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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
8
 23 Feb. - 1 Mar.

  2007
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Speciale Fieragricola 2006

Per migliorare l’ocm ortofrutta le chiavi sono unità e alleanze

Intervista al ministro Paolo De Castro

Modalità del disaccoppiamento e fondi per le op sono alcuni dei punti più controversi. Per riuscirea modificarli bisogna fare fronte comune all’interno e con gli altri Paesi mediterranei

Stiamo lavorando per elaborare una posizione comune di tutta la filiera ortofrutticola italiana». Ha esordito così il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro, che abbiamo raggiunto mentre era in partenza per Berlino, destinazione Fruit Logistica.
Arrivare divisi alla meta è stato molto spesso il limite maggiore dell’Italia nei negoziati in sede europea, una pecca che a volte ha impedito di raggiungere risultati migliori per il nostro Paese. De Castro vuole evitare tutto questo e, non appena è stata resa nota la bozza della nuova ocm messa a punto dalla Commissione, ha cominciato a incontrare tutti i protagonisti del settore, partendo dalla cooperazione, il 1° febbraio, e dai sindacati dei lavoratori agricoli il 7.
Proprio da questi ultimi, secondo il ministro, sono arrivate le critiche maggiori al progetto di riforma, in particolare al disaccoppiamento totale: «Il loro timore – dice De Castro – è che succeda come con la bietola, dove i lavoratori degli zuccherifici sono stati i più penalizzati».
Ma torniamo alla posizione italiana e alla strategia del ministro: «Una volta sentite tutte le parti interessate, a marzo convocherò il Tavolo agroalimentare dal quale dovrà uscire la lista delle priorità negoziali italiane. Una posizione condivisa per parlare a Bruxelles con una voce sola».
Il modello, d’altra parte, è quello seguito dallo stesso De Castro nella sua precedente esperienza a capo del Ministero di via XX Settembre, durante i governi D’Alema, quando si trovò a gestire l’avvicinamento ad Agenda 2000.
L’altro aspetto strategico per ottenere i migliori risultati possibili al tavolo negoziale è quello delle alleanze con altri Paesi. «Se nell’Europa a 15 trovare una posizione condivisa con altri partner era auspicabile, nell’Unione a 27 diventa obbligatorio. Da soli non si va da nessuna parte», dice il ministro.
Anche qui i risultati ottenuti in passato nel settore lattiero-caseario, quando, grazie a un efficace gioco di alleanze, si riuscì a ottenere un aumento della quota italiana, devono essere di esempio. È chiaro che i possibili alleati dell’Italia in questo frangente sono gli altri Paesi mediterranei, dalla Spagna alla Francia, alla Grecia, che in tema di ortofrutta si trovano ad affrontare problemi simili, se non uguali ai nostri.
«Siamo già al lavoro per definire i contorni di una posizione comune mediterranea», sottolinea il ministro; «un blocco di Paesi che, peraltro, ha già ottenuto un risultato importante: è stato infatti grazie alla “tenuta mediterranea” che il budget totale destinato al settore ortofrutticolo non ha subito tagli».
Molte voci si sono levate per lamentarsi di un mancato aumento dei fondi a disposizione, ma, secondo De Castro, «con l’aria che tira è già un successo partire da una proposta non penalizzante».

Le spine da smussare
Entrando nel merito della proposta elaborata dalla Commissione, il primo problema da affrontare sarà sicuramente quello del disaccoppiamento: «Le posizioni in merito sono articolate – dice il ministro – ma deve essere chiaro a tutti che l’obiettivo finale che l’Europa si propone di raggiungere è quello del disaccoppiamento totale entro il 2013. Quello che si può ottenere è di arrivarci con gradualità, in modo da concedere il tempo necessario al settore per attrezzarsi e adeguarsi».
Un’altra questione che bisognerà affrontare è quella delle organizzazioni dei produttori. Come si sa, è rimasto invariato, al 4,1%, il tetto della contribuzione comunitaria ai fondi di esercizio delle op. Già questo va contro le richieste di tutto il mondo ortofrutticolo italiano, e non solo, «ma se alle op affidiamo anche il compito di gestire le crisi di mercato, come prevede la nuova ocm rileva il ministro – a maggior ragione occorre fornire loro le risorse necessarie».
Ma quali sono i tempi prevedibili per giungere all’approvazione definitiva della nuova organizzazione comune di mercato?
Secondo De Castro «entro giugno dovremmo farcela, perché è ferma intenzione della Commissione non sovrapporre la discussione sull’ortofrutta con l’altro argomento “forte” sul tappeto, cioè il vino. Sotto la presidenza tedesca si dovrebbe quindi chiudere il capitolo frutta per poi passare, sotto la presidenza portoghese, al vino». Insomma, non c’è molto tempo prima di arrivare al dunque.

Sommario rivista

Alberto Andrioli



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