riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
9
 2 - 8 Mar.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita
 

Editoriale

Dalla Lombardia un esempio da seguire
D. Rama

Il coordinamento e la compattezza dimostrata finora dalla rappresentanza agricola regionale nella trattativa per la definizione del prezzo del latte con gli industriali dimostra che, quando si è uniti, risultati insperati sono alla portata

Nel mondo del latte lombardo abbiamo osservato, nel giro di poche settimane, due novità importanti riferite alla trattativa per la definizione del prezzo per la campagna 2007: dopo alcune iniziative a livello locale per «sensibilizzare» i produttori, il 22 gennaio si è costituito un Comitato regionale di coordinamento sul latte tra Coldiretti Lombardia, Federlombarda Agricoltori e Cia Lombardia, al quale hanno aderito anche le principali cooperative di raccolta latte della regione.
A meno di un mese di distanza, il 19 febbraio si è avuta dopo molti mesi infruttuosi una prima riunione – bissata poi la settimana successiva – tra le organizzazioni agricole e Assolatte regionale, dove pare che si sia raccolta da entrambe le parti una disponibilità a non cristallizzarsi su posizioni predefinite, in particolare sulla questione spinosa della «tabella qualità». Ricordiamo che sui parametri della «tabella qualità» si erano arenate le trattative interprofessionali dello scorso luglio, fortemente volute dall’Amministrazione regionale per cercare di uscire da una situazione per la quale, da quattro anni, non si riesce a raggiungere un accordo.
All’epoca, Assolatte aveva proposto una tabella che, confrontata con l’ultimo schema concordato nel 2002, aveva il vantaggio di avvicinarsi alla realtà produttiva media europea.
Tuttavia essa presentava due grossi elementi di criticità che la rendevano praticamente inaccettabile da parte delle organizzazioni agricole. In primis, la modifica dei parametri e della loro valutazione economica si traduceva in un taglio di prezzo dell’ordine del 3-4%, che ovviamente poteva essere discusso solo assieme alla determinazione del prezzo del latte. Inoltre, per effetto della riduzione del premio sulle proteine, la proposta di Assolatte risultava penalizzante particolarmente sul latte migliore, costituendo un disincentivo per i produttori a lavorare per ottenere un latte di alta qualità.
Quello che la scorsa estate rappresentava un elemento di incomunicabilità – al punto che anche una proposta di mediazione della Regione era stata giudicata, da parte industriale, non praticabile – oggi sembra invece diventato un terreno di possibile accordo.
Certamente le condizioni di mercato sono nel frattempo mutate. Secondo i nostri calcoli, il «valore» del litro di latte alla stalla, tra luglio 2006 e gennaio 2007, è aumentato del 2,2-2,3%. In questo aumento, un effetto di traino proviene soprattutto dal mercato europeo.
In Germania, ad esempio, sono in crescita sia le quotazioni dei prodotti derivati che, per la prima volta da diversi anni, il prezzo pagato ai produttori. Quel che è più significativo, nell’arco degli ultimi sei mesi sono cambiate le tendenze. A luglio 2006 il valore calcolato per litro latte risultava essere inferiore del 2,5% rispetto a un anno prima, denotando quindi una situazione in deterioramento.
A gennaio, invece, l’indice mostra un guadagno, sempre in un anno, dell’1,3%, suggerendo quindi che nei mesi a venire ci si deve aspettare un mercato ancora più sostenuto. D’altra parte non sono mancati di recente dei segnali, ancorché contraddittori, di disponibilità da parte delle imprese di trasformazione.
Qualche settimana fa il presidente dell’Associazione delle imprese lattiero-casearie piemontesi aveva prospettato la possibilità che, in caso di aumento della disponibilità di materia prima (leggasi: di rimozione di ostacoli alla crescita della produzione), le imprese di trasformazione avrebbero potuto considerare aumenti di prezzo, giustificandoli con la possibilità di miglior utilizzo della capacità produttiva. La logica economica è quantomeno discutibile: da che mondo è mondo, un aumento dell’offerta di materia prima si traduce in una riduzione di prezzo, non in un aumento. Rimane il fatto che un aumento del prezzo alla stalla viene messo tra le ipotesi possibili.
Quindi certamente lo scenario di mercato sta cambiando. Ma nell’interpretare la ripresa delle trattative lombarde non si devono sottostimare, a mio giudizio, gli effetti del coordinamento tra le organizzazioni agricole.
Non si tratta solo di considerazioni sul peso contrattuale, che pure esistono. Soprattutto, un mondo agricolo che parli all’unisono e si dimostri disposto ad adottare comportamenti comuni, costituisce per gli acquirenti un interlocutore forse meno manovrabile, ma certamente più serio e affidabile.

Sommario rivista Daniele Rama


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati