quota
dell’utile conseguito, in proporzione ai conferimenti della materia prima
agricola.
Un’altra novità è rappresentata dalla preferenza che viene assegnata ai
sottoscrittori di un contratto di coltivazione, fornitura o contratto di
programma, che presenteranno istanze nei bandi pubblici di finanziamento
delle energie rinnovabili agricole. Analogo trattamento preferenziale verrà
riservato agli stessi soggetti che attivano contratti di fornitura di
biocarburanti per il trasporto e il riscaldamento pubblici.
La legge non manca di affrontare il tema della promozione, della ricerca e
dello sviluppo di specie e varietà vegetali destinate a scopo energetico,
attraverso specifici accordi con le Pubbliche amministrazioni e i soggetti
interessati.
Biogas da riscaldamento senza accise
Atteso da tempo è arrivato anche il riconoscimento dell’equiparazione del
biogas al gas naturale. Ciò significa che il biogas prodotto anche negli
impianti che utilizzano liquami zootecnici, frazioni vegetali e animali sarà
ora privo di accise, quando impiegato per il riscaldamento.
Per quanto riguarda la produzione di elettricità da biomasse e biogas
oggetto di intese, contratti o programmi di filiera, viene stabilita una
precedenza per una quota annuale del 30% a valere sui Certificati verdi,
cioè su uno specifico riconoscimento economico previsto per i produttori di
«elettricità pulita».
Per garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera
agrienergetica gli operatori della produzione e distribuzione di
biocarburanti dovranno realizzare un sistema di identificazione e
registrazione di tutte le varie fasi produttive, con particolare attenzione
alle colture agricole utilizzate, ai fornitori delle stesse, ai siti di loro
produzione.
Ultimo aspetto anch’esso atteso e auspicato riguarda la produzione di
energia termica da fonti agroforestali che se effettuata da imprenditori
agricoli viene riconosciuta come attività agricola connessa e assoggettata
al reddito agrario. Questo testo, nello sviluppare quanto già previsto
dall’ultima legge finanziaria che riconosceva all’energia elettrica prodotta
dagli agricoltori la stessa disciplina, estende il beneficio anche ai
pannelli fotovoltaici collocati presso le aziende agricole.
I dubbi
Naturalmente un provvedimento così articolato e complesso suscita numerosi
dubbi e incertezze di carattere applicativo, che dovranno essere chiariti
con successivi e necessari pronunciamenti.
Ad esempio il sistema di obbligation posto a carico dei «petrolieri»
sembrerebbe smantellare il modello attuale che prevede un contingente di
biocarburanti defiscalizzato, peraltro del tutto insufficiente alle
prospettive di crescita del settore, senza però chiarire come sarà
congegnato il sistema di immissione sul mercato. La chiave di volta per la
crescita del settore agrienergetico resta in ogni caso la costruzione di
reali opportunità di reddito per gli agricoltori nel quadro di uno sviluppo
sostenibile.
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