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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
8
 23 Feb. - 1 Mar.

  2007
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Attualità POLITICA

Riconoscimento delle op, cambiano i requisiti

Approvate nuove regole
Stabiliti il nuovo numero minimo di produttori e il grado di rappresentatività necessari. Alle Regioni, che possono introdurre parametri più severi, affidati ruoli di accertamento e controllo


È stato definitivamente varato il provvedimento applicativo del decreto legislativo n. 102 del 27-5-2005 in materia di organizzazione economica dei produttori agricoli e di regolazione dei mercati agroalimentari.
Si tratta di un decreto ministeriale con il quale si sono risolte alcune lacune e sono state fissate delle regole. Precisamente:
- sono stati stabiliti i requisiti minimi che le organizzazioni dei produttori devono possedere per essere riconosciute dalle competenti autorità: operare nell'ambito delle loro attività caratteristiche ed essere iscritte allo specifico albo nazionale;
- sono state definite le modalità per il controllo e per la vigilanza delle organizzazioni dei produttori, in modo da tenere sotto costante osservazione il loro operato e, in particolare, la loro capacità di svolgere le funzioni previste dalla normativa nazionale e di conservare nel tempo i requisiti minimi stabiliti;
- infine sono state individuate le modalità e le procedure per revocare il riconoscimento alle op che non soddisfano più i requisiti prescritti.
Il decreto ministeriale è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni alla fine dello scorso mese di gennaio e ora deve solo essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Non è esclusa la possibilità che le Regioni intervengano con propri provvedimenti per legiferare in materia di requisiti minimi per il riconoscimento, ma a condizione che i parametri introdotti a livello regionale siano superiori e più severi di quelli contenuti nel decreto del Mipaaf.
Inoltre, prima dell'applicazione di quanto disposto nel decreto è necessario che Ministero e Regioni concordino insieme delle linee guida nazionali, per stabilire ulteriori dettagli operativi, per l'acquisizione di ulteriori informazioni sull'attività delle op e per il monitoraggio delle attività relative all'attuazione delle disposizioni sulla regolazione dei mercati.
La concreta applicazione di quanto disposto dal nuovo provvedimento in materia di riconoscimento delle op e di controllo delle loro attività è demandata alle Regioni che, pertanto, hanno una grande responsabilità nel far funzionare il nuovo schema di organizzazione economica della produzione agricola, imperniato su organismi gestiti dagli agricoltori, in grado di concentrare l'offerta ed essere diretti protagonisti sul mercato, con un'attività di commercializzazione e di marketing gestita direttamente. Spetta alle Regioni esercitare le attività di controllo e di accertamento ex ante, cioè in sede di primo riconoscimento di una organizzazione, ed ex post per certificarne il regolare svolgimento. Per consolidare tale secondo ruolo, il provvedimento assegna loro il potere di sancire la revoca del riconoscimento.

I nuovi parametri
Venendo agli aspetti che maggiormente interessano gli agricoltori intenzionati a giocare la sfida dell'aggregazione dell'offerta, i parametri minimi che una op deve possedere per il riconoscimento sono i seguenti:
- numero minimo di produttori, che va da 5 a 50 a seconda dei comparti produttivi considerati. Per olive, patate, tabacco e vino c'è bisogno di più agricoltori aderenti. Per gli altri settori bastano 5 produttori;
- rappresentatività, che si esprime sotto forma di quota percentuale di produzione commercializzata, conferita dai soci, rispetto alla produzione lorda vendibile regionale. Per tutti i settori la quota coperta dalla op deve essere come minimo del 3%. Fanno eccezione l'agricoltura biologica e l'agroenergia, settori per i quali non è richiesta alcuna percentuale minima di rappresentatività;
- in alternativa al peso sulla plv regionale può essere preso in considerazione, ai fini del riconoscimento, il parametro del valore minimo della produzione commercializzata dalla op. Il decreto Mipaaf ha stabilito al riguardo dei parametri che vanno da 300.000 euro fino a 1,5 milioni di euro, a seconda dei settori considerati. Così, ad esempio, una op che opera nel comparto delle api, che intende essere riconosciuta, potrebbe ottenere l'iscrizione all'albo nazionale nel caso avesse un fatturato diretto superiore a 300.000 euro, pur non rappresentando almeno il 3% della plv regionale. Per una op del tabacco occorrono almeno 1,5 milioni di euro.

Rappresentatività a piccoli passi
Il provvedimento ministeriale disciplina i casi particolari in cui una organizzazione economica associa aderenti localizzati in più regioni produttive. Inoltre detta specifiche disposizioni sulla gradualità temporale per il raggiungimento dei requisiti minimi in materia di commercializzazione diretta della produzione di ogni singolo socio. Come noto, al riguardo, il decreto n. 102/2005 prevede che si debba vendere direttamente almeno il 75% della produzione. Con il provvedimento applicativo, il Mipaaf ha voluto introdurre un meccanismo di gradualità e ha stabilito che tale rigido parametro può essere raggiunto entro la fine del terzo anno di attività successivo al riconoscimento. Il decreto ministeriale individua due tipologie di op: quelle a carattere universale e quelle specializzate.
Le prime trattano tutti i prodotti di un intero settore (ad esempio le organizzazioni che operano in campo lattiero-caseario e si interessano di latte bovino, ovino, bufalino, ecc.). Le seconde sono invece quelle che, nell'ambito di un certo settore, si occupano di uno o più prodotti (ad esempio una organizzazione economica che vende latte bovino, nell'ambito del settore lattiero-caseario).
 

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