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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
11
 10-16 Mar.

  2006
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Attualità POLITICA

Nuovo passo avanti per le agrienergie

Nonostante qualche dubbio di tipo applicativo

È particolarmente soddisfacente l’obbligo a carico dei produttori di carburanti di immettere al consumo biocarburanti di origine agricola a partire dal prossimo 1° luglio. La produzione di energia termica da fonti agroforestali è ora considerata attività agricola connessa e quindi assoggettata al reddito agrario

Dopo le novità introdotte nell’ultima legge finanziaria 2006, il Parlamento è nuovamente intervenuto, e in maniera piuttosto articolata, nel corso dell’iter per la conversione in legge del decreto 10-1-2006 n. 2.
Il provvedimento si riferisce a una serie di interventi urgenti per i settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità d’impresa. In questo contesto vengono affrontate importanti misure per lo sviluppo dei biocarburanti e più in generale per le fonti energetiche rinnovabili di origine agricola e forestale.
Il testo ha subito un percorso piuttosto tribolato, con numerosi passaggi ai due rami del Parlamento. Dopo le osservazioni del capo dello Stato circa la mancata copertura finanziaria, in particolare per gli aspetti previdenziali, il provvedimento è tornato al Senato con modifiche e il giorno successivo è stato definitivamente approvato dalla Camera dei deputati. In ogni caso la parte della legge che riguarda il settore agrienergetico non ha subito modifiche ed è rimasta invariata fino alla definitiva approvazione.

Le conferme sul bioetanolo
Passando all’esame dei contenuti dell’articolo 2-quater, la lunga sequenza degli interventi si apre con la conferma degli incentivi previsti per la produzione e commercializzazione del bioetanolo fino al 2013, dando quindi continuità e certezze per l’auspicato decollo di una filiera che ancora non è concretamente partita.
La parte più importante di questa norma riguarda l’attivazione delle cosiddette obbligation poste a carico dei produttori di carburanti diesel e benzina. A partire dall’1-7-2006 questi ultimi sono obbligati a immettere al consumo biocarburanti di origine agricola, oggetto di un’intesa di filiera o di un contratto quadro o di un contratto di programma agrienergetico, in misura pari all’1% dei carburanti diesel e della benzina consumati nell’anno precedente. Quota che verrà ogni anno incrementata di un punto fino al 2010 quando avrà raggiunto il 5%, espressa in termini di potere calorifico inferiore.
Come concretamente funzionerà questo meccanismo non è ancora dato sapere; sicuramente saranno emessi appositi decreti e circolari che daranno conto dell’applicazione operativa. Va però evidenziato positivamente il riferimento agli strumenti contrattuali e programmatici previsti dal decreto legislativo 27-5-2005 n. 102, poiché tutta la quantità di biocarburanti introdotti sul mercato dovrà essere collegata alla filiera produttiva delle colture agricole energetiche attraverso i contratti di coltivazione.
Per avere maggiori informazioni circa i criteri operativi e di funzionamento del nuovo strumento introdotto da questo provvedimento denominato «Contratti di programma agrienergetici» dovremmo attendere una delibera del Cipe che sarà preceduta dalla concertazione tra la Conferenza Stato-Regioni e due Ministeri: quello delle politiche agricole e forestali e quello delle attività produttive.
Ciò che è certo è che queste intese, tra soggetti della filiera agrienergetica e la Pubblica amministrazione avranno rilevanza nazionale e saranno finalizzati a creare nuovi impianti e nuova occupazione. Viene data priorità ai contratti che assicurano agli imprenditori agricoli una quota dell’utile conseguito, in proporzione ai conferimenti della materia prima agricola.
Un’altra novità è rappresentata dalla preferenza che viene assegnata ai sottoscrittori di un contratto di coltivazione, fornitura o contratto di programma, che presenteranno istanze nei bandi pubblici di finanziamento delle energie rinnovabili agricole. Analogo trattamento preferenziale verrà riservato agli stessi soggetti che attivano contratti di fornitura di biocarburanti per il trasporto e il riscaldamento pubblici.
La legge non manca di affrontare il tema della promozione, della ricerca e dello sviluppo di specie e varietà vegetali destinate a scopo energetico, attraverso specifici accordi con le Pubbliche amministrazioni e i soggetti interessati.

Biogas da riscaldamento senza accise
Atteso da tempo è arrivato anche il riconoscimento dell’equiparazione del biogas al gas naturale. Ciò significa che il biogas prodotto anche negli impianti che utilizzano liquami zootecnici, frazioni vegetali e animali sarà ora privo di accise, quando impiegato per il riscaldamento.
Per quanto riguarda la produzione di elettricità da biomasse e biogas oggetto di intese, contratti o programmi di filiera, viene stabilita una precedenza per una quota annuale del 30% a valere sui Certificati verdi, cioè su uno specifico riconoscimento economico previsto per i produttori di «elettricità pulita».
Per garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera agrienergetica gli operatori della produzione e distribuzione di biocarburanti dovranno realizzare un sistema di identificazione e registrazione di tutte le varie fasi produttive, con particolare attenzione alle colture agricole utilizzate, ai fornitori delle stesse, ai siti di loro produzione.
Ultimo aspetto anch’esso atteso e auspicato riguarda la produzione di energia termica da fonti agroforestali che se effettuata da imprenditori agricoli viene riconosciuta come attività agricola connessa e assoggettata al reddito agrario. Questo testo, nello sviluppare quanto già previsto dall’ultima legge finanziaria che riconosceva all’energia elettrica prodotta dagli agricoltori la stessa disciplina, estende il beneficio anche ai pannelli fotovoltaici collocati presso le aziende agricole.

I dubbi
Naturalmente un provvedimento così articolato e complesso suscita numerosi dubbi e incertezze di carattere applicativo, che dovranno essere chiariti con successivi e necessari pronunciamenti.
Ad esempio il sistema di obbligation posto a carico dei «petrolieri» sembrerebbe smantellare il modello attuale che prevede un contingente di biocarburanti defiscalizzato, peraltro del tutto insufficiente alle prospettive di crescita del settore, senza però chiarire come sarà congegnato il sistema di immissione sul mercato. La chiave di volta per la crescita del settore agrienergetico resta in ogni caso la costruzione di reali opportunità di reddito per gli agricoltori nel quadro di uno sviluppo sostenibile.

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